Red Bull e AlphaTauri, che rischio in Spagna!
24 Maggio 2022Le due scuderie motorizzate RBPT hanno rischiato di partire dalla pit lane in occasione del GP di Spagna a causa delle basse temperature della benzina.
Prima Aston Martin a Miami, poi Red Bull e AlphaTauri in Spagna. La temperatura dei carburanti sta mettendo in seria difficoltà le scuderie e in appena sei gare tre team hanno rischiato grosso in due occasioni. Analizziamo insieme cos’è successo negli Stati Uniti e in Spagna, e in che modo Red Bull e AlphaTauri hanno rischiato grosso sul circuito del Montmelò.
Raffreddare la benzina in Formula 1

I motivi per cui in Formula 1 si decide di diminuire la temperatura della benzina sono principalmente tre.
La benzina, così come molti altri liquidi, diminuisce di volume proporzionalmente al diminuire della temperatura. Ciò significa che, a parità di massa (quindi a parità di litri di benzina, 110 da regolamento), un carburante più freddo occupa fisicamente meno volume rispetto un carburante più caldo, consentendo di rimpicciolire le dimensioni del serbatoio. Questa soluzione era particolarmente utile negli anni passati, quando ancora non esisteva una regola circa la quantità massima di benzina: abbassare la temperatura della benzina consentiva, quindi, di caricare più carburante sulla monoposto.
In secondo luogo, abbassare la temperatura del carburante evita che il carburante stesso, viste le alte temperature della vettura, vaporizzi all’interno del serbatoio, creando problemi al sofisticato impianto di alimentazione.
Ultimo, ma non per importanza, una temperatura più bassa migliora la combustione. Un carburante refrigerato è un carburante più denso, quindi con un alto potere calorifico (maggior quantità di energia a parità di massa), ma al tempo stesso è un carburante che aiuta a prevenire la detonazione, ovvero la combustione incontrollata della miscela. Una benzina refrigerata garantisce quindi alte prestazioni ed è l’ideale per i motori di Formula 1.
Il regolamento
Il paragrafo 6.4 del Regolamento Tecnico del 2022 riguarda le norme che regolano il rifornimento in Formula 1. Più in particolare, l’articolo 6.4.2 prevede che il carburante possa essere al massimo 10°C più freddo della temperatura ambiente registrata; questo differenza di temperatura dev’essere osservata un’ora prima dell’inizio delle prove libere o delle qualifiche e due ore prima dell’inizio della gara.

Nel corso delle prime cinque gare della stagione, l’articolo 6.4.2 del regolamento ha subito delle modifiche temporanee. Ad esempio, in occasione del GP di Miami, la FIA e i team hanno raggiunto un accordo per abbassare ulteriormente la temperatura minima del carburante. L’idea originale era quella di impostare il limite a 10°C; tuttavia non tutte le squadre erano favorevoli con questa ipotesi e e quindi si è deciso di scendere ad un compromesso – 18°C. Negli States, dunque, le varie scuderie non hanno dovuto rispettare alcun differenziale, ma solo un limite fisso stabilito a prescindere dalle calde condizioni termiche del posto.
Per il Barcellona, invece, è tornata in vigore la norma originaria che prevede l’escursione di 10° tra la temperatura ambientale e quella del carburante. Al momento della misurazione (due ore prima della gara), la temperatura ambiente comunicata dalla FIA era di 35°C; i team, dunque, potevano raffreddare la benzina fino ad un massimo di 25°C.
Cos’è successo a Miami?
La questione carburanti ha già mietuto le sue vittime. Poco prima dell’inizio del GP di Miami, i tecnici Aston Martin hanno notato che il carburante era di 8°C più freddo di quanto consentito da regolamento. La scuderia britannica ha quindi dovuto svuotare i serbatoi delle proprie vetture per poterli poi rifornire con un carburante che si adeguasse ai limiti imposti dalla FIA. Ciò ha comportato un’infrazione del regime di parco chiuso e ha costretto i due alfieri Aston Martin a partire dalla pit lane. Lance Stroll, unico pilota a finire la gara, è comnque riuscito a portare a casa il risultato, conquistando un punto prezioso in ottica campionato.

Cosa, invece, è successo a Barcellona?
A Barcellona, poi, sia Red Bull che AlphaTauri hanno rischiato un epilogo simile a quello della scuderia di Silverstone. Poco prima di uscire sulla griglia di partenza, gli ingegneri dei due team hanno notato che la benzina nel serbatoio era ancora troppo fredda rispetto il differenziale imposto per la gara. Nella migliore delle ipotesi le quattro vetture motorizzate RBPT rischiavano quindi di partire dalla pit lane, così come Vettel e Stroll, in seguito all’infrazione del parco chiuso; nella peggiore, invece, rischiavano addirittura una squalifica poiché la temperatura della benzina troppo bassa è a tutti gli effetti un’infrazione del Regolamento Tecnico.

Fortunatamente il problema è stato scoperto in tempo utile per essere risolto. I tecnici di Milton Keynes, così come quelli faentini, hanno aspettato fino all’ultimo minuto disponibile per scendere in pista e schierarsi in griglia di partenza. Nel frattempo, mentre le vetture erano ferme ai box, hanno lasciato girare i motori per scaldare la benzina, raffreddando le Power Unit tramite soffiatori e ghiaccio secco. La temperatura all’interno dei serbatoi è rapidamente cresciuta e quindi le vetture hanno regolarmente preso parte alla gara; le due Red Bull hanno poi conquistato le prime posizioni del GP di Spagna, mentre l’AlphaTauri di Tsunoda (l’unica vettura di Faenza a terminare a punti) ha tagliato il traguardo in decima posizione.