Il Gran Premio d’Australia di Max Verstappen.
7 Aprile 2023Essere e tempo. La gara della vita.
Attenzione quanto segue anche se ispirato a fatti realmente accaduti è puro frutto della fantasia.
Io sono il campione.
Ne ho tanti dietro di me ma io sono il campione. Le ultime due gare le ho corse da solo, questa non sarà diversa.
Ho Hamilton alle spalle. Non mi spaventa. Io sono il campione.
Alonso spinge per una vittoria. Non porta paura. Leclerc spera ancora di farcela. Non fa paura. Hamilton è dietro di me. Chissà se ha paura.
Un astronauta in un universo di cui sono l’unico abitante. Tante galassie intorno a me ma non mi interessa visitarle. Sono loro a contemplare a me, non il contrario.
Questa è la terza gara. 3, come il numero che mi appresto ad essere. 3 come la cifra che già sono.

Il sole è alto, luminoso, fa luce sulla strada da percorrere. Potrei farlo ad occhi chiusi. Io sono il campione.
Luci accese. Un secondo. Spente.
Così ha inizio.
Russell è subito su di me così come Hamilton, nel giro di pochi metri riescono a superarmi. Entrambi. Com’è possibile?
Non mi preoccupo, tornerò immediatamente al posto che mi spetta. Per ora voglio assaporare al meglio questa terza posizione, voglio assorbire il 3 in ogni cellula del mio corpo. Perché è quello che sono.
7 di 58. Bandiera rossa. Si torna ai box. Albon è finito a muro, tra la ghiaia. Io sono ancora dietro di lui.
Non ho voglia di scendere dalla macchina. Non ci tengo ad incrociare il suo sguardo. Fermo tra Hamilton e Alonso. Il campione tra i campioni.
Si riparte. Lo seguo. Per 5 giri, lo seguo.
12 di 58. Basta. Sei stato lì abbastanza, mi riprendo ciò che è mio adesso.
Io sono il campione. Non ho bisogno di dimostrare. L’ho già fatto.
Ho conquistato il mio titolo, l’ho difeso. Ora è tempo di consacrarlo.
Giro dopo giro, continuo la mia gara.
Chilometro dopo chilometro, proseguo la mia gara.
Secondo dopo secondo, finisco la mia gara.

48 di 58. Ho un bloccaggio, finisco sull’erba. