Drive To Survive 3: Recensione ed analisi della serie targata Netflix
24 Marzo 2021Drive To Survive, la serie sulla Formula 1 creata dal colosso dello streaming, è giunta alla sua terza stagione. Questa è la nostra recensione dopo aver visto i 10 episodi contenuti in questo 3° capitolo.
Attenzione spoiler
La serie Netlfix ha un compito assai difficile. Il suo pubblico infatti è diviso tra gli appassionati della Formula 1, che pretendono che la serie sia il più reale possibile, ed il pubblico di Netflix, che conosce poco o niente di F1 e spera solo di divertirsi con un po’ di spettacolarità in puro stile americano.
In questa terza stagione sembra che Netflix abbia puntato su quest’ultimi, con alcune decisioni puntate ad aumentare la spettacolarità a scapito della realtà. Una su tutte la scelta di usare un commento di gara narrato esternamente invece della telecronaca ufficiale, scelta che già in passato ha fatto storcere il naso a molti appassionati.
Da sottolineare inoltre un doppiaggio in italiano decisamente scadente, a differenza della qualità video che si attesta su ottimi livelli.
Andiamo però con ordine.
Racing Point
La prima puntata si apre con i test pre stagionali. Qui si può già iniziare a notare la scenografia da thriller. Si inizia infatti subito con la questione Racing Point che verrà portata avanti fino alla sentenza prima di Silverstone 2. In questa circostanza è stato molto interessante vedere le reazioni a caldo dei vari team principal alla sanzione inflitta al team di Lawrence Stroll.

La rivalità tra Horner e Wolff
La seconda puntata si concentra soprattutto sulla rivalità fra Christian Horner e Toto Wolff che è stata portata avanti fino a fine stagione. Questa rivalità in particolare è stata molto apprezzata dal pubblico con i 2 team principal che si sono punzecchiati più volte durante tutta la serie.
Molto meno apprezzata invece la scelta di far credere che nessuno sapesse niente del DAS della Mercedes fino alle libere del GP d’Austria.
Il sistema della casa tedesca è stato infatti al centro delle polemiche nei mesi post test e proprio Horner ha più volte espresso le sue perplessità riguardanti la sua legalità.
Valterri Bottas
Il terzo è probabilmente l’episodio migliore. Mostra il rapporto tra Valtteri Bottas e Lewis Hamilton. L’episodio si conclude con la vittoria di Bottas in Russia, vittoria però molto amara dato che il team non era a festeggiare con lui ma a difendere Hamilton reduce da una penalità considerata ingiusta.
Da questo episodio emergono tutte le difficoltà di Bottas considerato come un semplice “gregario” dal pubblico e, forse, anche dal suo stesso team.
I problemi Ferrari
La quarta puntata porta i colori della Ferrari mostrata probabilmente nel punto più basso degli ultimi anni…il GP di Monza. La prima parte della puntata mostra tutta la rabbia di Vettel sempre più lontano da Maranello. Questa rabbia culminerà nella seconda parte con la scelta di annunciare l’approdo in Aston Martin proprio il giorno in cui la scuderia festeggia i suoi 1000 Gran Premi.
L’altra faccia della medaglia è un Charles Leclerc, forte di rinnovo, che prova a portare la SF1000 il più in alto possibile.
La serie inoltre si sofferma più volte nello spiegare che la Ferrari deve tornare a competere per le posizioni di vertice.

