Ferrari: facciamo il punto della situazione sulla F1-75

Ferrari: facciamo il punto della situazione sulla F1-75

28 Aprile 2022 0 Di Sebastiano Vanzetta

Il brutto weekend di Imola ha sollevato in molti alcuni dubbi sulle reali prestazioni della F1-75. C’è da preoccuparsi oppure no? Vediamolo insieme!

Dopo le due vittorie in tre gare di Charles Leclerc, da Ferrari tutto ci si aspettava meno che la brutta battuta d’arresto in casa tra le curve di Imola. La F1-75, nelle condizioni di misto bagnato-asciutto viste sul circuito del Santerno è sembrata impotente davanti allo strapotere della RB18. Una debacle che non è passata inosservata e che, anzi, ha sollevato dubbi e preoccupazioni nei tifosi, forse troppo distratti dal weekend di Melbourne per cogliere veramente il livello delle forze in gioco.

A che punto è la monoposto? Come è messa a livello di sviluppi? Cosa ci possiamo aspettare nelle prossime gare? Proviamo a rispondere a queste domande.

Cosa è andato storto a Imola?

La prima domanda che sorge spontanea, soprattutto nei tifosi, è che cosa sia andato storto durante il weekend di Imola. Innanzitutto, quello che è sembrato essere il fattore determinante è stato il meteo. Le condizioni miste del weekend imolese hanno favorito gli austriaci che, a differenza degli altri weekend di gara, è riuscita a trovare una finestra di utilizzo degli pneumatici migliore. Infatti, la RB18 ha finora dimostrato di fare molta fatica a trovare la giusta finestra di utilizzo delle gomme, andando anche incontro al fenomeno del degrado termico. Il degrado termico si verifica quando la carcassa della gomma con il passare dei giri invece di riscaldarsi perde temperatura, e di conseguenza grip.

Dunque, il primo fattore fondamentale, anche grazie ai piccoli aggiornamenti portati dal team e al grande lavoro degli uomini di Milton Keynes, è stata la fortuna, per il team austriaco, di trovare le condizioni migliori per far funzionare bene la vettura. Dall’altra parte Ferrari, ha invece trovato condizioni tutt’altro che semplici per far funzionare bene la F1-75. È noto infatti che la rossa ha difficoltà nel mettere bene in temperatura le coperture, come conferma il fatto che sino ad ora i due piloti hanno sempre dovuto effettuare due giri di preparazione prima di un push in qualifica. Ciò, insieme alle basse temperature date dalle condizioni metereologiche non ha aiutato e ha fatto sì che si andasse incontro ad una finestra d’utilizzo delle gomme più ristretta rispetto ai primi tre appuntamenti.

In più, il setup è stato buono ma non eccezionale. Inoltre, il fatto che il regime di parco chiuso sia entrato subito al venerdì dopo la qualifica non ha aiutato a fare gli aggiustamenti necessari. Gli uomini di Maranello, oltre ad aver montanto un’ala anteriore diversa rispetto a quella delle FP1 andando quindi in qualifica “al buio” hanno tentato di far lavorare meglio le gomme con un bilanciamento più morbido di quello che probabilmente sarebbe servito. Questa modifica sembra però aver inciso, poi, al sabato durante la Sprint Race, con Leclerc che ha sofferto di un anomalo graining. L’assetto morbido, inoltre, sarebbe dovuto servire a mitigare il fenomeno del porpoising, del quale Ferrari soffre e in misura non banale.

Non per ultimo, il fatto che a differenza di Sainz che montava già la specifica 2 della Power Unit, Leclerc ha corso con la specifica 1 in “Safe Mode”. Un fattore che gli è costato un decimo al giro.

Il Superfast spinge, ma è pronto ad un ulteriore step

Parlando dunque di Power Unit, non possiamo soffermarci sul cosiddetto Superfast che a Maranello sta regalando molti sorrisi. Ferrari è forse il motorista che meglio ha lavorato in ottica 2022, sia per recuperare cavalli rispetto alla concorrenza, sia per adeguarsi ai nuovi carburanti E10. Il punto su cui gli ingegneri hanno lavorato di più è stata la parte elettrica, che è stata rivisitata e con la quale si è risolto il cronico problema della carica dell’ERS. Esso si esauriva in poco tempo e costringeva i piloti a mirabolanti modifiche al SoC (State of Charge) sul volante. Andavano dunque ad operare alla modalità di emissione della potenza elettrica, per mantenere un buon livello di energia elettrica.

