F1 | Analisi telemetrica Qualifiche GP d’Australia: la Pole di Verstappen nel dettaglio
1 Aprile 2023Tra le curve ed i rettilinei dell’Albert Park, Max Verstappen ritrova la Pole Position e “pone rimedio” alle scorse qualifiche di Jeddah. Aiutandoci con le telemetrie, vediamo come l’olandese ha raggiunto la prima fila di Melbourne durante le qualifiche del GP d’Australia.
A Melbourne, in Australia, Max Verstappen “pone rimedio” al guasto accusato durante le qualifiche di Jeddah e conquista la sua seconda Pole Position stagionale. Il pilota olandese parte con il favore dei pronostici ed avrà tutte le carte in regola per imporsi sul resto della griglia, consolidando la leadership del mondiale che attualmente è nelle sue mani. Qualifica positiva anche per le due Mercedes, che si portano in seconda e terza posizione davanti l’Aston Martin di Alonso. Quinto Sainz, solo settimo Leclerc per la solita incomprensione con il muretto.
Premessa
Per l’Albert Park, palcoscenico del Gran Premio d’Australia, le telemetrie che siamo stati in grado di analizzare contengono punti dati prelevati con un “periodo di campionamento” pari a circa 17 metri. I grafici sottostanti, pertanto, non possiedono un’elevata precisione, ma costituiscono uno strumento sufficientemente accurato per trarre alcune conclusioni.
DRS ed efficienza aerodinamica
Quello dell’Albert Park è notoriamente un tracciato dove l’effetto dell’ala mobile risulta essere decisamente influente. Il recente restyling, realizzato verso fine 2021, in un certo senso ha accentuato questa situazione già di per sé esistente, aumentando in maniera più netta i vantaggi legati al DRS. Tra le modifiche operate, la più importante è sicuramente la rimozione della chicane tra le vecchie curve 9 e 10, ora rimpiazzata da una “curva” che i piloti sono soliti percorrere in pieno grazie alla giusta dose di carico aerodinamico.
Il nuovo layout più fuido ha permesso di sperimentare una soluzione già da tempo invocata dalla Formula 1, ossia l’introduzione di una quarta zona DRS. Il test ha avuto luogo durante le FP2 della scorsa edizione e aveva riscosso un discreto successo sopratttto tra le scuderie che meno soffrivano gli effetti del drag, ma l’elevato porpoising accusato dalle vetture 2022 aveva comportato la prematura rimozione della zona già durante la successiva sessione di Prove Libere. Quest’anno, invece, il progetto della quarta zona DRS sembrerebbe essere andato in porto. A fronte di una maggiore sicurezza dei piloti, il circuito di Melbourne è tornato a promuovere un utilizzo più audace dell’ala mobile, al fine di favorire lo spettacolo ed i sorpassi in pista.

Ma quanto vale effettivamente il DRS qui a Melbourne? Prendendo in esame le telemetrie della scorsa edizione del GP d’Australia proviamo a quantificare i benefici legati all’utilizzo dell’ala mobile confrontando i giri più veloci dei due piloti allora in lotta per il Titolo.
In entrambe le telemetrie le velocità di punta nell’allungo verso l’attuale curva 9 sono molto maggiori nelle FP2 che nelle FP3, merito dell’utilizzo dell’ala mobile. Più nello specifico, Verstappen fa registrare un picco di 323 km/h (a discapito dei 305 nel giro più veloce delle FP3), mentre Leclerc si assesta attorno ai 315 km/h (305 anche per il monegasco durante le FP3). L’effetto della quarta zona DRS può arrivare a costare anche 3 decimi di secondo e, ovviamente, premia maggiormente le monoposto che presentano un’efficienza aerodinamica impeccabile.
È il caso delle due Red Bull, sin dall’anno scorso riconosciute all’unanimità come le monoposto più efficienti per via del loro design innovativo, e che quest’anno hanno bissato il successo della scorsa stagione aumentando il divario aerodinamico con le altre vetture concorrenti al Titolo. Come visto anche a Jeddah, le due monoposto austriache riescono a combinare elevate velocità di punta e sufficienti livelli di carico aerodinamico, un binomio difficilmente visibile in Formula 1 e che evidenzia il buon lavoro compiuto dagli ingegneri Red Bull.
A riprova di quanto detto, tornando alle qualifiche di oggi, confrontiamo le velocità dei piloti più veloci dei primi quattro team ed analizziamo nel dettaglio alcune porzioni di telemetria.
La prima miniatura subito dopo la telemetria principale rappresenta le velocità dei quattro piloti nell’allungo verso curva 9. Più nello specifico, i grafici in questione mostrano solamente la parte finale dell’allungo, quella immediatamente successiva all’attivazione dell’ala mobile, volendo ancora una volta focalizzare l’attenzione sulla bontà del dispositivo montato sulle vetture austriache.
Dal grafico si evince l’indiscussa superiorità della RB19 di Verstappen rispetto le monoposto dei restanti piloti, misurabile in un’accelerazione molto pronunciata. Se, infatti, ad inizio grafico la velocità dell’olandese è di appena 292 km/h, più lento dei restanti piloti in analisi, a fine rettilineo Verstappen è nettamente il più veloce, sfiorando i 324 km/h. Solamente Sainz riesce ad avvicinarsi alla velocità di punta del due volte iridato, fermandosi però attorno ai 323 km/h e frenando in anticipo. Ben più distanti Russell ed Alonso, rispettivamente a quota 320 e 317.
