Ciao Binotto: non il male maggiore, ma comunque un male.
29 Novembre 2022Mattia Binotto ha rassegnato le dimissioni da team principal della Ferrari e lascerà il team di Maranello dopo 28 anni.
Era nell’aria da un po’, ora è anche ufficiale: Mattia Binotto lascia la Ferrari. Nel comunicato della Rossa, si può leggere come le ricerche per un nuovo team principal proseguiranno fino all’inizio del prossimo anno.
Ad oggi, l’ipotesi più probabile sembra quella di Frédéric Vasseur, attuale team principal dell’Alfa Romeo.
Con Mattia Binotto, la Ferrari non perde solo il team principal ma anche il direttore tecnico. Saranno necessarie, molto probabilmente, due figure per poter sostituire l’ex ingegnere della Ferrari.
La Ferrari si libera di un ottimo ingegnere, ma di un pessimo team principal. Una pessima comunicazione con i media ha influito e non poco sulle sue dimissioni.

Obiettivi annunciati, successivamente ritrattati. Poca trasparenza, poca chiarezza.
In quattro anni di Binotto, la Ferrari ha raccolto 7 vittorie e 47 podi, macchiando la storia del Cavallino con l’accordo sul motore del 2019 che ha costretto la Rossa di Maranello a due anni di puro inferno.
A poco è servita la rinascita di quest’anno: a fine 2022 la Ferrari si ritrova indietro di 3 anni. Seconda forza, con un occhio più indietro che non avanti.
Il futuro non è roseo. La scelta arriva probabilmente nel momento sbagliato, ma è una scelta inevitabile. Se non quest’anno, sarebbe stato il prossimo. L’impressione è che la Ferrari si sia ritrovata a dover scegliere tra Binotto e Leclerc.
Un Leclerc che ha un contratto in scadenza nel 2024 e che rischia seriamente di lasciare la Ferrari.
Binotto lascia la Ferrari. Chi lo sostituirà difficilmente sarà migliore sotto il punto qualitativo. La speranza è che sia almeno in grado di gestire la pressione dei media e di stabilire una gerarchia all’interno del team.
Binotto non era il male maggiore della Ferrari, ma sicuramente una parte. C’è bisogno che chi arrivi prenda e ribalti il muretto. Che inizi a mostrare il pugno duro. E che punti a vincere. Perché il secondo è solo il primo dei perdenti.