WEC | Ferrari con i piedi per terra: “Dobbiamo rimanere umili”
8 Marzo 2023 0 Di Francesco GhezaCon Sebring alle porte, Ferrari sottolinea come, nonostante le buone premesse, si debba rimanere con i piedi per terra.
A meno di due settimane dall’inizio del Campionato WEC con la tappa di Sebring, si avvicina repentinamente anche il ritorno nella categoria endurance per Ferrari e la sua 499P.
Fin dalla presentazione del progetto e dalle prime fasi di sviluppo, la parola chiave del team di Maranello è stata sempre la medesima: umiltà.
Tenere i piedi per terra, considerando che, sebbene la bontà del progetto e il lavoro svolto siano un ottimo punto di partenza, il team AF Corse, incaricato di gestire le due Hypercar del Cavallino, si dovrà confrontare con tanti valevoli rivali.
I test, iniziati a luglio e proseguiti senza sosta fino ad ora, hanno mostrato alla squadra dati rassicuranti e in linea con quanto previsto, seppur manifestando alcuni inevitabili intoppi di un progetto tanto complicato.
Fin dalle prime battute, Ferrari si è dimostrata motivata dallo scoprire passo dopo passo cose nuove, in un programma ambizioso, rimanendo consapevole di aver accettato una sfida tutt’altro che semplice.
In occasione di una “tavola rotonda” organizzata con diverse testate giornalistiche tra cui Motorsport.com a cui vanno i crediti per l’intervista, il Performance, Simulation & Technical Regulations Manager della Ferrari, Mauro Barbieri, ha fatto il punto della situazione in vista della 1000 Miglia di Sebring, prima tappa del FIA World Endurance Championship in programma il prossimo 17 marzo.

“L’affidabilità è l’obiettivo primario”
“Bisogna dire che in termini di test siamo partiti da zero e a meno di un anno dall’esordio nella prima gara è dal mio punto di vista piuttosto tardi, ma abbiamo cercato di fare del nostro meglio cercando di sviluppare la vettura con l’obiettivo primario dell’affidabilità” ha spiegato Barbieri.
“Volevamo prima di tutto avere le condizioni di base per poi poter puntare al successo, per evitare di perdere del tempo in pista e ai box nel cercare di risolvere i problemi. Abbiamo cercato di fare il maggior numero possibile di km e penso che siamo arrivati a circa 20.000, con alcuni test endurance svolti in pista da luglio ad oggi”.
“Da qui a Le Mans ci saranno delle limitazioni nelle prove per regolamento, ma lo sappiamo e affronteremo la questione con un programma preciso. Ribadisco, l’affidabilità è l’obiettivo primario e i prossimi test endurance cercheremo di farli in quest’ottica” ha proseguito il Manager Ferrari.
“Dobbiamo rimanere umili e concentrati”
Come sopra riportato, la 499P ha svolto numerose prove sul campo, partendo da Fiorano per poi proseguire in altri importanti circuiti italiani come Monza, nel resto d’Europa e addirittura nella stessa Sebring che ospiterà la prima tappa del WEC.
Tanti tracciati dalle diverse sfaccettature che hanno permesso al team di lavorare su diversi aspetti della vettura in differenti condizioni, al punto che, come ammesso dagli uomini del Cavallino Rampante, il progetto ha dovuto fare i conti con difficoltà e rallentamenti non indifferenti.
“In generale, in ogni test che svolgiamo se saltano fuori dei problemi è chiaro che c’è un po’ di delusione, questo specialmente quando si fanno quelli endurance per mettere insieme km in continuità”.
“Ovviamente gli obiettivi cambiano pian piano che il tempo passa, cercando di alzare l’asticella delle aspettative”.
“Come naturale che sia nella vita e nel motorsport, ci sono degli alti e bassi. Dobbiamo rimanere umili e concentrati nel provare a fare del nostro meglio ed essere pronti per Sebring, cercando di non perdere tempo per i problemi tecnici” ha commentato Barbieri.