Un famoso detto, dice però che si può sempre migliorare, e infatti Ferrari non è rimasta con le mani in mano. Sainz è infatti sceso da subito in pista con la Spec 2 dell’unità propulsiva, che nella teoria dovrebbe introdurre migliorie dal punto di vista dell’affidabilità. Inoltre, dovrebbe esserci una rivisitazione della parte elettrica che dovrebbe dare qualche cavallo in più. Con il ritiro dello spagnolo però, è stato impossibile raccogliere dati importanti in gara, ragion per cui Ferrari procederà a equipaggiare anche Leclerc con la nuova unità. La Spec 1 potrà comunque essere utilizzata durante i venerdì e gli appuntamenti meno impegnativi a livello di motore come Monaco.

Pronte le nuove migliorie aerodinamiche per la F1-75

Ferrari si è sinora concentrata sul comprendere al meglio la F1-75 così come è stata pensata. Motivo per il quale non sono state introdotte grosse novità dai test del Bahrain fino ad Imola, sfruttando la bontà del lavoro degli ingegneri della rossa che ha permesso di essere lì davanti anche senza aggiornamenti, a differenza di Red Bull.

In casa Binotto, però, si concorda sul fatto che è giunta l’ora di introdurre le prime novità. A Miami infatti debutterà una nuova ala posteriore. L’obiettivo di questa nuova componente è quello di ridurre il drag della monoposto. La F1-75 è infatti una vettura che seppur molto veloce, soffre comunque di un drag che non le permette di raggiungere le punte di velocità molto elevate. Un aggiornamento molto importante proprio in vista di un GP che si prospetta, visto il layout, ad alta velocità media. Altri piccoli aggiornamenti riguarderanno il fondo della vettura, per andare a limitare il porpoising, oltre alla Spec 2 di Power Unit per tutti e due i piloti.

Il fondo della F1-75

Ulteriori, e più corpose modifiche, saranno introdotte nel successivo weekend di Barcellona. Uno degli obiettivi è quello di portare un nuovo diffusore posteriore che possa gestire meglio i flussi del canale venturi. Altro obiettivo è quello di andare a limitare ancora di più il porpoising. Lo stesso Binotto ha confermato che il pacchetto di aggiornamenti previsto per il fine settimana catalano sarà più grande di quello che vedremo a Miami.

La Ferrari cercherà dunque di trovare ancora più efficienza aerodinamica contenendo il drag e di abbassare ancora di più la monoposto. Infatti, il porpoising obbliga i team a mettere a punto assetti abbastanza alti, che non vanno però a sfruttare l’effetto suolo. Il canale venturi lavora meglio e più efficientemente quando la macchina è più bassa. Con un miglior effetto venturi si genera ancora più carico aerodinamico.

Chi va piano va sano e va lontano

Una filosofia, quella di Ferrari, controcorrente rispetto a quella Red Bull, che punta invece a piccole migliorie ad ogni GP. A Maranello vogliono fare con calma e “capire bene”. Parafrasando Binotto, vogliono essere sicuri di andare nella direzione giusta senza spendere troppo in termini di budget cup. I tecnici sono ben consci dei problemi da risolvere, e si stanno prendendo il tempo necessario per approntare le giuste contromisure. Questo anche grazie ad una monoposto che anche senza sviluppi rimane comunque competitiva.

Tutto ciò deve far ben sperare i tifosi. La F1-75 è un progetto azzeccato, e gli ingegneri della Rossa sanno dove intervenire per renderla ancora più veloce. Non sarà un percorso semplice, visto l’ostica concorrenza della Red Bull. Le premesse affinché quella di Imola sia stata veramente solo una battuta d’arresto ci sono tutte. Non c’è dunque da disperarsi. La Ferrari, finalmente, c’è.

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