Un giro di pista: Circuit Paul Ricard (nuovo format)

Un giro di pista: Circuit Paul Ricard (nuovo format)

16 Giugno 2021 3 Di Sebastiano Vanzetta

Dopo una pausa di una settimana, torna la Formula 1 e torna anche l’analisi del circuito, con un nuovo format. Stavolta siamo in Francia, sul circuito del Paul Ricard a Le Castellet. 

Dopo la tappa di Baku, la Formula 1 torna sul continente europeo per cominciare il primo trittico della stagione, quello che comprende Francia e la doppia tappa in Austria. Questo weekend i piloti si sfideranno sul circuito francese del Paul Ricard, famoso più per le vie di fuga che sembrano parcheggi di un centro commerciale, piuttosto che per lo spettacolo offerto in pista.

Il circuito transalpino, prima del suo ritorno in calendario, aveva già ospitato diversi gran premi fino al 1990, per poi essere sostituito dal circuito di Magny Cours. Acquistato nel 1999 da Bernie Ecclestone, è stato completamente rimodernato e quindi convertito in un centro altamente tecnologico per i test di Formula 1, senza tribune né reti di contenimento, ampie vie di fuga in materiale abrasivo e un sistema di irrigazione per la pioggia artificiale. Non è un caso che, ad esempio, di recente Ferrari abbia testato i nuovi pneumatici da bagnato per il 2022 proprio al Paul Ricard. Nel 2018 è tornato a far parte del calendario del circus, anche se ancora non si è guadagnato la simpatia dei tifosi. 

Lungo 5,8 km, il circuito presenta 15 curve. La più famosa è la Courbe de Signes, da percorrere in piena accelerazione a oltre 300 km/h. Una curva così famosa che in passato tutti i giornalisti avevano preso l’abitudine di darsi appuntamento all’interno di questa curva per vedere quali piloti la percorressero in pieno senza decelerare neanche per una frazione di secondo, determinando così di anno in anno il pilot più coraggioso della categoria. Risulta che l’unico pilota della storia della F1 che riusciva a percorrere la curva a tavoletta fosse niente meno che Ayrton Senna, sin dal suo esordio con la Toleman nel 1984. 

l pilota con più vittorie su questo circuito è Alain Prost, con 4 vittorie, mentre le ultime due edizioni, quelle del 2018 e del 2019, sono state vinte da Lewis Hamilton. 

L’incidente di Elio De Angelis

Il Paul Ricard è stato, purtroppo, anche testimone del tragico incidente di Elio De Angelis nel 1986. Da poco passato in Brabham, il pilota romano, per cercare di trovare il giusto feeling che ancora gli mancava con la monoposto, chiese al suo compagno di squadra Riccardo Patrese di cedergli il posto nei test che si sarebbero svolti al Paul Ricard in maggio. Durante i test, l’alettone posteriore della sua BT55 si staccò mentre procedeva a grande velocità. Dopo vari cappottamenti, l’auto finì contro una barriera e prese fuoco. Diversi pilot, tra cui Nigel Mansell e Alain Prost, si fermarono a prestare soccorso, con il francese che tentò invano di tirare fuori De Angelis dall’abitacolo.

Solo dopo alcuni minuti i commissari e alcuni meccanici giunti a piedi dai box riuscirono a tirare fuori il pilota dalla vettura. L’elicottero di emergenza, siccome erano dei test privati, arrivò dopo 30 minuti, scatenando lo sdegno dei piloti, che successivamente ottennero per i test le stesse misure di sicurezza che c’erano in gara. Elio non morì subito a causa dell’impatto, ma spirò il giorno successivo all’ospedale di Marsiglia a causa dell’asfissia provocata dal fumo dell’incendio, dopo essersi procurato gravi danni alla testa e il distacco della colonna vertebrale, oltre alla frattura della clavicola e alcune bruciature.

Disclaimer

La seguente analisi è puramente frutto dello studio dell’onboard, e non è da considerarsi un’analisi tecnica professionale. 

Saliamo ora a bordo della W10 di Lewis Hamilton e gustiamoci il suo giro valido per la pole position dell’edizione del 2019. I crediti del video vanno a Yelistener.

Primo settore

Comincia il giro al Paul Ricard. Il primo settore comprende le curve 1,2,3,4 e 5. Si arriva alla prima curva a circa 320 km/h in ottava marcia e si scalano 3 marce per percorrere la prima S, la S de Verrerie a circa 200 km/h. Si va poi aggressivi in entrata di curva 3 sempre a circa 200 km/h per poi affrontare in 4a curva 4 e poi buttarsi in curva 5 in 3a marcia a circa 100 km/h.

Secondo settore

Si percorre la veloce curva 6 in 4a marcia per poi immettersi, subito dopo curva 7 sul lungo rettilineo del Mistral. Si tocca una punta di 340 km/h per poi frenare ai 100 m e affrontare la S che riporta sul rettilineo del Mistral.

Terzo settore

Si arriva poi alla famosa Curva Signes, da affrontare in pieno a circa 315 km/h. Curva 9 è poi una lunghissima curva a destra. Si arriva poi alla parte più mista del circuito, da affrontare aggressivi ma puliti e precisi, per non rovinare l’intero giro. Dopo questa parte mista ci si rimette sul rettilineo principale, pronti per un altro giro.

Paul Ricard: un circuito in equilibrio

Data la natura di circuito di test, il Paul Ricard presenta un numero bilanciato tra curve a gomito e curve estremamente brevi e veloci, e anche una grande variabilità sulla lunghezza dei rettilinei. È dunque importante avere sia una grande velocità sul dritto, sia delle buone doti telaistiche e una buona aerodinamica nel misto. 

Se per il circuito di Monaco la regola è massimo carico aerodinamico per tutti, qui al Paul Ricard ogni monoposto fa storia a sé. Vetture con una motoristica efficace (come Mercedes) potrebbero prediligere un carico più alto confidando nella spinta del propulsore, oppure un carico più basso per sfruttare le doti velocistiche. Mentre auto con una motoristica inferiore (come Ferrari) potrebbero preferire un alto carico nella speranza di poter sferrare attacchi in curva. 

Anche da questo punto di vista sarà interessante capire come ogni team deciderà di settare le monoposto, con un occhio di riguardo sia in casa Mercedes, che negli ultimi due gran premi ha faticato a trovare l’assetto adatto, sia in casa Ferrari, dove bisognerà capire come sfruttare al meglio la SF21 senza perdere troppo in rettilineo (come successo a Baku).

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