Quando Richard Branson portò la Virgin in Formula 1 (fallendo miseramente).
29 Dicembre 2021Corre il lontano 2009, e Richard Branson, proprietario della Virgin che in quell’anno sponsorizza la Brawn Gp è interessato a fondare un team di Formula Uno. Ci riuscirà, ma sarà un completo fiasco.
La fondazione
Richard Branson riuscì a fondare quella che poi verrà chiamata Virgin Racing acquistando l’80% delle azioni della Manor Motorsport. Il team principal sarebbe stato Alexander Tai, il direttore sportivo invece sarebbe stato John Booth, come Racing Director venne assunto Graeme Lowdon e come capotecnico venne chiamato l’ex team principal della Simtek Nick Wirth.
Avvenne però un cambiamento, infatti dopo l’acquisizione della Brawn Gp da parte di Mercedes e il brand Virgin Racing venne ufficialmente diffuso pubblicamente, Alexander Tai lasciò il team e quindi John Booth prese il suo posto da team principal, con Lowdon che quindi ottenne la promozione come direttore sportivo.
Durante gli ultimi mesi del 2009 vennero annunciati quelli che sarebbero stati i piloti del team: la prima guida sarebbe stata Timo Glock, ex pilota della Toyota, mentre per il secondo pilota furono molto insistenti le voci sul polacco Robert Kubica, che però poi firmò con Renault. Quindi Virgin scelse come seconda guida il brasiliano Lucas Di Grassi.
Presentazione della vettura e test prestagionali
Il telaio venne omologato dalla FIA dopo aver superato i crash test. Si trovò l’accordo per l’economico Cosworth come motore e quindi fu tutto pronto. La Virgin presentò la sua nuova vettura, la VR01, il 3 febbraio del 2010. Questa monoposto aveva una peculiarità, infatti l’aerodinamica non veniva sviluppata tramite la galleria del vento, bensì usando la tecnica della fluidodinamica computazionale. Il capotecnico Nick Wirth spiegò il perché di questa scelta, dicendo che le gallerie del vento erano ormai una cosa passata e che questa nuova tecnica di messa a punto sarebbe stata il futuro dell’aerodinamica in Formula Uno.
I test a Jerez però non diedero risultati troppo buoni per il team che mise insieme solo un centinaio di giri su una pista martoriata dalla pioggia e con una macchina che continuava ad avere problematiche, soprattutto idrauliche. Il primo giorno di test Glock completò solo 5 giri mentre il secondo giorno fece 11 tornate prima che l’ala anteriore della vettura si staccasse costringendo il team a dare forfait per tutta la giornata, a causa della rottura di altre parti dell’auto. Il giorno dopo fu la prima volta per Lucas Di Grassi a bordo della VR-01 che ebbe il muso completamente modificato dopo la rottura del giorno prima. La giornata andò abbastanza bene con Glock che durante la seconda parte della giornata di test completò 72 giri. Alla fine della giornata girava ottimismo all’interno del team, con il direttore Nick Wirth che assicurò che i problemi idraulici della vettura erano stati sistemati dai meccanici e che non si sarebbero più presentati così frequentemente. Tuttavia nell’ultima sessione di test prima dell’inizio del campionato disputatasi a Barcellona, il team ebbe di nuovo i problemi sofferti a Jerez. Questo costrinse Nick Wirth e tutto il team di progettisti a modificare completamente alcune parti della monoposto prima dell’esordio in Bahrain.

Esordio del team in Bahrain e riassunto stagionale 2010
Arrivò finalmente il grande giorno, la Virgin esordì in Formula Uno nelle FP1 nel Gran Premio del Bahrain e in una griglia costituita da ben 24 macchine (tra cui le 6 dei 3 nuovi team iscritti per quella stagione, ovvero proprio la Virgin, l’HRT e la Lotus Racing che in futuro poi si chiamerà Caterham). Solo Timo Glock fece segnare un tempo valido per la Virgin, mentre Lucas Di Grassi non riuscì a completare neanche un giro sulla sua VR-01. Nella FP3 del sabato Timo Glock perse una ruota e quindi dovette ritirarsi dalla sessione, la qualifica però si rivelò abbastanza positiva per il team che riuscì a piazzare Glock davanti a entrambe le Lotus e le HRT, mentre Di Grassi si mise alle spalle solo le vetture spagnole che fecero segnare un tempo di quattro secondi superiore rispetto a quello del Brasiliano. La gara però fu un disastro: Di Grassi si ritirò al secondo giro a causa di un problema idraulico, mentre il suo compagno di squadra verrà abbandonato dal cambio al sedicesimo giro. L’esordio quindi è completamente da dimenticare. Il weekend dell’Australia però non sarà migliore, infatti nessuna delle due vetture giungerà al traguardo. In Malesia arrivò finalmente la bandiera a scacchi: Di Grassi giunse al traguardo quattordicesimo, doppiato di 3 giri da Sebastian Vettel e giungerà addirittura dietro alla Ferrari di Fernando Alonso che nel frattempo si era ritirata a causa di un problema meccanico. Durante il corso dell’anno non ci furono segni di miglioramento e la Virgin terminerà il campionato costruttori all’ultimo posto addirittura dietro alla HRT con 15 ritiri in 19 gare e due quattordicesimi posti (uno di Di Grassi e uno di Glock) all’attivo.

Stagione 2011: la cessione alla Marussia e la fine della Virgin Racing
Nel 2011 la Virgin cambiò nome, infatti la Marussia divenne title sponsor del team che si chiamò Marussia Virgin Racing. La MVR-02, la nuova vettura della Virgin usò sempre la tecnica della fluidodinamica computazionale per sviluppare l’aerodinamica, però non disponeva del sistema di KERS. Nick Wirth dichiarò che non valesse la pena svilupparlo, il team quindi si concentrò completamente nella modifica e nella messa a punto dell’idraulica della monoposto e del cambio, ovvero le parti che diedero grossi problemi nella stagione precedente. La lineup dei piloti cambiò: Jerome D’Ambrosio prese il posto di Di Grassi, mentre Glock rimase sempre prima guida.
Nella prima gara in Australia la macchina era quasi sempre nel fondo dello schieramento, facendo pensare a molti che non sarebbero stati in grado di superare il limite del 107% in qualifica. Il team però ci riuscì, dando 4 secondi ad entrambe le HRT di Liuzzi e Karthikeyan che non prenderanno parte alla gara a causa del superamento del 107%. La gara si concluderà con Glock che non vedrà la bandiera a scacchi e con D’Ambrosio che finirà la gara al quattordicesimo posto, a quattro giri dal vincitore e a due dalla Lotus di Trulli appena davanti a lui. In Turchia arrivarono i primi aggiornamenti alla vettura ma Timo Glock non riuscirà a partire a causa di un problema al cambio, D’Ambrosio concluderà la gara in ventesima posizione. La stagione sarà ancora una volta disastrosa con il team che si ritirerà “solo” 8 volte ma che concluderà ancora una volta in ultima posizione con 0 punti iridati il campionato costruttori. Nel novembre del 2011 Richard Branson annuncia che il team cambierà nome in Marussia Racing Team a causa della cessione delle azioni a Marussia, decretando così la fine della Virgin Racing.
Amante dei motori e del ciclismo, soprattutto su sterrato e Pietre. La Parigi-Roubaix e la 500 miglia di Indianapolis un mantra