Anche verso curva 1 (seconda miniatura) l’ago della bilancia pende a favore di Verstappen. La terza zona DRS del tracciato consente all’olandese di sfruttare pienamente i punti di forza della monoposto, raggiungendo a fine rettilineo una velocità di 326 km/h. Più modeste le velocità degli inseguitori: 323 per Russell, 322 per Sainz, 318 per Alonso. Poco importa se Verstappen stacca prima dei contendenti alla Pole: l’ampio delta di velocità gli consente ugualmente di guadagnare un sufficiente margine di vantaggio sugli avversari.
Situazione simile, infine, nell’allungo verso curva 3 (terza miniatura), che i piloti affrontano dopo aver superato la quarta zona DRS. Qui Verstappen rifila al secondo classificato, Russell, un distacco di 4 km/h, forte anche del vantaggio di velocità maturato percorrendo curva 1-2 che vedremo in seguito. Il delta aumenta se poi andiamo a considerare Sainz (+6 km/h) e Alonso (+8 km/h).
Le telemetrie mostrano chiaramente che la prevalenza del pilota olandese nei rettilinei e nei tratti veloci è indubbia in ogni punto del circuito.
Veloce anche in curva
Se da un lato è vero che il giro assemblato da Verstappen giova parecchio dei rettilinei australiani, d’altro lato è altrettanto vero che la monoposto numero 1 ha risposto presente anche nelle parti guidate dell’Albert Park. A cavallo tra le FP2 e le FP3, i tecnici Red Bull sono riusciti a risolvere le noie legate all’assetto della monoposto austriaca, consegnando al pilota olandese una RB19 complessivamente pronta alle sollecitazioni del circuito. Pertanto, analizzando ancora una volta il medesimo lotto di quattro piloti, andiamo a mostrare le velocità registrate in fase di percorrenza curva.
Nella prima miniatura (curva 1) possiamo apprezzare il vantaggio di velocità di cui parlavamo in precedenza. Verstappen è nettamente il più veloce, esattamente nello stesso punto in cui, durante le FP3, era il più lento del lotto dopo Sainz, come si evince dalla seconda miniatura. Le velocità di tutti e quattro i piloti sono inevitabilmente aumentate dalle FP3 alle qualifiche, merito soprattutto del miglioramento delle condizioni della pista, ma ciò non depreca il lodevole lavoro svolto dal box Red Bull.
Anche la telemetria della chicane 9-10 mostra che i tratti veloci del circuito sono feudo di Max Verstappen. Nessun pilota riesce ad impensierire il Campione olandese, se non Alonso e Russell in fase di uscita curva. A ben vedere l’inglese e l’asturiano sacrificano parecchio l’ingresso curva (frenano anticipatamente, come si evince dalla seconda miniatura) salvo poi essere i primi a mollare il freno e ad andare in flat out, ottenendo quel discreto vantaggio in uscita dalla chicane. Il discreto vantaggio rosicchiato dai due piloti è però vanificato dal successivo rettilineo, dove la Red Bull numero 1 riesce a recuperare parecchio terreno su Alonso. Solo Russell riesce a non distaccarsi troppo da Verstappen, portando a compimento una manovra che probabilmente gli è valsa la prima fila.
Sainz, invece, è il più “piantato” dei quattro piloti, perdendo sia in fase di ingresso che di uscita. Lo spagnolo ha però modo di recuperare terreno in corrispondenza di curva 12, dove si rivela essere il più veloce del lotto in analisi. E lo è di parecchio, come dimostra la seguente telemetria: 128 km/h per il ferrarista, a fronte dei 117 di Alonso, 118 di Russell e 119 di Verstappen.
Qualche considerazione finale
Dalle immagini di cui sopra possiamo affermare con una certa fiducia che Verstappen ha costruito la sua Pole Position negli allunghi dell’Albert Park, che esaltano in maniera incomparabile le caratteristiche della sua monoposto. La RB19 giova di un’elevata efficienza aerodinamica, in parte ereditata dallo scorso anno, e non è un caso se nei primi tre appuntamenti di questa stagione non ha avuto rivali in terini di velocità. Gli austriaci, tra le varie cose, possono anche contare su una Power Unit attualmente impeccabile, che riesce a spalmare in maniera omogenea tutta la potenza elettrica accumulata dalle batterie del sistema ERS. Altro punto a favore delle monoposto Red Bull: il propulsore riesce accompagnare il pilota in tutte le fasi del rettilineo, dall’inizio alla fine, senza incombere in fastidiosi problemi di clipping.
Per il resto della concorrenza, invece, la strada verso la vetta è ancora tortuosa. Lo stato di grazia in cui versa Red Bull è abbastanza lontano, sebbene oggi si siano potuti apprezzare dei timidi segnali di miglioramento. A cominciare da Mercedes, che assieme a Russell ed Hamilton è stata autrice di un miglioramento non indifferente. I piloti della scuderia tedesca sono ancora distanti dal vertice della classifica e domani, verosimilmente, non avranno le forze necessarie per poter lottare con Verstappen, venendo risucchiati dalla lotta del folto centrogruppo. Ma i miglioramenti sono evidenti e l’aver sopravanzato Aston Martin e Ferrari – almeno sul giro secco – è sinonimo di un fuoco che cova sotto la cenere.

Cosa aspettarsi, infine, da Aston Martin e Ferrari? Gli inglesi hanno già dimostrato che la gara è il loro punto di forza, dal momento che le due AMR23 soffrono parecchio il deficit di velocità in rettilineo. D’altro canto la scuderia di Maranello sembra essere parecchio sofferente in gara, specialmente su mescole dure. In casa Ferrari il degrado gomma è ancora un’incognita su cui piloti ed ingegneri stanno profusamente lavorando nel tentativo di trovare il bandolo della matassa, e l’asfalto di Melbourne di certo non viene in aiuto alla Rossa. Non è da escludersi, tuttavia, una lotta serrata tra le due scuderie, una lotta da aggiudicarsi in base alle strategie e al tempismo.
