Non è Xavi l’ingegnere di pista giusto per Charles Leclerc

Non è Xavi l’ingegnere di pista giusto per Charles Leclerc

22 Marzo 2023 0 Di Sebastiano Vanzetta

Un gran pilota necessita anche di un gran ingegnere di pista. Per Charles Leclerc, però, la questione si fa un attimino più complicata…

Tempo addietro un vecchio saggio, che risponde al nome di chi sta scrivendo, si è chiesto se Xavi fosse l’ingegnere di pusta giusto per Charles Leclerc, notando con piacere che è una domanda che in questi ultimi tempi si sono posti in molti. È passato un anno e mezzo e nel frattempo abbiamo avuto un cambiamento regolamentare, un nuovo campione del mondo e una Ferrari parzialmente tornata, mi si permetta questa forzatura (che ahimè non trova riscontri negli ultimi GP) competitiva.

È pure cambiato il Team Principal della Rossa, mentre chi non si è mosso di un centimetro è Xavier Marcos Padros alias Xavi (e non quello del Barça), che è nientepopodinemo che l’ingegnere di pista di Charles Leclerc. Tornando seri, oggi ci spingiamo più in là e diamo, dopo attenta analisi, la risposta alla domanda di cui sopra (seppur l’abbia già spoilerata).

Un breve recap

Se sei tra i pochi che ancora non ha letto l’articolo su Xavi, ecco un breve recap della sua figura. Xavier Marcos Padros, originario (guarda te il destino) di Barcellona, inizia la sua carriera nel motorsport nel 2004 come ingegnere di gara in Formula 3000. Dopo due anni, nel 2006 entra con lo stesso ruolo nel BCN Racing Team, scuderia di GP2, rimanendoci fino al 2008. Xavi si prende poi una pausa di due anni, salvo tornare, nel 2010, in Formula 1 come Performance Engineer in HRT. Stranamente, dopo due anni cambia di nuovo casa, trasferendosi in Williams sempre come Performance Engineer rimanendo nel team di Groove fino al 2015.

Tra il 2015 e il 2018 lavora in NASCAR con il team Richard Childress Racing come Race Engineer e con la stessa carica entra finalmente, a febbraio del 2018, in Ferrari venendo promosso l’anno successivo come ingegnere di pista di un allora giovane e rampante Charles Leclerc.

È Xavi l’ingegnere di pista giusto per Charles Leclerc?

Scrissi un tempo, e cito, che “checché ne dicano i leoni da tastiera, se è in Ferrari un motivo c’è“. Ciò è sicuramente vero, come lo è anche il fatto che in Ferrari non passano solamente grandi menti eccelse, purtroppo. E sappiamo come nella F1 il rapport pilota-ingegnere di pista debba essere se non perfetto, quasi. Non a caso piloti come Lewis Hamilton e Max Verstappen hanno alle loro spalle ingegneri del calibro, rispettivamente, di Peter “Bono” Bonnington e Gianpiero “GP” Lambiase, quasi dei secondi padri quando si tratta di scendere in pista.

Il rapporto tra Charles e Xavi, invece, pur essendo buonissimo – e ciò non lo si mette in dubbio – non sempre lascia trasparire quell’alchimia tra Deus in Machina (il pilota) e Deus ex Machina (l’ingegnere) che alzano il livello prestazionale. L’intesa tra i due non è sempre perfetta e l’ultima gara di Jeddah ci dà dei buoni spunti per tornare a parlare di come, giudizio personalissimo, sia forse ora di fare uno step in avanti e regalare a Leclerc un altro ingegnere di pista.

Premessa e Duemilaeventidue

Prima di scendere nei casi concreti, e prima di addentrarci nell’ultimo GP di Jeddah, urge una piccola Overview. Che Xavi sia competente non c’è ombra di dubbio, il suo lavoro lo sa fare e la macchina la conosce. Ciò che gli viene spesso imputato è la lentezza con la quale arrivano alcune comunicazioni, così come la poca chiarezza delle stesse e la scarsa reattività nel caso in cui ci sia qualcosa che non va secondo i piani. In parole povere, il buon Xavi va sovente nel pallone, finendo per confondere anche l’incolpevole Charles.

Anche l’anno scorso abbiamo visto tutte le inadeguatezze dell’ingegnere di pista del monegasco, che tra i vari “Question” e comunicazioni ambigue ha spesso messo in confuzione Charles. A volte Xavi dimentica o non vede ciò che il pilota ha già fatto come quando sempre l’anno scorso chiese a Leclerc di passare alla modalità SOC 2, sentendosi rispondere “Sono già in SOC 2“.

