Un giro di pista: il circuito dell’Hungaroring (GP di Ungheria)
29 Luglio 2021Come di consueto, prima della pausa estiva si disputa il GP di Ungheria, sullo storico circuito dell’Hungaroring. Salta in macchina e scoprine i segreti.
Per molti appassionati della F1, l’appuntamento ungherese del mondiale segna uno spartiacque tra prima e seconda parte di stagione, essendo l’ultimo appuntamento prima della lunga pausa estiva, che si concluderà solamente a fine agosto con il ritorno in pista, come al solito, a SPA-Francorshamps. Anche per le squadre ed i piloti, la gara dell’Hungaroring segna l’ultima tappa prima della meritata pausa che consente riposarsi e preparare al meglio la seconda parte del campionato.
La storia dell’Ungheria come nazione ospitante di una delle tappe del circus comincia nel 1986, quando viene inaugurato il circuito dell’Hungaroring, il primo in un paese del blocco comunista, e che da lì in avanti ospiterà ogni anno in piena estate una gara del mondiale. Il circuito si trova su un terreno molto polveroso e, al di fuori del weekend della F1, è raramente utilizzato. Per questo motivo le vetture trovano quasi sempre un tracciato molto sporco. Inoltre, il disegno tortuoso del tracciato, che è stato modificato per l’ultima volta nel 2003, rende i sorpassi molto difficili ed è generalmente considerato uno dei circuiti più noiosi del campionato.
Il circuito è lungo 4,4 km e presenta un totale di 14 curve, 8 a destra e 6 a sinistra. Il pilota che ha ottenuto più successi su questo circuito e Lewis Hamilton, con 8 vittorie, mentre è la McLaren a detenere il titolo di team più vincente in terra magiara, con 11 successi. Solo 7 le vittorie totali per la Ferrari: 3 con Michael Schumacher, 2 con Sebastian Vettel, 1 con Nigel Mansell e 1 con Rubens Barrichello. 7 sia per Schumacher che per Hamilton, invece, le Pole Position. Il giro record in gara è invece di Hamilton, che nel 2020 ha girato in 1.16.627.
Analisi e disclaimer
Scendiamo ora in pista con il Poleman del 2019 Max Verstappen, che proprio in occasione dell’edizione di due anni fa ha conquistato la sua prima pole position in F1. Come di consueto, l’analisi è puramente frutto dello studio amatoriale dell’onboard e non è da considerarsi un’analisi tecnica professionale. I crediti del video vanno al canale ufficiale della F1.

Primo settore
Il primo settore comprende il rettilineo principale, curva 1, curva 2, curva 3 fino a quasi curva 4. Si arriva in curva 1 a più di 310 km/h, e si stacca al cartello dei 100 m. Si cerca di toccare il cordolo interno senza tuttavia stringere troppo, per sfruttare al meglio la trazione in uscita da curva 1 e lungo tutto il curvone che porta al “tornante di curva 2”. Qui è importantissimo tenere la linea giusta, né troppo stretta, né troppo larga, preferendo il centro della carreggiata. Curva 3 è invece da affrontare in pieno senza timore.
Secondo settore
Il secondo settore è invece quello più guidato, e va da curva 4 a curva 11. Dopo il rettilineo tra curva 3 e curva 4, si affronta quest’ultima quasi in pieno, scalando solo una marcia e cercando di perdere il meno velocità possibile in curva. Curva 5 è un curvone a destra, che deve essere percorso facendo sempre attenzione a tenere il punto di corda senza stringere troppo, pena la perdita di velocità essenziale nel tempo sul giro. Curva 6 e 7 formano una stretta chicane dove è importante essere aggressivi sui cordoli. Le curve 8, 9, 10 e 11, sono invece tutti dei curvoni in appoggio, che privilegiano le monoposto con un buon pacchetto aerodinamico.
Terzo settore
Il terzo settore dell’Hungaroring comprende le curve 12, 13 e 14. Curva 12 è una stretta curva a destra che richiede al pilota di toccare leggermente il cordolo per affrontarla al meglio. Curva 13 invece è un curvone abbastanza lento verso sinistra, mentre Curva 14, l’ultima, è di nuovo un curvone, questa volta verso sinistra, che immette sul rettilineo principale e che va affrontato anch’esso a velocità non troppo sostenuta come Curva 13.
Lunga vita all’aerodinamica
Trattandosi di un circuito pieno di tornanti lenti e curve da medio-alta velocità, ai team è richiesto di prediligere un carico aerodinamico piuttosto elevato, da abbinare al giusto setup che permetta di scaricare a terra tutta la potenza dei V6 turbo senza perdere preziosi decimi di secondo in trazione. Se si riesce a bilanciare bene la vettura per il secondo settore, quello più difficoltoso dal punto di vista dei settaggi, allora significa che si è trovata la giusta messa a punto dell’auto. Chi può trarre vantaggio dall’Hungaroring può essere certamente la Ferrari, che come sappiamo ha nella trazione in uscita dai tratti lenti il suo più grande punto di forza. Interessante sarà anche vedere il confronto tra Red Bull e Mercedes, con quest’ultima che non potrà contare sui lunghi rettilinei visti a Silverstone.
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