“Simulatore molto utile; non siamo messi male”
Il ritorno nel Campionato Endurance, è stato programmato da Ferrari con ampio anticipo, e il lavoro di sviluppo è stato portato avanti avvalendosi anche del sofisticato simulatore che a Maranello è ormai questione di routine.
“Penso non sia un segreto che il simulatore sia molto utile come strumento, anche se non deve essere preso sul serio al minimo dato. Ad ogni test si cerca comunque di capire la correlazione dei dati e migliorare la qualità nel modo di guidare e quant’altro”.
“Attualmente penso che non siamo messi male, è ormai un anno che lavoriamo con esso e alcune decisioni sono state prese anche prima che la vettura fosse pronta per scendere in pista”.
“Credo che migliorare la correlazione sia un lavoro continuo in generale e che non finisce mai, si parte dai fattori principali, ma pian piano che sistemi le cose principali e i dettagli aiuti anche i piloti nell’avere sensazioni sempre più simili quando sono al simulatore e alla guida della vettura” ha proseguito il Performance, Simulation & Technical Regulations Manager della Ferrari.
“Il motore è un vero gioiellino”
Mauro Barbieri ha poi continuato l’intervista spiegando le motivazioni che hanno spinto la Rossa a propendere per equipaggiare la 499P con il medesimo propulsore della 296.
“La ragione principale per cui abbiamo optato per il V6 della 296 è perché si tratta dell’ultimo motore sviluppato per la nostra vettura stradale, ovviamente adattandolo alla LMH. Credo sia stata la scelta giusta in termini di potenza per questa categoria, da un lato è rimasto il legame con il prodotto di serie, ma è un vero gioiellino quello che hanno sfornato nel reparto design”.
“Dobbiamo concentrarci solo sulle gare”
Rimanendo in tema motori e soffermandosi sulle differenze tra i propulsori nella categoria Hypercar, il focus dell’intervista si è spostato inevitabilmente sulla questione Balance of Performance e su come esso possa essere la chiave di volta della gara a Sebring.
“E’ sicuramente difficile determinare un BoP per questo genere di vetture, che hanno delle caratteristiche diverse. Penso che il processo di convergenza che le Federazioni e i Costruttori hanno avviato lo scorso anno abbia dato dei buoni risultati come punto di partenza. Ora FIA e ACO dovranno affinare alcune cose, probabilmente collaborando anche con l’IMSA“.
“Dobbiamo avere fiducia in loro e penso che saranno in grado di scegliere nel modo migliore per regalarci delle belle gare e spettacolo. Credo che comunque ogni discussione al riguardo vada lasciata da parte, che si tratti di IMSA o WEC, e che il nostro dovere sia quello di concentrarsi sulle gare e basta” ha spiegato Barbieri.

“Andiamo a Sebring senza pensare di ‘ammazzarli'”
Essere i migliori in pista a prescindere da tutto, sarà dunque essenziale in questa “nuova era” del WEC che i tifosi aspettano con ansia dal novembre scorso, ultima tappa del Campionato 2022 in Bahrain.
“Abbiamo tanti tifosi nel mondo, non solo in F1, ma anche nel GT e nel WEC. Il nostro marchio è il più famoso e chiaramente ci sono tante aspettative sulla Ferrari. Come squadra sentiamo in un qualche modo questa pressione, ma cerchiamo di trasformarla in energia positiva ed entusiasmo, portando avanti il sogno del rientro della Ferrari nella categoria regina dell’endurance” ha detto Barbieri.
“Siamo onorati di fare parte di questo team e poter lavorare ogni giorno a questo progetto. Sappiamo la forza dei nostri rivali e andremo a Sebring sicuramente senza pensare di ‘ammazzarli’. Credo che i nostri tifosi lo capiranno, nell’endurance ci sono tantissimi dettagli che fanno la differenza, tra affidabilità e gestione del traffico. Aspetti che non possono essere sottovalutati, per cui vedremo a che punto saremo cercando di procedere un passo per volta, imparando e migliorando ogni giorno”.
“Approccio ambizioso, ma rimaniamo umili”
Sebbene Ferrari abbia avuto modo di competere nel Campionato FIA WEC in questi ultimi anni, togliendosi peraltro lo sfizio di vincere numerose gare e trofei e imparando a gestire al meglio le fasi di gara, le novità dovute ad una Hypercar inedita come la 499P, portano ovviamente ad avere situazioni e difficoltà del tutto nuove anche per un team esperto.
Porprio a causa di quanto descritto, Barbieri ha concluso ribadendo che l’obiettivo primario è ripartire mantenendo i piedi ben saldi a terra.
“Sulle vetture GT non c’è il sistema ibrido per cui la prima cosa da fare è attenzione alle scosse! A parte gli scherzi, ci sono alcune cose in comune, ma un sacco di altre nuove e le componenti dell’ibrido ovviamente ti mettono nella difficoltà di regolare la potenza di coppia e i consumi in maniera diversa”.
“Essere nella prima categoria e non fra quelle inferiori cambia anche la strategia di gara, come per esempio i doppiaggi in fase di Safety Car o la gestione del traffico sia che tu sia davanti che dietro a qualcuno. Ci si troverà a superare auto più lente stavolta, prima eravamo noi ad essere passati dalle più veloci”.
“Sicuramente aver trascorso tanti anni nelle categorie GT ci ha dato delle ottime basi e conoscenze in termini di gestione delle gare endurance, qui ovviamente la vettura è diversa come motore, aerodinamica e potenza, per cui è una nuova avventura in tutto e per tutto. L’approccio è sicuramente ambizioso ma, come ho già detto prima, dobbiamo rimanere umili cercando di fare del nostro meglio per migliorare giorno dopo giorno”.
