Le nuove vetture sono più difficili da seguire? Parla Sainz
21 Marzo 2023Secondo Sainz e altri piloti, le vetture 2023 hanno difficoltà a seguire da vicino quelle davanti: un grosso problema per lo spettacolo
Uno degli intenti principali della rivoluzione tecnica inaugurata con la stagione 2022 era quello di permettere alle vetture di seguirsi più da vicino senza un’eccessiva compromissione del carico aerodinamico e quindi della prestazione generale. In questo senso l’effetto suolo fu la chiave: generare più carico dal fondo vettura avrebbe permesso di utilizzare delle ali meno estreme che quindi creassero meno aria sporca per le altre monoposto.
E in effetti, quanto si è visto la scorsa stagione non ha deluso le aspettative. Basti pensare al clamoroso duello tra Verstappen e Leclerc già nella primissima gara del 2022. O ancora alla combattutissima gara di Imola, sempre nella prima parte di stagione.
Carico aerodinamico: il difficile equilibrio tra ali e diffusore
Certo però l’eccessiva fiducia riposta nell’effetto suolo ha avuto anche un lato negativo. Chiedere a Mercedes: il porpoising, fenomeno relativamente nuovo nel mondo della F1, ha afflitto praticamente tutte le vetture della griglia 2022, e in particolare le freccie d’argento (memorabile la scena di sir Hamilton distrutto dopo Baku).
Il porpoising consiste nell’oscillazione verticale della vettura ad alte velocità. In pratica, il diffusore schiaccia eccessivamente la monoposto verso il terreno, e la macchina ci sbatte letteralmente contro, rimbalzando. Con questo rimbalzo, però, la vettura ovviamente tende a risalire rispetto a terra, fatto che determina una perdita di aderenza al posteriore, particolarmente pericolosa nei curvoni di alta velocità. La macchina poi, riacquistando carico aerodinamico, tende a riabbassarsi, toccare il terreno, e il ciclo ricomincia.
È chiaro dunque che, di fatto, il carico da diffusore crea molta più instabilità sulla vettura di quanto non ne determini il carico da ala. In questo modo si comprende bene perchè i team abbiano comunque continuato a sviluppare le ali, nella speranza di migliorare l’equilibrio aerodimanico tra fondo e alettoni. Esemplare fu il caso dell’ala che Aston Martin presentò al GP d’Ungheria (una gara ad altissimo carico), che fece storcere il naso a non pochi.

Anno nuovo, vetture nuove, problemi vecchi
Anche nella nuova stagione, ovviamente, il lavoro sulle ali è continuato, il tutto però a discapito della bontà dei flussi in uscita dalle vetture. Più carico alle ali significa infatti più turbolenze: ovvero lo stesso problema che il nunovo regolamento tecnico 2022 cercava di risolvere. E questo si traduce ancora in una maggiore difficoltà a seguire da vicino l’auto davanti.
Carlos Sainz, intervistato dopo il GP di Jeddah, ha affermato proprio che «le nuove vetture quest’anno assomigliano un po’ di più alle vecchie [quelle prima del 2022]». «Le vetture 2023 sono un po’ peggiorate in situazioni di aria sporca rispetto a quelle del 2022, probabilmente a causa del maggior carico aerodinamico e delle nuove regole» ha detto ancora lo spagnolo, concludendo che «iniziano ad assomigliare alle vecchie monoposto per le quali i flussi sporchi delle auto davanti erano un problema: oggi infatti è stato molto difficile sorpassare».
Anche altri piloti hanno confermato le sensazioni del numero 55. Lando Norris, che in gara ha combattuto duramente contro i due rookie Piastri e Sargeant, ha affermato: «La nostra vettura va peggio in gara di quanto ci aspettavamo. Non riusciamo a stare vicini a chi ci precede, abbiamo avuto molte difficoltà in situazioni di aria sporca».
Infine, anche Logan Sargeant, il rookie americano di Williams ha spiegato che era «abbastanza competitivo per riprendere Hulkemberg dopo la safety car», ma che non ci è riuscito perchè ha «spinto un po’ troppo in situazioni di turbolenza, degradando le gomme troppo presto».