La DS Penske a Valencia

DS Penske: i motivi di un debutto deludente

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Il team DS Penske ha avuto un debutto sotto le aspettative a Città del Messico, con una qualifica deludente ed un singolo punto portato a casa dal campione del mondo uscente Stoffel Vandoorne. Perché il team francese è andato così male? Andiamo a scoprirlo.

DS Penske durante il pre-stagione è stato dato come uno dei team favoriti dagli addetti ai lavori. Il debutto a Città del Messico però, non ha portati buoni risultati, facendo ottenere alla squadra un solo punto. Un inizio certamente sotto alle aspettative, in cui non è mancata la frustrazione dei piloti.

La squadra, però, non è nuova a partenze a singhiozzo; infatti, l’anno scorso dopo il primo round a Riyadh, DS tornò a casa con un bottino complessivo di soli 12 punti, con Vergne che ottenne l’8° posto in gara 1, ed il 6° in gara 2, mentre Da Costa portò a casa un doppio 0.

Jean-Eric Vergne durante la gara a Riyadh
Jean-Eric Vergne durante la gara a Riyadh

Da li in poi, la stagione si è rivelata un crescendo continuo, con JEV che ha fatto parte dei contendenti al mondiale sino alle ultime battute del campionato.

Vergne ed i problemi con la monoposto

Il 2 volte iridato Jean-Eric Vergne, ha lamentato diverse problematiche sperimentate durante la gara con la nuova generazione di vetture, con molti fastidi legati ai tentativi di sorpasso sugli altri piloti ed anche alla temperatura dei nuovi pneumatici Hankook.

Jean-Eric Vergne in Messico

Questa è la prima gara con la nuova vettura, ed è molto difficile correre se hai una grande mancanza di grip. È presente un po’di downforce, ma il drag è talmente tanto che provando a seguire quello davanti perdi molta aderenza” esordisce Vergne nelle dichiarazioni post-gara. “In più la mescola delle gomme è molto dura, e qui gli pneumatici si sono surriscaldati molto facilmente, rendendo il sorpasso quasi impossibile, non importa quanta energia avessi rispetto al pilota davanti, in quel momento stavi lottando per la vita”.

Guidare su una linea molto poco ampia e cercare il sorpasso significa portare molta più velocità in entrata frenando tardi, ciò era impossibile”.

Durante le qualifiche è sorto che alcuni piloti (tra cui gli alfieri DS) hanno avuto difficoltà nel trovare la quadra con le nuove gomme, senza aver trovato il modo di portarle in temperatura. Ciò però non ha portato la squadra ad essere troppo distante dai tempi dei primi, nel gruppo A (il gruppo di Vergne) i primi 8 erano distanziati da soli 23 millesimi, con JEV eliminato dalla contesa finale a duelli per soli 61 millesimi.

Per essere veloci con questa macchina bisogna mettere insieme delle piccole cose, ma nel complesso, provare a mettere insieme un giro pulito è molto difficile”.

Il livello di grip rende faticoso trovare il limite dell’auto, e cercherò di migliorare sotto questo aspetto. Cercheremo di migliorare tutti insieme, probabilmente stavo azzardando troppo, non lo so”.

JEV ha terminato la gara in 12esima posizione e senza una parte dell’ala anteriore, persa in un contatto con la Nissan di Sacha Fenestraz.

La frustrazione di Vandoorne

Il campione uscente Stoffel Vandoorne ha concluso la gara in decima posizione, grazie anche ad un’ottima situazione a livello energetico negli ultimi giri, dimostrando quanto sia efficiente la monoposto.

Stoffel Vandoorne sulla DS

Anche nel belga non è per niente mancata la frustrazione, in quanto è rimasto bloccato a centro gruppo per gran parte della gara, così come il compagno Vergne.

Questo ovviamente non è stato il nostro miglior weekend. Penso che tutta la squadra sperava di lasciare il Messico con un po’ di punti in più, un punto è già qualcosa e di certo è meglio di niente”.

Sapevo che non sarebbe stato semplice partendo dalla 14esima posizione. La gara è stata caratterizzata da diversi periodi di safety car e di bandiere gialle e sorpassare era molto difficile, perciò non son potuto andare oltre la decima piazza”.

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