La vendetta di Marcus Ericsson: da scarto in F1 alla vittoria ad Indy
3 Dicembre 2022Oggi vi raccontiamo la storia della “vendetta” di Marcus Ericsson, passato da essere uno dei piloti in lotta per le ultime posizioni in Formula 1, a vincere la Indy 500
Marcus Ericsson è un nome che può suonare famigliare a molti, mentre per altri potrebbe suonare nuovo. Eppure lui è il protagonista di una delle classiche storie a lieto fine, in cui dopo molte fatiche (ed anche alcuni schiaffi presi qua e la), il protagonista riesce ad avere il suo grande momento di gloria.
Oggi raccontiamo la storia del vincitore della Indy 500 2022, passato da essere una delle ultime ruote del carro in Formula 1, ad essere il vincitore di una delle gare più famose al mondo.
Gli anni in Formula 1
Corre l’anno 2014, Marcus Ericsson firma un contratto in Formula 1 con il team Caterham (squadra in grave difficoltà finanziarie) che ha fatto sempre parte del gruppo degli ultimi sin dal suo debutto nel 2010.
Nel suo anno da rookie Ericsson non porta a casa punto alcuno, ma è il primo dei portacolori Caterham (che nel corso dell’anno saranno ben 4). Tuttavia, le cospicue difficoltà finanziare della squadra portano Caterham a non poter disputare i round degli Stati Uniti e del Brasile. La squadra riuscirà a correre ad Abu Dhabi il 23 novembre grazie ad una campagna di crowdfunding, ma lo farà senza Marcus, che ha rescisso il contratto 11 giorni prima.

Nel 2015 arriva la chiamata di Sauber, che assume lo svedese e lo affianca alla new entry Felipe Nasr.
Il primo anno alla corte di Monisha Kalternborn porta ad Ericsson i primi punti in Formula 1, ma il confronto con Nasr non va per nulla a favore di Marcus. Lo svedese termina il campionato con soli 9 punti ed un 8° posto ottenuto in Australia come miglior risultato, mentre il compagno di squadra brasiliano ne porta a casa ben 27, con un 5° posto (ottenuto sempre in Australia) come miglior risultato in gara. Ericsson inoltre è l’ultimo pilota in classifica a possedere dei punti all’attivo, in quanto dietro di lui si piazzano i 3 piloti Manor (Roberto Merhi, Will Stevens ed Alexander Rossi, subentrato a Merhi a stagione in corso) tutti e 3 a 0.
Nel 2016 la macchina non è per niente competitiva. Rispetto all’anno prima Sauber fa diversi passi indietro, tanto che non riuscirà mai a raggiungere il Q3. Entrambi i piloti risentono molto delle mancanze della C35 e, nel corso dell’anno, sono sempre ancorati alle ultime posizioni. Durante la stagione, poi, la coppia Ericsson-Nasr va a toccare il fondo; a Monaco, le due monoposto elvetiche vengono a contatto alla Rascasse, andando entrambe in testacoda.

Nel post-gara, la Kaltenborn definisce “inaccettabile” il comportamento dei propri piloti, rimproverando la loro condotta di gara e l’incidente che ne è poi scaturito (chiarendo anche di aver già parlato con entrambi, per far si che incidenti simili non accadano più).
Alla fine dell’anno, Nasr porterà a casa 2 punti con un 9° posto nel gran premio di casa in Brasile, mentre Ericsson concluderà l’anno a secco, ma vincendo il confronto con il compagno di squadra per risultati ottenuti sia in qualifica (12 a 9 per Marcus) che in gara (12 a 8 per Marcus).
Nel 2017 Sauber decide di cambiare; via Nasr e dentro Pascal Wehrlein, mentre Ericsson viene confermato. Anche in questa annata, lo svedese è sempre impegnato a lottare nelle ultime posizioni, mentre il compagno di squadra Wehrlein riesce a raggiungere 2 volte la top 10.
Il 2017 per Marcus è una vera e propria mazzata, in quanto porta a casa ancora una volta 0 punti, mentre Pascal ne porterà a casa 5. Il confronto con Wehrlein poi va nettamente a favore del pilota tedesco, che stravince la sfida sia in qualifica, che in gara.
Nonostante l’anno faticoso però Ericsson riesce ad ottenere la riconferma per il 2018, mentre Wehrlein saluta la scuderia elvetica per lasciare spazio ad un giovane ragazzo monegasco, fresco vincitore del campionato di Formula 2. Il suo nome è Charles Leclerc.
Il 2018 è anno di cambiamento per Sauber, in quanto arriva un nuovo title sponsor: l’Alfa Romeo. Il glorioso marchio italiano torna in Formula 1 dopo i successi ottenuti negli anni ’50, cambiando il nome della squadra in Alfa Romeo Sauber.

Durante l’anno, Ericsson non riesce a reggere il passo del giovane monegasco, che sorprende tutti dimostrando tutta la sua velocità ed il suo talento, tanto che prima del Gran Premio di Russia arriva l’amara sentenza; Marcus è retrocesso a terzo pilota, e dovrà lasciare il suo sedile al collaudatore Antonio Giovinazzi a partire dal 2019.
A fine 2018, lo svedese porta a casa solo 9 punti, mentre Leclerc concluderà con 39 punti all’attivo, e con la chiamata da parte di Ferrari per sostituire Kimi Raikkonen, che ritornerà in Sauber, team con cui fece il suo debutto in Formula 1.
La nuova dimensione: l’Indycar
Ericsson, dopo la retrocessione a collaudatore in Sauber, è quindi costretto a guardare altrove e cercare un sedile. Lo trova in Arrow Schmidt Peterson, team della Indycar, il campionato monoposto dello stato a stelle e strisce.

