Obiettivo 2025: il futuro dei motori della F1
2 Aprile 2021Nonostante il cambio di regolamento previsto per il 2022, la vera rivoluzione arriverà nel 2025. Infatti, per quella data si vorrebbe introdurre dei propulsori capaci di venire incontro sia alle esigenze del mercato dell’automobile, sia alle richieste degli appassionati. Quali sono le proposte sul tavolo?
La Formula 1, si sa, è sempre in continua evoluzione. Tante delle innovazioni che sono finite sulle auto che guidiamo tutti i giorni nascono dal mondo delle corse. Un esempio potrebbe essere quello del cambio al volante, tecnologia sviluppata da Ferrari e portata in pista nel 1989. Un sistema pensato dell’ingegner Forghieri addirittura un decennio prima e già teorizzato da Enzo Ferrari durante la guerra. Le stesse power unit che spingono le odierne monoposto hanno dato un contributo significativo all’implementazione di sistemi ibridi su strada.
Se quindi Formula 1 è sinonimo di innovazione e di evoluzione, non è difficile comprendere come, dopo l’importante introduzione delle power unit ibride nel 2014, sia giunto il tempo di passare allo step successivo. Essendo la mobilità sostenibile un argomento sempre più importante nel campo dell’automotive, non può che essere la massima serie motoristica a proporre soluzioni che potranno essere introdotte anche nell’uso sui veicoli che guidiamo quotidianamente.
Già dall’anno prossimo le vetture verrano in gran parte rivoluzionate, con l’introduzione di numerosi accorgimenti aerodinamici atti ad aumentare, si spera, lo spettacolo in pista. I propulsori però, rimarranno gli stessi di oggi, congelati fino al 2025, quando debutteranno i nuovi motori. Le proposte sul tavolo sono tante ma è già possibile tracciare un’ipotesi di ciò che verrà in futuro.
Priorità all’abbassamento dei costi
Che lo sviluppo e la costruzione dei moderni motori ibridi abbia un costo elevato non è certamente un segreto. Le componenti che costituiscono le odierne power unit sono dei sistemi tanto innovativi e affascinanti quanto molto complessi nel loro funzionamento e quindi costosi da utilizzare e affinare. In particolare l’MGU-H, componente che permette di convertire l’energia termica in energia elettrica, è l’elemento più critico: difficile da comprendere, molto costosa e talvolta poco affidabile.
Una componente quindi con tanti costi e pochi benefici. Ecco perché, già qualche tempo fa, Jean Todt ne aveva proposto l’eliminazione approfittando dell’avvento dei nuovi regolamenti. L’obiettivo è quello di semplificare i motori, rendendoli meno costosi da sviluppare. Servirebbe però una valida alternativa per il recupero dell’energia elettrica, per evitare il rischio di ritrovarsi con delle vetture troppo lente. Il discorso è quindi rimandato al 2025, ma la direzione è chiara. Motori più semplici e meno costosi, anche per attirare nuove case costruttrici (si parla di Porsche interessata ad entrare a partire dal 2025).
Inoltre, diversi componenti potrebbero diventare open source. Progettati dunque da ciascuna squadra ma le cui informazioni saranno accessibili dalla concorrenza, così da abbattere ulteriormente i costi. Non per ultimo, si discute anche della tecnologia con la quale sviluppare le batterie, sempre in ottica di riduzione costi.

