Il Gran Premio di Miami di Sergio Perez.
24 Maggio 2023Attenzione: quanto segue pur essendo ispirato a fatti realmente accaduti è puro frutto dell’immaginazione.
Ci credo.
Io ci credo davvero. Siamo 2 a 2.
Non è detto che debba vincere di nuovo.
Non è scritto che deve vincere di nuovo.
Non sono qui per fare il secondo. Molti lo hanno pensato quando mi hanno chiamato. Loro lo hanno pensato quando mi hanno chiamato.
L’ho già protetto da campione. L’ho già aiutato a diventare campione. L’ho già dichiarato campione.

Tutto è stato fatto.
Quello che si aspettavano da me, quello per cui sono stato cercato. Quello per cui sono qui, è stato fatto.
Ho svolto il mio compito. Ora ci sono io solamente. Ora ci sono io finalmente.
Si. Siamo compagni ma solo perchè indossiamo gli stessi colori non perchè guidiamo la stessa macchina.
Io primo. Lui nono.
Arriverà. So che lo farà. Ma non passerà, non può passare. Non deve passare.
Ci sono io adesso.
Io ci credo davvero.
Partiamo.
Nessun ostacolo, sono tutti dietro di me. Lui è dietro di me.
Arriverà. So che lo farà.
Continuo a ripeterlo a me stesso. Cerco di prepararmi a quel momento. Ma non sono mai stato pronto per quel momento.
C’è una linea sottile tra lasciarlo passare e vederlo passare. Solo adesso riesco a vederla davvero. Solo adesso ho deciso dove voglio stare e non dove devo stare.

4 di 57.
Magnussen e Leclerc, riesce a passarene due in un colpo solo. Non mi sorprende, so bene su quale macchina è al volante.
Provo subito a scappare ma Fernando non mi dà tregua.
5 di 57.
Ha Russell davanti a sè, questo può aiutarmi. Intanto penso a come difendermi, quale strategie usare.
Sono pronto.
Firma un giro veloce dopo l’altro. Lo sento avvicinarsi.
Sono pronto.
Cerco di mettere distanza tra me e Alonso ma so bene che per lui questa distanza non è abbastanza. Ogni distanza non è abbastanza.
11 di 57.
Mi sembra di aver corso già mezza gara e invece siamo solo all’inizio.
Mi avvisano dal muretto del suo arrivo. Sono 10 giri che so del suo arrivo.
“Spingi di più”.
Ho il via libera. Siamo compagni di squadra ma non portiamo la stessa macchina.
14 di 57.
Altro giro veloce. Supera Sainz.
La gomma anteriore sinistra mi dà problemi.
16 di 57.
Supera anche Alonso.
Per quanti giri mi darà tregua?
19 di 57.
Non ho bilanciamento, devo rientrare ai box ma mi chiedono di resistere. In questo modo diventerà leader per il suo talento e non per la sua fortuna.
Ma non sarò di certo io a fargli da specchio. Rientro. Pochi secondi e sono di nuovo in pista.

Quarto.
Terzo. Davanti a me lui e Alonso ma deve ancora rientrare.
25 di 57.
Fernando rientra, io porto a termine il giro veloce.
Ci credo. Ci devo credere.
32 di 57.
Non si è ancora fermato. Strategia giusta, la sua.
33 di 57.
Continua con i suoi giri veloci, uno dopo l’altro ma riesco a rispondere colpo su colpo. Non gliela renderò facile. Non questa volta.
L’auto non mi assiste, giro dopo giro mi allontano.
40 di 57.
Non si è ancora fermato.
La sua auto non mi assiste. Guadagna mezzo secondo a giro.
45 di 57.
Giro veloce. Il mio.
46 di 57.
Rientra ai box finalmente. Pit stop lungo, riesco ad essergli davanti.
Io ci credo.
47 di 57.
E’accanto a me, non lo lascerò passare. Un pensiero che riesco a malapena a formulare, troppo inverosimile per essere sussurrato, troppo assurdo per essere realizzato.
Vedo l’auto sfrecciare, lui riesco solo a percepirlo.

54 di 57. Giro veloce. Il suo.
Fino alla fine.
57 di 57. Ci provo.
57 di 57. Giro veloce. Il suo.
E’ finita?
C’è Imola. Poi Monaco. In una ho vinto, nell’altra ho visto lui vincere.
Come oggi.
Come sempre.
Non è finita.
Io ci credo. Ancora.