F1 | Il paradosso del 2023: nessuno ha il coraggio di sfidare Max
8 Novembre 2023Ciò che è successo durante il GP del Brasile è lo specchio di ciò che nell’ultimo anno sta diventando un monologo non gradito agli appassionati di F1: Max fa veramente così paura?
Il 2023, l’anno del robot. L’anno della definitiva consacrazione di chi, che piaccia o no, al momento ha qualcosa in più degli altri. Che si tratti di talento, di fortuna o di macchina Max Verstappen è sempre lì, sempre davanti a tutti: in Brasile l’olandese ha centrato il 17esimo successo stagionale, salendo a quota 52 vittorie in carriera, una in meno del quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel.
Su 20 Gran Premi disputati l’olandese ha trionfato ben 17 volte, collezionando nelle restanti tre gare due secondi ed un quinto posto (a Singapore, con una Red Bull in difficoltà): come evidenziano i fatti ci si trova davanti ad un binomio (quello Max-RB) pressoché perfetto, che sembra quasi impossibile da sabotare; ma la vera domanda è: c’è qualcuno a cui conviene farlo? I fatti parlano chiaro, ed i fatti non mentono mai.

L’arte del sorpasso: quella che accanto a Verstappen puntualmente svanisce
L’episodio accaduto durante il primo stint del Gran Premio del Brasile (di cui lo stesso protagonista Lando Norris ha parlato al termine della gara), è l’emblema di un 2023 in cui lo strapotere del numero uno olandese è tale da esentarlo da qualsiasi attacco avversario: analizziamolo insieme.
Al secondo spegnimento dei semafori (dopo la bandiera rossa) lo stacco di frizione di Verstappen è risultato il migliore, mantenendo la testa e lasciandosi alle spalle tutto il gruppo, condotto da Norris. Quest’ultimo, al giro 7 di 71 è riuscito ad avvicinarsi al leader della corsa, finendo sotto il secondo di distacco e guadagnandosi la possibilità di utilizzare il DRS, vantaggio non da poco in un circuito come quello di Interlagos che vanta un lungo rettilineo. Nonostante ci fosse stata la possibilità di ingaggiare una lotta con l’olandese, Norris ha preferito rimanere dietro a questo, affacciandosi una sola volta (in maniera timida) in curva 1 prima di riallontanarsi definitivamente fino a fine Gran Premio per non surriscaldare troppo gli pneumatici.
Al termine della gara, poi vinta dallo stesso Max con 8 secondi di vantaggio, l’inglese della McLaren ha dichiarato ai media: “l’opportunità di correre con Max sarebbe durata per pochi giri, […] sapevamo che il loro ritmo era molto più buono.”
Norris ha poi giustificato così il suo mancato tentativo di attacco: “allo stesso tempo, avevo la batteria scarica. Se si surriscaldano troppo le gomme, si può pagare un prezzo piuttosto alto: potenzialmente avrei potuto fare un altro tentativo, solo che non ne valeva la pena, con il rischio di ritrovarmi preda di Fernando e chi gli stava dietro.
“Cercare di tenere Max dietro per il resto della gara sarebbe stata una sfida completamente nuova e complicata” ha infine concluso il numero 4.

La critica di un giovane tifoso alla Formula 1 d’oggi
“Non ne valeva la pena”. Questo è quello che ha detto in sostanza Norris ai microfoni. E se questi sono i pensieri di uno dei piloti più talentuosi della griglia (su quella che al momento sembra essere la miglior macchina dopo la Red Bull) c’è da riflettere; se anche i pochi che dovrebbero quantomeno provare a contrastare e battagliare l’onnipotenza di Max si fanno da parte, questa non cesserà mai. Quello del Brasile è l’ultimo di una serie di episodi dalla dinamica molto simile: evitare di attaccare Verstappen poiché troppo forte; le poche volte che quest’ultimo non scappa dando 30 secondi agli inseguitori dovrebbe essere preoccupato degli attacchi, ed invece si rivela esser sempre il contrario.
Il pensiero va principalmente a chi ha iniziato a seguire la Formula 1 nell’ultimo anno: con l’entrata di Liberty Media la popolarità della classe regina del Motorsport è notevolmente aumentata, ma quello che sono abituati a vedere i “nuovi tifosi” (grandi o piccoli che siano) al vertice dello schieramento non è quello che la F1 dovrebbe essere (FormulaMax, come ultimamente si ironizza).
Molta della spettacolarità di quello che è senza ombra di dubbio uno degli sport più belli del mondo è sempre stata data dall’indice più o meno elevato di adrenalina e “suspense”, dal sapere che la vittoria di una gara sarà determinata da una battaglia e da una serie di sorpassi, la maggior fonte di divertimento di esso. Quello di cui bisogna preoccuparsi è provare a non abituarsi a quest’epoca di F1 dove non c’è lotta per la vittoria, dove attaccare il più forte di tutti non conviene, ma sperare di tornare a vivere l’emozione di lotte che hanno caratterizzato la storia delle 4 ruote.
Cara F1…
E allora, vien da chiedersi quanto sarebbe bello vedere una gara dove la scritta del vincitore non è incisa sull’albo d’oro del circuito ancor prima che la gara inizi? Quanto sarebbe bello rivivere l’emozione di una gara decisa da un duello? Soprattutto per chi, giovane come me o nuovo nel mondo della F1, non ha mai avuto la possibilità di assistere a ciò.
- Roma, 01/07