Ferrari, un secondo posto da ricordare?
22 Novembre 2022Con il secondo posto nel Gran Premio di Abu Dhabi, Charles Leclerc riesce ad agguantare la piazza d’onore nella classifica piloti, così come la Scuderia Ferrari in quella costruttori.
Con soli tre punti di distacco, Charles Leclerc, mette il sigillo sul secondo posto nella classifica mondiale, ma distanziato di ben 146 lunghezze dal suo rivale diretto (se così si può definire), Max verstappen.
I freddi numeri, a volte, non bastano per descrivere un campionato così ricco di dinamiche, ma in questo caso non possiamo essere indifferenti alla supremazia mostrata da Red Bull nel corso della stagione.

Ma nonostante tutte le qualità della vettura progettata da Adrian Newey, Sergio Perez non è riuscito a classificarsi davanti al monegasco della Ferrari, mettendo in mostra sia i propri limiti rispetto al fresco bicampione mondiale, che le capacità di Leclerc, unico in grado di battere il monopolio Red Bull.
Discorso diverso per Sainz, che nella classifica mondiale risulta quinto, alle spalle di Russel, e a 62 punti da Leclerc. Dopo aver faticato nel trovare il giusto feeling con la vettura 2022, e nonostante la vittoria di Silverstone, a bordo della Ferrari F1-75 non è mai riuscito a lasciare il segno come il proprio compagno. Dovrà così ripartire dalla consistenza mostrata in stagione, ma con una Mercedes ritrovata ed una Red Bull sempre al top, non sarà abbastanza per la causa del Cavallino. Tralasciando ovviamente i complottisti, che vedono Sainz prima guida, per volere dello sponsor Santander e per la inspiegabile gioia di Binotto.
Possono essere di buon auspicio i secondi posti raggiunti nel finale di stagione? Assolutamente sì, se i problemi tecnici sono risolvibili, non c’è motivo per cui non dovrebbero esserlo anche quelli legati a strategie ed errori di gestione. E come conseguenza di una vettura competitiva, ci sarebbero sia una gestione del muretto più semplice, non obbligato a trovare sempre strategie limite, sia una guida meno estrema dei piloti, allontanandoli da possibili errori.
Dopo il biennio 2020/2021, concludere la stagione con 4 vittorie e ben 13 pole position, al netto dei ben noti problemi di gioventù del progetto 675, è una buona base per il 2023. Non ci sono motivi che facciano pensare che cambiare guida della GES Ferrari sia la scelta corretta per garantirsi un futuro migliore, anzi. La storia, più o meno recente, racconta che a Maranello, le grandi uscite non sono mai state sinonimo di vittoria e netti miglioramenti. Soprattutto quando i cacciati erano nomi illustri a livello ingegneristico, proprio come nel caso di Binotto.
Solo il tempo saprà dirci che ne sarà di Binotto e della Ferrari 2023, nella speranza che il secondo posto di Leclerc e del Cavallino, siano uno step necessario in vista di qualcosa di meglio.