Ferrari, “Fermarsi per non perdersi”. Parla Jock Clear

Jock Clear, Senior Performance Engineer di Ferrari, ha parlato nel corso di una lunga intervista dell’approccio del team negli sviluppi.

L’approccio conservativo che Ferrari ha avuto nel corso di quest’anno, a riguardo dello sviluppo della monoposto, non ha dato frutti. Addirittura, ha permesso a Red Bull di staccare i rivali della rossa e a Mercedes di riavvicinarsi pericolosamente al secondo posto del mondiale costruttori.

Un approccio criticato da molti tifosi, che imputano al team di Maranello il fatto di non essere riusciti a portare in pista così tanti sviluppi come i rivali austriaci, e di non essere stati in grado di tenere il passo con la RB18, sempre in continua evoluzione. Al contrario, il Senior Performance Engineer di Ferrari, Jock Clear, è convinto che il modus operandi molto cauto abbia permesso al team di capire se effettivamente si stava andando nella giusta direzione o meno.

Fermarsi per non perdersi

Avere la conferma che si stava andando nella giusta direzione è stato cruciale” ha detto Clear. “Non appena ti chiedi se hai sbagliato qualcosa in termini di setup devi essere coraggioso. Devi capire dove sei, non puoi permetterti di continuare ad andare avanti. Se ti perdi, l’ultima cosa da fare è continuare per quella strada pensando ‘Vediamo che succede’. Ti fermi e guardi la mappa. Questo è quello che abbiamo fatto, ci siamo fermati e abbiamo guardato la mappa per non perderci”.

Jock Clear (sulla sinistra) assieme ad un collega della Mercedes

Certo, uno può dire che a fare così abbiamo perso un po’ di performance in gara. Ma non fermarci per capire dove eravamo sarebbe stata una cosa non saggia da fare, perché il futuro è sempre dietro l’angolo” ha continuato l’ingegnere inglese. “Non si può ignorare il fatto che devi sempre essere sul pezzo quando si tratta della direzione che sta prendendo lo sviluppo. Quindi ci siamo fermati e abbiamo guardato la mappa. Ora abbiamo la conferma che stiamo andando nella giusta direzione”.

Un Jock Clear quindi molto fiducioso per il futuro. Certo, il 2022 è partito con altre prospettive, ma il Senior Performance Engineer della Rossa stenta a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Per lui l’importante è aver capito la direzione da prendere in vista del 2023 e da tenere fino al 2026. Una visione che farà storcere il naso a molti, ma che mette anche in risalto il diverso metodo di lavoro tra Ferrari e Red Bull.

Questione di fondo

Uno dei nodi principali che Ferrari ha dovuto sciogliere, in termini di sviluppo, è stato quello sul fondo. In molti hanno dato la squadra di Binotto in confusione visti i numerosi cambi di fondo nelle prove libere tra un GP e l’altro. Anche se, come spiega Clear, la questione è ben diversa.

Abbiamo dato un’occhiata alla situazione in generale e siccome abbiamo visto che dalla Francia sembrava esserci stato un passo indietro, abbiamo ovviamente pensato al fondo. Abbiamo rimontato quello vecchio, ma ci siamo accorti che in realtà quello nuovo era migliore, quindi siamo ritornati ad usarlo. Quindi sì, abbiamo fatto un po’ A-B, A-B, A-B, ma per confermare che non avessimo montato qualcosa che non funzionasse”.

I tecnici di Maranello, che hanno proseguito lo sviluppo del fondo, sono riusciti a portare una nuova specifica di fondo in Giappone, dove però a causa del meteo i dati non sono stati molti, anche se quei pochi che sono arrivati sembrano incoraggianti.

Particolare del fondo portato a Suzuka

È un fondo che era disponibile già per Singapore” spiega Clear. “Ma è un fondo che produce molto downforce ad alta velocità, quindi non particolarmente adatto a Singapore. Non è troppo differente dall’altro, a meno che non li si metta vicini. È stato un rischio, perché ad essere sinceri è costoso. Andare così distanti dalla fabbrica significa anche dover portare tutte le componenti vecchie in caso il fondo non funzionasse.

