Schumacher – Ferrari: questo matrimonio non s’ha da fare.
29 Settembre 2022Il pilota tedesco a fine 2022 potrebbe dover dire addio per sempre al suo sogno di guidare per la Scuderia Ferrari, ma c’è mai stata veramente una possibilità?
Vincitore della F3 europea nel 2018 e della F2 nel 2020, il passato di Mick nelle categorie minori non è di poco conto. Il suo ingresso in F1 è stato senz’altro ben accolto visto il cognome che porta, ma non certo regalato. Ha dovuto seguire le regole, Schumacher, e si è guadagnato un posto prima nella Ferrari Driver Academy, nel 2019, e poi in F1. Il suo arrivo nella FDA ha fatto ben sperare i nostalgici che auspicavano di vederlo un giorno vestito di rosso. Ma la mossa di marketing sensazionale sembra, ad oggi, impossibile. Insomma, Schumacher il suo passaggio in F1 se lo è meritato, ma si sta meritando il sedile? Il sogno di vestire un giorno la tuta che indossò il padre sembra sempre più lontano, ma perché? Cosa manca a questo ragazzo già campioncino?
Forse la risposta è il tempo.
Mick il temporeggiatore.
Nella sua vita, probabilmente, nello scegliere la carriera di pilota, ha dovuto fare i conti con tante persone e tante parole. Un cognome come il suo esigeva la vittoria e se quella non fosse arrivata, tutti sarebbero stati pronti a giudicarlo. Per Mick non deve essere stato facile. La pesante eredità del Kaiser ha sicuramente influenzato la sua vita in profondità, non consentendogli di approcciare questo sport con la giusta spensieratezza. Il peso di una simile situazione lo si può solo immaginare, non tutti abbiamo un padre che di nome fa Michael Schumacher.
Per non essere schiacciato da questa condizione e appropinquarsi allo sport che anche lui amava, ha dovuto darsi tempo. Forse per quello nei kart aveva scelto di farsi chiamare Mick Betsch, usando il cognome da nubile di sua madre.
Schumacher, forse per natura o per necessità di vita, quindi, ha bisogno di tempo per migliorarsi. Non è uno di quei talenti che vince tutto appena arrivato, non come Russell o Leclerc. In entrambi i campionati vinti, infatti, il titolo è arrivato solo l’anno successivo al suo ingresso in categoria. Forse è il tipo di pilota che necessita di un certo periodo per adattarsi alla macchina o semplicemente è la sua metodologia di lavoro che lo rallenta. Comunque sia è proprio il tempo, che prima gli era amico, che ora sta costando a questo ragazzo il sedile in Ferrari e la partecipazione alla Academy.
Sliding doors
Il tempismo non è dalla parte di Schumacher per quanto riguarda il suo improbabile se non impossibile avvento in Ferrari. Nel 2019, mentre lui entrava a far parte della FDA, infatti, Leclerc dimostrava il suo talento e si assicurava un contratto pluriennale con la Scuderia. Per Schumacher, allora, c’era la possibilità di essere seconda guida ma era, ancora, in ritardo. Nel 2020, quando lui vinceva il campionato di F2, l’arrivo di Sainz e il suo rinnovo al fianco di Leclerc, avevano già irrimediabilmente compromesso ogni speranza.
“Come abbiamo detto a inizio anno, in questa stagione, per Mick, è importante migliorare”, le parole del team principal della Ferrari, Mattia Binotto, al Gran Premio d’Italia.
“Tra poche gare ci siederemo con lui e faremo un bilancio della stagione. Lo faremo anche con la Haas e decideremo per il suo miglior futuro.”
Il miglioramento non sufficiente e le sliding doors non favorevoli sembrano le principali cause del suo mancato approdo in Ferrari. Ma ora persino la sua permanenza in F1 è a rischio. Gli unici sedili disponibili, infatti, sono quelli della sua squadra attuale oppure della Williams.
Schumacher senza sedile (Ha)assicurato?
L’annata 2022 per Schumacher non è stata male con un paio di buoni piazzamenti a punti a Silverstone e in Austria, ma la squadra sembra non essere convinta del rinnovo. Proprio il direttore tecnico a bordo pista di Haas, Ayao Komatsu, ha criticato Mick Schumacher per la sua attitudine.
“A volte Mick si concentra troppo sul suo compagno di squadra” ha detto Komatsu.
“È molto positivo per lui avere un compagno consolidato come Kevin”, ha aggiunto ancora.
“Non sapevamo in anticipo quanto fosse bravo. Poi è arrivato Kevin e questo ci ha dato un riferimento. Pensiamo che con la nostra auto del 2021 saremmo stati al sicuro contro Williams – avremmo potuto combattere se avessimo avuto Kevin. Mick ne avrebbe tratto beneficio nel suo sviluppo.”

È proprio il paragone con Kevin Magnussen, però, che sembra stia danneggiando l’immagine di Mick. Appena rientrato in F1, il primo è riuscito a portare i primi punti alla squadra dopo un anno di magra, mentre Schumacher faticava ad adattarsi alla nuova vettura, rinnovata dai cambi regolamentari. I due buoni piazzamenti di Schumacher sono poi controbilanciati dai due costosi incidenti del tedesco a Gedda e Monaco. In generale, probabilmente, si attendeva che Mick battesse senza problemi Magnussen, considerato un buon pilota, ma così non è stato. Inoltre il bisogno di tempo per esprimersi al meglio mina le sue possibilità in uno sport che si basa sui decimi, se non sui millesimi, di secondo.
I miglioramenti di Schumacher
Comunque sia, Schumacher da Silverstone in poi è quasi sempre stato davanti al compagno. L’inizio stagione, però, con la confusione delle prime gare, ha consegnato alla squadra occasioni importanti per accumulare punti e solo Magnussen è stato in grado di approfittarne. Questi posizionamenti, rilevanti per il campionato costruttori, saranno, senz’altro, oggetto di discussione quando Haas dovrà prendere una decisione.
In un colpo solo il figlio del Kaiser potrebbe perdere il suo posto in FDA, il suo sogno di essere pilota Ferrari e il sedile in Haas. Schumacher saprà uscire vincente da questa situazione? Solo il tempo potrà dircelo.