Come la Williams ha reso la propria auto più veloce senza aggiornarla

Come la Williams ha reso la propria auto più veloce senza aggiornarla

4 Ottobre 2021 3 Di Ivan Mancini

Dopo anni di incertezze, la Williams sembra aver ritrovato la retta via: ecco come in pochi mesi il team di Grove ha ritrovato competitività senza apportare modifiche alla propria vettura.
 

Il passato “remoto” ci ha raccontato la storia di una Williams forte e vincente, dal garage di Sir. Frank Williams fino all’Olimpo della F1. Il passato “prossimo”, senza tornare indietro nel tempo di decenni, ci ha mostrato una Williams fragile e vulnerabile, avvolta in una nube di incertezza, sprofondata in una crisi fatta di scarsi risultati e cattive scelte. Il presente, invece, ci parla di una Williams apparentemente in ripresa, che sembra aver trovato la quadra ed essere uscita da quel vortice di eventi avversi che l’ha condannata alle retrovie per tanto (troppo) tempo.

Williams FW12B (1992)
Williams FW14B (1992)

 

Un po’ di numeri

Casualità? In effetti solo il tempo potrà dimostrarci se questa ripresa sarà fittizia o reale. L’unica cosa certa, in questo caso, sono i numeri. La Williams ha concluso per tre anni consecutivi (2017-2020) all’ultimo posto della classifica costruttori. In queste stagioni ha conquistato solo 8 punti: 7 nel 2018 e uno solo nel 2019, dopo la penalizzazione delle due Alfa Romeo durante il GP di Germania. Una regressione più che evidente, considerando che nel 2014 la Williams ha concluso al terzo posto della classifica costruttori con un bottino di 320 punti; vedendo però il bicchiere mezzo pieno, possiamo apprezzare l’enorme passo in avanti compiuto dalla Williams in questa stagione.

Robert Kubica a bordo della FW42
Robert kubica difende la posizione su Nico Hulkenberg durante il GP di Germania 2019

Ancora una volta ci vengono in aiuto i numeri. Nelle ultime 5 gare, la Williams è andata a punti per ben quattro volte. In questo periodo si collocano il podio nella farsa belga, la prima fila nel medesimo GP e la terza piazza conquistata da Russell durante le qualifiche del GP di Russia. In vista della tappa in Turchia, la Williams si presenta con un totale di 23 punti – 16 conquistati da Russell e 7 dal canadese Latifi. Un bottino che risulta essere il triplo di quello della Alfa Romeo e che, salvo stravolgimenti, assicurerà alla Williams l’ottava posizione nella classifica costruttori.

Il podio di George Russell, pilota Williams
George Russell, secondo al termine del GP del Belgio

Numeri che, contrariamente quanto si possa immaginare, non sono solamente fredde e sterili certezze matematiche. Nel team di Grove il vento sta cambiando: c’è consapevolezza di far bene e di poter continuare a far bene. Gran parte del merito è dovuto alla personalità di Jost Capito, il cui curriculum è pregno di esperienze in ambito motoristico. È proprio la personalità di Jost, leader forte e carsimatico, la guida silenziosa che sta aiutando la Williams a risorgere dalle proprie ceneri.

 

La mossa della disperazione: quando non sia più nulla da perdere

Lo stesso Capito, al termine del GP di Sochi, ha raccontato ai microfoni di RaceFans.net le manovre che stanno consentendo alla Williams di acquisire nuovamente competitività. “Quando si ha la nona macchina più veloce in griglia, si possono provare strategie diverse. […] Provare qualcosa di diverso che gli altri non possono fare perché sono davanti e per loro sarebbe rischioso. Un paio di volte abbiamo preso dei rischi con la scelta delle gomme ed ha funzionato” ha ammesso Capito. È proprio in questa maniera che il team di Grove ha conquistato la prima fila a Spa e, di conseguenza, il podio. Il segreto, dunque, risiede nella maggiore flessibilità da parte di Capito; flessibilità che è stata riconosciuta anche da diversi membri del team.

“Jost è favorevole a queste decisioni. Non che la precedente gestione non lo fosse, ma Jost è proattivo nel ricordarci che siamo liberi di prendere questo tipo di decisioni rischiose”

Dave Robson, ingegnere di gara Williams

 

Cosa sta cambiando a Grove?

Da quando si è caricato la baracca sulle spalle, Jost ha attuato una serie di manovre lungimiranti. Ha introdotto preziose figure tecniche, ha instaurato un buon rapporto con i propri investitori e ha rafforzato le comunicazioni interne tra i vari dipartimenti deputati allo sviluppo della vettura. Anche le infrastrutture sono state notevolmente migliorate; rientra in tal senso il reparto dei compositi (fibra di carbonio), trascurato dalla precedente direzione a causa della penuria di fondi. Parte del capitale in entrata, poi, è stato utilizzato per il rinnovo del parco macchine, che adesso conta anche stampanti 3D. “Da questo punto di vista siamo in una posizione molto migliore rispetto all’anno scorso” ha ammesso Capito.

Quartier Generale Williams a Grove
Quartier generale della Williams, Grove

 

Lo zampino di Claire Williams

Ma se i risultati che la Williams sta ottenendo in questo periodo sono per gran parte attribuibili a Capito, è anche vero che bisogna rendere a Cesare quel che è di Cesare: dietro le scene c’è lo zampino di Claire Williams. A renderlo noto è Dieter Rencken, giornalista presso RaceFans, che ha avuto l’opportuntà di intervistare Mike O’Driscoll al termine del GP del Messico 2019. L’ex amministratore delegato Williams specificò che, per garantire il futuro della squadra, sostenevano un certo tenore di spesa nonostante non avessero a disposizione finanziamenti immediati.

Claire e Frank Williams
Claire Williams e suo padre Frank Williams

Quindi in Williams erano pronti ad una grande iniezione di liquidità, attraverso uno sponsor, oppure ad una cessione della scuderia ad un finanziatore o ad un produttore esterno (Porsche) pronto ad assumersi la responsabilità di un team dalle finanze disastrate; pertanto, quando Dorilton ha completato l’accordo, è bastato semplicemente “unire i puntini” e completare gli aspetti burocratici. Ed è qui che si misura la pravura della precedente amministrazione, che si è dimostrata in grado di consegnare le chiavi di un’azienda funzionante il cui unico problema erano solamente le scarse disponibilità economiche. L’insieme di questi tasselli – dalla lungimiranza di jost Capito alle manovre di Claire Williams – ha consentito alla Williams di superare una crisi che avrebbe fatto fallire l’ultimo garagista inglese sulla griglia di partenza.

Con la speranza che tutti questi sforzi vengano ripagati e che la Williams torni dove merita di stare, a lottare con i team che hanno fatto grande questo sport…

GP Monaco 2003
GP di Monaco 2003: Ferrari, Williams e McLaren davanti a tutti

+ posts