Una peculiarità dello spagnolo è che a volte le sue comunicazioni sembrano sin troppo banali per essere vere, come quella in Canada mentre Leclerc è bloccato dietro ad Ocon. “Cerca di passare Ocon per avere aria pulita” dice Xavi, mentre Leclerc sta cercando ogni soluzione possibile per sopravanzare il francese.

Jeddah piangere

Veniamo dunque al GP di Jeddah, dove abbiamo assistito all’ennesima Masterclass di Xavi. L’esempio più eclatante è sicuramente l’episodio che vede Leclerc perdere posizione su Hamilton per via di un ritardo nella comunicazione di spingere prima di tagliare la linea di Safety Car e quindi rallentare.

  • Xavi: Cerca di spingere prima della linea di Safety Car, Hamilton è appena rientrato.
  • Leclerc: Xavi! Devi dirmelo prima!
  • Xavi: Copy.
  • Leclerc: No ma…dai però!

Una disattenzione che è costata al monegasco la posizione su Hamilton e forse anche la possibilità di finire davanti a Sainz al termine della gara. Ma non è tutto perché il buon Xavi è proprio nel pallone: “La Virtua…ehm, la Safety Car rientra in questo giro” comunica a Leclerc alla fine della SC, quasi dimenticandosi che non era una Virtual Safety Car. In gara poi Leclerc rimane in silenzio, quasi rifiutandosi di parlare, mentre Xavi continua a dargli indicazioni, tanto che l’ingegnere si allarma senza motivo pensando ad un problema alla radio,.

  • Xavi: Radio Reset. Radio Reset.
  • Leclerc: Xavi, non è la radio il problema. (rispondendo subito smentendo il possibile problema)

Ciliegina sulla torta, una delle cose che Charles odia di più nei team radio è che gli si parli mentre sta sorpassando o in curve dove è richiesta la massima concentrazione. Xavi si dimentica questo dettaglio e si apre in radio mentre Leclerc è in fase di sorpasso su Hamilton. Gravissima disattenzione dell’ingegnere che fallisce sia nell’attendere alle indicazioni del suo pilota in fatto di preferenze comunicative, sia nel capire che era in fase di sorpasso.

Xavi, nelle libere, è stato lento anche nel comunicare il traffico dietro a Charles.

  • Xavi: Hai dietro Russell, occhio al traffico!
  • Leclerc (con Russell già passato): Sì, me l’hai detto troppo tardi.

Scossa? Va bene

Il quadro che esce dal GP di Jeddah è che, dopo quattro stagioni insieme, Xavi e Leclerc ancora non sono sulla stessa lunghezza d’onda, visto che quest’ultimo deve ancora riprendere il comportamento del suo ingegnere. Lo spagnolo, poi, non sembra essere migliorato, anzi. La sensazione è quella di un Xavi troppo spesso addormentato e in continuo ritardo su comunicazioni, decisioni, scelte ecc.

L’errore di Jeddah è quasi sicuramente costato a Leclerc due posizioni, ergo punti in classifica. In F1 è doveroso racimolare il più possibile, e perdere dei punti per un ritardo del proprio ingegnere è pressoché inqualificabile. L’insicurezza di Xavi, poi, non permette a Leclerc di correre al meglio, dovendo sempre fare i conti con le ambiguità di chi sta dall’altra parte della cuffia.

E a questo punto non possiamo che constatare che Xavi non è l’ingegnere giusto per Charles Leclerc, che per fare l’ultimo step ha bisogno di qualcuno di cui potersi fidare ciecamente.

A chi potrebbe rivolgersi? Una soluzione interna potrebbe essere quella di Jock Clear, oggi Coach in Ferrari Driver Academy e già ingegnere di pista di Johnny Herbert (1994), David Coulthard (1995), Jacques Villeneuve (1996-2003), Takuma Sato (2003-2005), Rubens Barrichello (2006-2009), Nico Rosberg (2010-2011), Michael Schumacher (2011-2012), nonché Performance Engineer di Lewis Hamilton tra il 2013 e il 2014.

Clear sarebbe un ottimo alleato di Leclerc vista la sua grande esperienza e costituirebbe sicuramente una risorsa, più che un ostacolo. Forse, ora come ora un cambio sarebbe veramente la cosa più giusta da fare per aiutare Leclerc a performare al meglio.

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