Un giro di pista: il Red Bull Ring (GP di Austria e GP di Stiria)
23 Giugno 2021Dal Paul Ricard la F1 si sposta in Austria, precisamente a Spielberg dov’è situato il Red Bull Ring, per la seconda gara di questo trittico di giugno. Visto la doppia tappa in terra austriaca, l’analisi del giri varrà, ovviamente, per i prossimi due gran premi, quello d’Austria e quello di Stiria.
Anche quest’anno il mondiale fa tappa in Austria, al Red Bull Ring, che come nel 2020 ospiterà due gare del mondiale: il GP di Austria e il GP di Stiria. Un appuntamento ormai fisso per la F1, che dal 2014 è tornata a correre regolarmente tra le montagne austriache, su una pista che ha sempre regalato belle gare. Sarà anche la gara di casa per Red Bull, visto che proprio il produttore di bevande ha finanziato, a partire dal 2008, la ricostruzione del circuito.
Il circuito austriaco situato a Spielberg bei Knittelfeld, in Stiria, nonostante sia tornato in calendario con l’era turbo-ibrida, ha alle spalle una grande storia motoristica. Costruito nel 1969, era originariamente chiamato Österreichring, e ospitò la tappa austriaca del mondiale dal 1970 al 1987. Era lungo 5,9 km e molto veloce come tracciato. Nel 1976 venne leggermente modificato introducendo una chicane, dopo l’incidente mortale subito da Mark Donohue l’anno precedente. Dopo i tanti incidenti dell’edizione del 1987, il circuito venne abbandonato dal circus, che nonostante i lavori di adeguamento non ritenne che fosse più sicuro correre in Austria.

Il circuito torna in calendario nel 1996, sotto il nome di A1-Ring, ridisegnato dal famoso progettista Hermann Tilke e pesantemente modificato nel layout. Rimane in calendario fino al 2003 compreso, e poi venne nuovamente abbandonato. Ritorna con l’era turbo-ibrida nel 2014, con il nome di Red Bull Ring.

È lungo 4,3 km, ed è il circuito più corto del mondiale, con un tempo di percorrenza di poco sopra al minuto. Ha solamente 10 curve, 7 a destra 3 a sinistra. Il pilota più vincente in Austria è stato Alain Prost, con 3 vittorie. Seguono poi moltissimi piloti con all’attivo 2 vittorie, tra cui Michael Schumacher, Nico Rosberg, Max Verstappen e Valtteri Bottas. Niki Lauda, inoltre, è l’unico austriaco ad aver vinto in terra natia, nel 1984, l’anno del suo mondiale. L’ultima edizione del GP di Austria è stata vinta da Valtteri Bottas, mentre quella del GP di Stiria è stata vinta da Lewis Hamilton.
Analisi e disclaimer
Saliamo però in macchina con il finlandese della Mercedes per il suo giro valido per la pole position dell’edizione 2020 del GP di Austria. Come al solito l’analisi è puramente frutto dello studio dell’onboard e non è da considerarsi un’analisi tecnica professionale. I crediti del video vanno al canale ufficiale della F1.

Primo settore
Si arriva, dopo il rettilineo princiapale, in 8a marcia a circa 310 km/h e si frena ai 100m per poi aggredire curva 1, la Niki Lauda Kurve, sfiorando il cordolo interno. Ci si lancia poi nel rettilineo più lungo del circuito, che però piega leggermente a sinistra (Curva 2). Dopo di essa finisce il primo settore, molto corto, e si entra già nel secondo settore. Dopo quella del rettilineo princiapale, qui vi è la seconda zona DRS.
Secondo settore
Si arriva in Curva 3 (Remus) in 8a a circa 315-320 km/h per poi frenare in salita ai 100m. Si percorre la strettissima Curva 3 in 2a aiutandosi con il cordolo interno e ci si butta per il terzo, grande rettilineo del circuito, nonché terza zona DRS. Anche qui si arriva in 8a a circa 300 km/h e si frena ai 100m. Si percorre poi Curva 4 (Schlossgold) in 3 usando tanto il cordolo. Subito dopo vi è una leggera curva a destra, Curva 5 e poi Curva 6 (Rauch) da percorrere in 5a marcia. Prima dell’altra curva a sinistra, finisce il secondo settore.
Terzo settore
Tra Curva 6 e Curva 7 comincia il terzo settore del circuito. Si arriva in Curva 7 (Würth Kurve) in 6a e la si percorre, macchina permettendo, in pieno, per poi buttarsi subito in Curva 8 utilizzando tutto il cordolo. Si giunge ad un altro breve rettilineo che porta alle ultime due curve. Curva 9 (Jochen Rindt Kurve) si percorre in 7a marcia quasi in pieno e prendendo il cordolo in uscita, mentre Curva 10 (Red Bull Mobile) si percorre in 5a, molto aggressivi e sempre sfruttando tutto il cordolo in uscita.
Tra power unit e aerodinamica
Il Red Bull Ring, con i suoi tanti tratti rettilinei, si presenta una prova importante per le power unit, visto che ogni chilometro orario in più può fare una bella differenza sul giro secco. Qui Ferrari potrebbe pagare (e non poco) dazio soprattutto nei confronti di Red Bull e Mercedes, ancora superiori motoristicamente, con gli austriaci che sembrano al momento più in forma, anche grazie alla seconda unità montata, che pare aver risolto i problemi di vibrazioni di inizio annno, che impedivano a Max e a Checo di sfruttare al massimo i cavalli giapponesi. Nonostante i rettilinei, è però importante anche una buona aerodinamica per favorire la velocità nei curvoni veloci, tanto che pare essere preferibile avere più deportanza piuttosto che una grande velocità di punta nei rettilinei.
Ed è qui che Ferrari potrebbe soffrire maggiormente, visti i limiti della SF21 che non digerisce proprio le curve veloci. Il team di Maranello potrebbe spuntarla solamente in Curva 3 e in Curva 4, curve lente dove bisogna avere tanta trazione in uscita, punto forte della monoposto del 2021. Non c’è però da aspettarsi molto dai due weekend in Austria, anche se non è mai detta l’ultima parola. Sarà interessante anche vedere la sfida sul setup, tra Mercedes e Red Bull, sempre più protagoniste di questo avvio di stagione.
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