La strana carriera di Tarso Marques: tre stagioni, ma mai intere.

Da prodigio a ultima ruota del carro, la carriera in F1 di Tarso Marques, penalizzato dalla dura legge del denaro, tra vetture poco competitive e compagni scomodi.

Tarso Marques, nasce in Brasile nel 1976. Grazie al supporto del padre, imprenditore e pilota di stock car, inizia la sua carriera nel campionato kart a undici anni. Dopo aver vinto titoli regionali e nazionali, a sedici anni, debutta in Formula Chevrolet, aggiudicandosi subito il campionato.

Nel 1993 avanza nella Formula 3 Sudamericana, dove ottiene un quinto posto finale, dopo una pole e una vittoria nella stagione. Con questi buoni propositi nel 1994 entra in Formula 3000, a diciotto anni. Dopo due anni in categoria, e una vittoria, riesce a scovare un’opportunità in F1, grazie ai suoi sponsor e alla nomina di prodigio che lo accompagna.

La prima stagione di Tarso in F1

Il suo debutto in F1 avviene al volante della Minardi al Gran Premio del Brasile. Nonostante la sua prima qualifica sia buona, diciannovesimo alle spalle del suo compagno di squadra, il suo giro viene annullato per non essersi presentato alla pesa. In gara a causa dell’inesperienza, e di una pioggia molto forte, va in testacoda e si ritira al primo giro.

Nel successivo Gran Premio d’Argentina Tarso dà prova delle sue doti di pilota. In qualifica ottiene un ottimo quattordicesimo posto, rifilando al suo compagno di squadra, Pedro Lamy, un ampio distacco. Dopo una buona metà gara, mentre è in lotta con Martin Brundle per l’undicesima posizione, la troppa irruenza ha la meglio e Tarso tampona il pilota inglese.

Il team di Faenza, però, in difficoltà economiche, non può permettersi un pilota con scarso appoggio finanziario come Tarso. Il brasiliano viene, quindi, sostituito dopo queste sole due gare con il più facoltoso Giancarlo Fisichella per il resto della stagione.

La seconda stagione

Nel 1997 Tarso nonostante dei buoni test in Arrows, che però gli favorisce il pagante Pedro Paulo Diniz, rimane in Minardi come terzo pilota. La sua breve carriera sembra sia già avviata alla conclusione, ma un evento insperato gli concederà un’ulteriore opportunità.

Il pilota Olivier Panis ha un incidente in Canada e la Prost Gran Prix, non avendo piloti di riserva, sotto pagamento arruola al suo posto Jarno Trulli, per il resto della stagione, lasciando libero il suo sedile in Minardi. Tarso torna perciò al volante della Minardi, a partire da metà campionato. Al Gran Premio di Francia, gara del suo rientro, è lontano in qualifica dal suo compagno di squadra mentre in gara una rottura al motore lo obbliga al ritiro.

La successiva gara in Gran Bretagna rappresenta il migliore risultato della stagione. Tarso giunge decimo sulla linea del traguardo, concludendo il suo primo Gran Premio in F1. Ma questo è solo un fuoco di paglia. Il resto del campionato è disseminato di ritiri e piazzamenti lontani dalla top ten, frutto di una vettura non competitiva.

Gli anni lontano dalla F1

Gli scarsi risultati non consentono a Tarso di prendere parte alla stagione del 1998 con Minardi. Dopo un anno sabbatico, nel 1999, grazie al suo classico colpo di fortuna, Tarso ottiene nuovamente un sedile, ma non in F1 bensì in CART.

A fine ’98 Tarso aveva svolto un buon test con il team Payton/Coyne Racing, divenendone pilota di riserva, ma le cose avevano poi preso una piega diversa. Il due volte campione della 500 miglia di Indianapolis, Al Unser Jr., infatti, si era infortunato e il proprietario del Team Penske, ovvero Roger Penske, gli aveva chiesto di sostituirlo. Il miglior risultato di quell’anno per Tarso è un nono posto sul circuito di Rio de Janeiro.

L’anno seguente, al volante della vettura poco competitiva del Team Payton/Coyne Racing, Tarso riesce comunque a portare a casa dei buoni piazzamenti, guadagnandosi la fiducia del team.

D’altra parte, sembra che la sua carriera in Formula 1 sia finita, ma c’è ancora tempo per disputare l’ultima stagione incompleta della sua vita.

La terza e ultima stagione in F1

Nel 2001 il nuovo proprietario della Minardi, ovvero Paul Stoddart, lo vuole nella sua scuderia forse pensando che la sua passata esperienza nel team possa essergli utile. Al fianco di Tarso c’è un pilota spagnolo giovane, ma già molto stimato dalla squadra, di nome Fernando Alonso.

La strana carriera di Tarso Marques: tre stagioni, ma mai intere.

In qualifica Tarso è quasi costantemente battuto da Fernando Alonso, accumulando distacchi rilevanti. In gara, invece, tra ritiri e ultimi posti, conclude nono in Brasile e Canada, al contrario del compagno che non riuscirà mai a terminare una gara sopra la decima posizione in tutta la stagione. La vettura è fragile e i ritiri sono molti per entrambi, nonostante ciò, appare subito chiaro che il team prediliga Fernando Alonso. Allo spagnolo è destinato sempre il muletto in caso di necessità, a sfavore del povero Tarso.

I pochi test ed un equipaggiamento non allo stesso livello di Fernando, causano la rabbia di Tarso che chiede direttamente Stoddart di essere sostituito perché stanco di essere trattato come l’ultima ruota del carro dalla squadra. A seguito del Gran Premio del Belgio, le sue richieste verranno ascoltate e il pilota malese Alex Yoong, sostenuto da munifici sponsor, prenderà il suo posto.

La carriera di Tarso Marques in Formula 1 si conclude con la partecipazione a tre stagioni mai intere e con l’unica consolazione di essere stato uno dei pochi a battere Fernando Alonso nel Campionato Piloti, alla guida della stessa vettura.

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