L’anno d’esordio è molto positivo per lui, in quanto termina 18° in classifica generale e 4° tra i rookie, ottenendo il suo primo podio in Indycar a Detroit con un 2° posto al traguardo.
Il suo ottimo 2019 attira l’attenzione di Ganassi, che lo mette sotto contratto per il 2020 affiancandolo al pluricampione Indycar Scott Dixon ed a Felix Rosenqvist, rookie dell’anno nel 2019.
Nel 2020 lo svedese non ottiene podi, ma dimostra di essere competitivo durante l’anno, arrivando sempre a punti (tranne alla 500 miglia di Indianapolis, in cui arriva 32° e la 500 miglia in Saint-Louis, in cui arriva 23°) ed ottenendo anche 3 top 5. Marcus conclude la stagione al 12° posto con 291 punti, a sole 15 lunghezze dal compagno Rosenqvist, arrivato 11° proprio davanti a lui.
Le sue buone prestazioni convincono Ganassi a riconfermarlo per l’annata 2021, in cui Marcus fa un ulteriore salto di qualità ottenendo le prime vittorie in carriera in Indycar (otterrà ben 2 vittorie nel corso dell’anno), e si piazzerà 6° in classifica generale con 435 punti all’attivo, arrivando davanti a nomi illustri come Will Power, Alexander Rossi, Simon Pagenaud e Graham Rahal.

Marcus sembra finalmente aver trovato la sua dimensione. Un qualcosa che in Formula 1 non ha mai trovato, ma non è ancora finita, perché nel 2022 arriverà la gioia più grande della sua carriera.
La stagione della redenzione: il 2022
Nel 2022 Marcus “veste” sempre Chip Ganassi, ed ha al suo fianco Scott Dixon, Alex Palou, campione Indycar del 2021 e Jimmie Johnson, che diventa pilota titolare.
Nell’annata da poco conclusa Ericsson si riconferma come pilota molto veloce e competitivo, ma arriviamo al giorno della sua affermazione definitiva.
Domenica 29 Maggio, è una calda domenica di Maggio in quel dell’Indiana, e nel catino di Indianapolis è il grande giorno, il giorno della Indy 500!
Dopo un programma di prove libere e qualifiche iniziato il 17 di maggio e conclusosi 5 giorni dopo è arrivata l’ora di una delle gare più famose al mondo. Ericsson è veloce, molto veloce. In prova è sempre tra i primi 10, mentre in qualifica ottiene l’8° posto nella sessione di velocità del sabato (232 miglia orarie per lui), agguantando l’accesso alla sessione della domenica (in cui 12 piloti si giocano il passaggio alla fast-six) che andrà a decretare le prime 6 posizioni della griglia di partenza.
Marcus passa agilmente tra i primi 6 piloti come 4° pilota più veloce in pista, ed in fast six si piazza 5°. In gara scatterà quindi dalla sesta casella.
La gara dello svedese è fantastica. Già dalle prime battute si gioca le posizioni che contano e, tra varie caution ed uscite della pace car a causa di vari incidenti (Veekay e Grosjean prima e McLaughlin poi), a 26 giri dalla fine il leader della gara Scott Dixon riceve un drive through per eccessiva velocità in pit-lane. Ciò che sta succedendo nel catino di Indianapolis è incredibile. Dixon perde la possibilità di vincere la gara e le due McLaren, di Rosenqvist e O’Ward, hanno quindi la chance di giocarsi la gloria. Nel frattempo dietro di loro Ericsson si fa minaccioso. Si avvicina sempre di più e poi le passa, prima una e poi l’altra, mettendosi virtualmente primo, in quanto i sei piloti davanti a lui (Tony Kanaan, Pagenaud, Alex Palou, Helio Castroneves, Marco Andretti e Jimmie Johnson) devono ancora effettuare la sosta ai box, che effettuano al giro 189.
L’ultima parte della Indy 500 e l’arrivo alla gloria
Alla tornata 190 Ericsson è il leader della gara, con un gap di ben 3 secondi sulle McLaren di Rosenqvist ed O’Ward, ma a 6 giri dalla fine Jimmie Johnson va a sbattere; prima è caution, poi è bandiera rossa, che arriva probabilmente nel momento peggiore per le speranze di vittoria di Marcus. Si riparte a 4 giri dalla fine, ed a 2 tornate dalla fine viene data la bandiera verde. Ericsson conduce davanti a tutti, ma O’Ward è attaccato al suo posteriore; all’ultimo giro inizia la battaglia per la vittoria, O’Ward cerca di portarsi all’esterno alla 1, ma Ericsson si difende in modo magistrale, e nelle battute finali del giro Karam va a muro, facendo uscire la bandiera gialla e dando quindi il verdetto finale: Marcus Ericsson è il vincitore della 500 miglia di Indianapolis 2022!

Lo svedese entra per la prima volta in Victory Lane, ed è una grandissima festa nel box Ganassi. Ericsson ha raggiunto la gloria. In modo inaspettato è riuscito a salire sul tetto del mondo vincendo una delle gare più iconiche della storia del motorsport ed entrando nell’olimpo dell’Indycar.
Questa vittoria è tutta tua Marcus, te la sei conquistata con le unghie e con i denti, creando una bellissima storia fatta di sacrificio, redenzione, ma soprattutto di passione e motorsport americano.