Quando 2°C possono fare la differenza: il caso Mercedes

Quando 2°C possono fare la differenza: il caso Mercedes

14 Aprile 2022 0 Di Redazione

I problemi di surriscaldamento del motore Mercedes di Lewis Hamilton erano dovuto a soli 2°C in più del previsto.

Il Gran Premio d’Australia ci ha lasciato una Mercedes seconda in classifica costruttori, anche se tuttavia in termini di prestazione rimane dietro (e di molto) ai rivali della Red Bull. Uno dei punti di forza della vettura di Brackley è certamente l’affidabilità e la qualità dei piloti: le frecce d’argento non hanno mai avuto problemi al motore, a differenza della casa austriaca che su 6 gare, ne ha concluse solo 3 (2 in Bahrein e uno in Australia). Tuttavia si è visto che la Power Unit Mercedes soffre anch’essa di qualche piccola noia motoristica. In Australia il sette volte campione del Mondo Lewis Hamilton è dovuto uscire dalla scia della vettura davanti per permettere alla macchina di sfruttare più aria e raffreddare più velocemente.

I problemi di surriscaldamento del motore Mercedes di Lewis Hamilton erano dovuto a soli 2°C in più del previsto.

Impossibile da credere ma ciò è dovuto a 2°C di temperatura dell’aria superiore rispetto alle previsione ed è bastato per mandare in tilt una macchina da Formula 1. Il capo stratega Mercedes James Vowles ha infatti dichiarato che le vetture vengono preparate il sabato, ma la gara è ovviamente la domenica. Per massimizzare la prestazione i team usufruiscono di soluzioni estreme, e una di queste riguarda il sistema di raffreddamento. In base alle previsioni meteo poi i team osservano i dati e prendono delle decisioni. Se però le previsioni non rispecchiano la realtà accade quello che è successo in Mercedes, ossia un malfunzionamento di una componente.

“Era tutta una questione di raffreddamento del motore e di mantenere la power unit fresca durante il corso della gara. Spingiamo tutto al limite, come potete immaginare, e uno di questi è il raffreddamento del motore, e lo si fa chiudendo la carrozzeria o cambiando il design delle feritoie sul retro della vettura. Quella decisione viene presa il sabato, ma ovviamente corriamo la domenica, 24 ore dopo, e in questa particolare circostanza l’ambiente era uno, forse due gradi più caldo di quanto ci aspettassimo e di conseguenza noi stessi – e non solo noi, lo avreste sentito dalle squadre su e giù per la griglia – eravamo proprio al limite di ciò che il motore e la power unit possono sopportare in termini di requisiti di raffreddamento. Lewis ha dovuto compromettere quello che stava facendo. Ha dovuto uscire dall’aria sporca della macchina davanti a lui e assicurarsi di avere aria fresca e pulita attraverso i radiatori per abbassare le temperature della PU, ma fare questo rende incredibilmente difficile correre con la macchina davanti.”

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