Riduzione delle emissioni inquinanti
Accanto all’abbassamento dei costi, vi è anche il discorso della riduzione delle emissioni inquinanti, un tema sul quale la Formula 1 non può e non deve rimanere impassibile. Per questo l’idea principale è quella di rimanere sulle unità ibride, ma con motori termici alimentati da carburanti alternativi. Si punta a ridurre la sensibilità al numero di ottani, quindi la tendenza alla detonazione del carburante, in modo da migliorare l’efficienza e ridurre i consumi. Si stima che vi siano margini per un miglioramento dell’efficienza del 10%. Ovviamente l’obiettivo è quello di sviluppare di pari passo motori e combustibili, così da raggiungere un elevatissimo grado di efficienza, riducendo al minimo gli agenti inquinanti.
Suggestiva è poi l’ipotesi di motori a due tempi a cilindri contrapposti che, con le tecnologie attuali, nelle prove al banco hanno dimostrato dei valori di efficienza eccezionali.
Maggiore libertà per i team
Un’altra idea sul tavolo è quella di lasciare libertà totale ai team nella gestione dell’energia elettrica. La proposta è quella di fissare un limite di potenza erogabile senza ulteriori restrizioni, così da permettere alle varie squadre di differenziare le soluzioni. Così facendo si andrebbe a garantire una varietà di scelte tecniche che alla F1 manca da un bel po’ di tempo. Si ritiene anche che la flessibilità della parte elettrica possa offrire molte potenzialità sul piano sportivo, introducendo comandi azionabili dal pilota per passare tra diverse modalità d’erogazione della potenza elettrica, riportando le abilità di chi guida al centro della scena.
Il tema dell’idrogeno
Un altro tema molto discusso è quello dell’introduzione dell’idrogeno. Sebbene questa tecnologia sia forse troppo acerba per essere introdotta già a partire dal 2025, è un’opzione molto seria per il prossimo decennio. Red Bull ha già realizzato, insieme ad Oreca, un designer francese di auto da corsa, una concept car per la 24 ore di Le Mans alimentato a idrogeno, la H24. Questo concept dovrebbe arrivare a sviluppare una potenza di circa 730 cv a 17.000 giri al minuto, raggiungendo una velocità massima di 300 km/h. Il serbatoio dell’idrogeno, dalla capienza di 8,6 kg verrà immagazzinato ad una pressione di 700 bar. Ovviamente prima che l’idrogeno possa sbarcare nel circus, ci vorrà il giusto tempo per affinare la tecnologia, sia in termini di prestazioni sia in termini di sicurezza per il pilota.
La buona notizia per noi appassionati è che per sfruttare al massimo tale soluzione, i propulsori devono raggiungere un alto numero di giri. Si parla infatti di almeno 18.000 giri al minuto, un regime paragonabile a quello dei V10 dei primi anni 2000 e dei V8 loro successori. Sembra che l’idea sia quella di adottare dei V8 aspirati da 3.5 litri, alimentati ad idrogeno quindi a emissioni zero.

Obiettivo sound
Diciamocelo chiaramente: per quanto dal 2014 ad adesso sia molto migliorato, il sound dei V6 ibridi non è paragonabile a quello dei vecchi V10 o V8 o addirittura ai V12. E molti appassionati non nascondono la nostalgia dei tempi nei quali chi partecipava ad un gran premio dagli spalti del circuito tornava a casa con il male alle orecchie. E la Formula 1 si è prefissata di recuperare, almeno in parte, quel sound caratteristico delle monoposto della massima serie che ha fatto innamorare migliaia se non milioni di persone.
Secondo Ross Brawn, uno degli obiettivi per il 2025 è proprio quello di ripristinare un sound suggestivo e intrigante. Non sappiamo ancora come ciò avverrà nel 2025, ma se si dovesse adottare l’idrogeno come combustile, abbinato a dei motori aspirati come già detto prima, la possibilità di ritornare a quello che molti dicono essere il “vero sound di una F1”, pare essere molto di più di un sogno di pochi nostalgici.

Elettrificazione scongiurata
Per finire, possiamo concludere che nonostante l’elettrico stia sempre più prendendo piede sulle nostre strade, la Formula 1 ancora non è arrivata all’ipotesi di un’elettrificazione totale, almeno per i prossimi 10-15 anni. Sia per i diritti di esclusiva che la Formula E ha per almeno il prossimo vent’ennio, sia per la volontà di preservare il DNA della categoria. Un sospiro di sollievo, quindi, per tanti appassionati che si immaginavano una F1 elettrificata al 100% da qui a pochi anni.
Un futuro interessante
È quindi un futuro molto interessante quello che ci aspetta. Sicuramente si riuscirà a trovare una soluzione che riesca a conciliare le tematiche ambientali con le richieste degli appassionati di questo sport. Una sfida tecnica avvincente che serve a preparare la Formula 1 ad una nuova era, sempre più pulita ma senza perdere la sua anima. E chissà che con l’idrogeno non si possa tornare a quel sound che, nonostante tutto, ancora ci fa scendere una lacrimuccia.
[…] È di pochi giorni fa l’annuncio dell’ingaggio, da parte di Red Bull, dell’ingegnere Ben Hodgkinson. Segno che Red Bull ha già iniziato a fare sul serio sul piano power unit, che molto probabilmente verrà sviluppata in casa a partire dal 2025. […]
[…] Stavolta, però, l’oggetto della discussione non è l’incidente di Silverstone, ma il futuro delle Power Unit in vista del 2025. Come riporta RaceFans.net, lLo scorso 3 luglio, in occasione della doppia tappa […]
[…] “Penso che le attuali PU ibride siano sottovalutate […] Si parla troppo poco della loro efficienza energetica.” ha dichiarato lo spagnolo, quest’anno in forza alla Ferrari. “Nel 2013 si arrivava ad utilizzare quasi 180 kg di benzina nel corso di un GP; oggi, invece, grazie ai V6 di nuova generazione, riusciamo a completare una corsa bruciandone ‘solo’ 100 kg. E adesso abbiamo a disposizione molta più potenza rispetto a dieci anni fa” ha proseguito. Efficienza ed avanguardia sono dunque le parole d’ordine per questa generazione di PU e, con molta probabilità, anche per la prossima. […]