Ma eravamo fiduciosi di andare nella direzione giusta e il nuovo fondo lavora bene. Ci aspettavamo di essere indietro rispetto a Red Bull come a Spa, che è un circuito simile. Ma siamo rimasti veramente soddisfatti di essere arrivati veramente vicini a loro in qualifica. Penso che da qui in avanti useremo questo fondo perché ci saranno circuiti dove si può beneficiare di downforce ad alta velocità”.

Niente rivoluzioni da qui a fine anno

L’ingegnere della Ferrari ha poi voluto chiarire che il team non porterà alcun sviluppo “rivoluzionario” da qui fino alla fine della stagione, anche se gli ingegneri non smetteranno di pensare a nuove soluzioni. “A questo punto della stagione si guarda a come affinare il setup. Ovviamente siamo in una situazione in cui la sfida è mantenere la seconda posizione nel campionato dei costruttori. Quindi di certo vogliamo arrivare alle gare e vincerle, e dunque la motivazione per andare avanti con gli sviluppi rimane, non ci si può mai fermare. Non puoi dire ‘Ok, ora si risparmia per l’anno prossimo’ perché devi continuare“.

Tutti i team stanno già guardando all’anno prossimo, e ovviamente nel 2023 vogliamo essere competitivi, se non di più. E nel momento in cui finiscono le gare si ritorna in galleria del vento e al simulatore, ma non è la stessa cosa. Quindi dobbiamo veramente massimizzare il, dal punto di vista dello sviluppo, le ultime gare. Dobbiamo rimanere davanti a Mercedes e saremo lieti di migliorare le performance in pista per farlo”.

Idea che vince (o quasi) non si cambia

La fiducia che Clear e tutto il team di Maranello ha nel lavoro compiuto sugli sviluppi riflette anche la decisione di non stravolgere il concetto originale della monoposto come hanno fatto altri team, Mercedes su tutti.

Crediamo ancora al nostro concept, specialmente dopo il trambusto dei test invernali. Quando si è saputo che Mercedes avrebbe portato una monoposto senza sidepods tutti quelli del reparto aerodinamico dei team nel paddock hanno cominciato ad andare in panico, a tirare via i sidepods dalle vetture e a urlare ‘Oddio mio, la Mercedes sarà un secondo più veloce di noi!’. Poi in Bahrain abbiamo capito che avevamo fatto la scelta giusta”.

La differenza di filosofia nei sidepods tra Mercedes e Ferrari. Crediti: https://twitter.com/JunaidSamodien_/status/1501940314147221510?s=20&t=sROpMifhMClKJHqtdxkakQ

Il lavoro di noi ingegneri è quello di guardarsi intorno per capire se qualcuno abbia trovato una soluzione interessante. Allo stesso tempo eravamo fiduciosi di aver preso la strada giusta, e chiaramente l’abbiamo fatto. La nostra è una soluzione un po’ diversa da quella di Red Bull, ma penso che sia facile notare che il DNA di Red Bull e Ferrari è diverso. Non sceglieremo il loro approccio perché non si adatterebbe alla nostra vettura e lo stesso vale per loro”.

Nessuna preoccupazione sull’affidabilità

Jock Clear ha poi chiuso l’intervista parlando dell’affidabilità della Power Unit e di come non sembri essere un problema in vista del prossimo anno.

Abbiamo visto che tutti i team hanno spinto sui motori e tutti stanno sforando nel numero di Power Unit permesso da regolamente prendendo penalità. Penso che sia una decisione che tutti i motoristi hanno fatto perché così facendo ti basta aggiungere affidabilità. Dal punto di vista motivazionale per tutto il team, avere un motore potente a cui serve solo un po’ di affidabilità fa in modo che tutti siano felici di lavorare soltanto per migliorare quell’aspetto”.

Se hai un motore affidabile ma poco potente allora le persone tendono a perdere fiducia. Quindi penso che abbiamo fatto la scelta giusta e una scelta simile ad altre squadre. Siamo contenti che tutto si stia sistemando sotto questo aspetto” ha poi concluso Clear.

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