La sliding door di Carlos Sainz

La sliding door di Carlos Sainz

7 Marzo 2021 0 Di Sebastiano Vanzetta

Che l’approdo in Ferrari per Carlos Sainz sia un salto importantissimo per la sua carriera è chiaro a tutti, così come il fatto che se lo sia ampiamente meritato, grazie alla sua costanza nei risultati e la sua dote di uomo squadra. Che il suo arrivo a Maranello sia per lui una vera e propria sliding door, invece, appare meno scontato.

Sainz a settembre compirà 27 anni ed è nel pieno della sua maturità motoristica. La lunga gavetta nei team minori ne ha fatto di lui un pilota concreto, costante e, appunto, maturo. Ma anche coraggioso, con decisioni come quella di liberarsi dal giogo del pianeta Red Bull, che l’aveva lanciato in Toro Rosso, per approdare in Renault e costruirsi le opportunità che sapeva sarebbero difficilmente arrivate se fosse rimasto alla corte di Helmut Marko. Una decisione che, alla fine, gli ha permesso di ricevere la chiamata di un team storico come McLaren, che è riuscito a portare al terzo posto nel mondiale costruttori nel 2020. Ma il passo successivo, quello in Ferrari, è forse il più importante di tutti.

FIORANO CIRCUIT, ITALY – JANUARY 28: Carlos Sainz, Ferrari SF71H during Ferrari Fiorano testing at Fiorano Circuit on Thursday January 28, 2021, Italy. (Photo by Federico Basile / LAT Images)

Carlos ci arriva preparato e determinato, perché sa che è la sua possibilità di fare quel salto che gli permetterebbe di passare dall’essere un buon pilota, ad essere un grande pilota. È pur vero, e in cuor suo forse lo sa, che il suo ruolo sarà probabilmente quello di fare da spalla a Charles Leclerc, il campioncino di casa (anche se Binotto ha dichiarato che non ci sarà un numero uno e un numero due all’interno della scuderia). Ma anche Sainz ha scelto di vestirsi di rosso per vincere. Glielo si legge negli occhi, nei vari video che lo vedono impegnato a conoscere il suo nuovo team e il mondo Ferrari. Perché, dunque, quest’avventura potrebbe rappresentare la sua “sliding door”?

La risposta è semplice: perché è la Ferrari. Un ambiente ostico, sempre sotto pressione, con tifosi pronti a metterti alla porta al primo errore. Tanti ne sono usciti con le ossa rotte, non per ultimo Sebastian Vettel. E il rischio che quella passione, che ha investito anche Sainz appena arrivato, lo possa affossare c’è. Il fallimento, in Ferrari, non è contemplato.

Ecco perché questa nuova sfida può essere un grandissimo trampolino di lancio, ma allo stesso tempo trasformarsi in un incubo. Una sliding door, appunto. Che può lanciare definitivamente lo spagnolo, oppure farlo naufragare. Il tempo ce lo dirà.

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