Problemi economici
Ancora una volta sotto i riflettori di Netflix c’è la Haas, ed in particolar modo, il rapporto tra il team principal, Gunther Steiner, e i piloti, Grosjean e Magnussen. Nelle scorse stagioni ci venivano spesso mostrati i problemi della scuderia statunitense, e come questi si riflettevano spesso sui piloti, accusati di non dare il massimo o di non essere professionali.
In questo terzo capitolo invece la Haas viene mostrata come una famiglia unita, ma costretta ad allontanarsi a causa della mancanza di fondi dovuti dalla pandemia. Proprio questa mancanza di fondi è quella che spinge Steiner a licenziare a malincuore i suoi piloti e sostituirli con Mick Schumacher e Nikita Mazepin.
Ci viene mostrato come entrambi i piloti, ma in particolare Mazepin, siano stati presi quasi solamente per i fondi che porteranno al team.
In questo caso in particolare il titolo “Drive To Survive” è più vero che mai. Netflix fa un ottimo lavoro, mostrandoci come la pandemia abbia messo sul lastrico team come la Haas e di come questa debbano fare di tutto per “sopravvivere”.
Il paragrafo Haas si conclude con l’incidente di Grosjean in Bahrain. Netflix qui ha deciso di giocare con la tensione sempre più crescente. Scelta forse azzeccata in questo caso, per far vivere la tensione di quei momenti anche a chi non ha visto l’incidente in diretta.
Meno apprezzata invece la scelta di non mostrare mai la Williams. Sappiamo infatti che la scuderia è stata venduta durante la stagione, ma questo dettaglio non viene mai menzionato in nessuno dei 10 episodi.
Il tatuaggio di Cyril
Un altro rapporto team prinicpal – pilota molto interessante che ci viene mostrato è quello tra Cyril Abiteboul e Daniel Ricciardo. Come sappiamo l’australiano ha deciso di correre per la McLaren per il 2021 lasciando il team Reanult.
Drive To Survive ci mostra come questa scelta, non fosse stata ben accettata dall’ex team principal che aveva addirittura tolto il saluto a Ricciardo.
Duante la stagione però Netlfix ci fa vedere il progressivo riavvicinamento tra i 2 culminato con la famosa scommessa del tatuaggio di Cyril nel caso Ricciardo avesse centrato un podio in stagione.
La storia si conclude quindi con un “lieto fine” se vogliamo, con i 2 che si dicono addio da amici a fine stagione.
La lotta per la Red Bull
Anche in questo caso Drive To Survive fa un ottimo lavoro. La serie ci mostra la graduale perdita di fiducia da parte della Red Bull verso Alex Albon e con Christian Horner costretto a guardarsi sempre più intorno.
C’è spazio anche per Pierre Gasly. La serie infatti ci racconta i retroscena dei Gran Premi del Belgio (dove troviamo il momento più toccante di tutta la serie) e soprattutto di Monza. Proprio in Italia Gasly si era infatti preso la sua rivincita sulla Red Bull, che però nonostante le alte prestazioni, non lo prende mai realmente in considerazione.
La lotta al sedile Red Bull si conclude con la telefonata di Horner che da il benvenuto a bordo a Sergio Perez dopo la vittoria a Shakir. La telefonata di fronte alle telecamere è sicuramente figli di una regia ad hoc, ma riamane comunque un bel tocco di classe per finire la puntata.

Conclusioni
Come detto nell’introduzione, Drive To Survive nasce con l’obbiettivo di avvicinare il pubblico alla Formula 1 tramite spettacolarità e colpi di scena spesso anche poco realistici. Fatta questa premessa, Netflix ha confezionato un ottima terza stagione per raggiungere il proprio obiettivo.
Non si può dire lo stesso sul fronte della realisticità. Gli appassionati di F1 si ritrovano infatti una serie discreta, utile giusto a scoprire qualche retroscena. Il problema è che la realtà viene spesso distorta, come la già citata questione del DAS.
Oppure altre volte vengono aggiunte immagini non pertinenti con la telecronaca di sottofondo. Nell’ultima puntata per esempio mentre veniva raccontata la pole di Verstappen ad Abu Dhabi, compaiono spezzoni dell’olandese sul circuito di Shakir.
Sappiamo che si tratta solo di piccoli dettagli, ma come diceva Leonardo Da Vinci “i piccoli dettagli fanno la perfezione, e la perfezione non è un dettaglio”
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