5 volte in cui i team hanno interpretato al meglio i cambi di regolamento.

5 volte in cui i team hanno interpretato al meglio i cambi di regolamento.

12 Febbraio 2022 0 Di Matteo Poletti

Non solo Brawn GP e Mercedes: andiamo a scoprire cinque anni in cui una squadra ha indovinato i cambi di regolamento.

Mercedes, 2014.

2014 Mercedes

Nel 2014 si è assistito a uno dei cambiamenti più grandi della storia del Circus iridato, passando dai V8 aspirati ai V6 ibridi.

Questo cambio di motori è coinciso con un cambio in vetta alla classifica. La Mercedes, tornata nello sport nel 2010 dopo 55 anni di assenza, è riuscita a trasformarsi da contendente a qualche vittoria a regina del mondiale.

Lewis Hamilton (che ha fine stagione vincerà il suo secondo titolo) e Nico Rosberg, infatti, vincono 16 delle 19 gare totali. Non si fermeranno qui: nei successivi sette anni arriveranno altri 6 titoli piloti (5 con Hamilton, 1 con Rosberg) e 7 costruttori.

Brawn GP, 2009.

Brawn GP 2009

Nel novembre del 2007, dopo un anno sabbatico, l’ex direttore tecnico della Ferrari Ross Brawn viene ingaggiato dalla Honda come team principal per la stagione 2008.

Tuttavia, anziché concentrarsi sulla stagione che sta per arrivare, l’inglese suggerisce di dirottare tutti gli sforzi verso il 2009, anno in cui ci sarà un grande cambio di regolamento.

Il 4 dicembre 2008, quando la Honda annuncia il proprio ritiro dalla massima serie, Brawn acquista il team per la cifra simbolica di una sterlina.

Il resto è storia: la squadra, con Jenson Button e Rubens Barrichello, vince entrambi i titoli prima di venire acquistata per 170 milioni di dollari dalla Mercedes.

Mclaren, 1998.

mclaren 1998

Il 1998 vede una drastica riduzione della larghezza delle vetture di F1 (da 2 metri a 1,8 metri) e l’introduzione di gomme scanalate allo scopo di ridurre il grip generato dalle auto.

Per interpretare al meglio le innovazioni del regolamento, la McLaren assume Adrian Newey dalla Williams. Il progettista inglese decide di allungare l’interasse e di abbassare il centro di gravità in modo da ottenere un trasferimento di carico più gentile. Inoltre, riesce a ottenere qualcosa di simile ad un telaio a V, nonostante il regolamento imponesse di renderlo quadrato.

Tutto questo permette alla scuderia di Woking (che l’anno prima si era dovuta accontentare di guardare da dietro il duello Williams-Ferrari, concludendo quarta nei costruttori dietro anche alla Benetton) di vincere il campionato piloti con Mika Hakkinen e il titolo costruttori con il contributo di David Coulthard.

Brabham, 1983.

Brabham 1983

Molti personaggi del mondo della Formula 1, tra cui Newey, ritengono il cambio di regolamento del 1983 il più grande prima di quello del 2022. Il look delle monoposto viene trasformato: le minigonne sono più vicine all’asfalto e viene eliminato l’effetto suolo.

Le modifiche al regolamento arrivano piuttosto tardi e questo costringe il progettista Gordon Murray a cancellare il suo progetto e a reinventarlo da zero. Murray se ne esce con una vettura a forma di freccia, con un interasse più lunga e il peso spostato verso il posteriore.

Le soluzioni aerodinamiche, però, non sono l’unica carta vincente per la Brabham. Anche il motore, un BMW quattro cilindri turbo che mostra la sua vera potenza solo nella seconda parte della stagione.

Dalla sua introduzione, il team (che aveva già vinto con Nelson Piquet al round d’apertura in Brasile) domina le ultime gare e consegna al pilota brasiliano il suo secondo titolo, il primo per una vettura turbo. La Ferrari, però, nega la doppietta iridata al team britannico vincendo il campionato costruttori.

Ferrari, 1961.

Ferrari 1961

Dopo il biennio 1959-60 dominato dalla Cooper a motore posteriore, la F1 si appresta a modificare la capacità massima dei motori da 2.5 litri a 1.5 e a introdurre un peso minimo di 450kg.

La Ferrari si scopre la migliore nell’interpretare le nuove regole e la Cooper non riesce a continuare il ciclo vincente. Il team inglese, infatti, aveva proseguito per la propria strada, credendo erroneamente che la propria influenza avrebbe fatto cancellare le modifiche al regolamento.

In questo modo, la Ferrari “Sharknose” (soprannominata così per l’originale interpretazione del muso) vince 5 delle 7 gare totali, regalando a Phil Hill il titolo iridato dopo la morte del compagno Wolfgang von Trips a Monza.

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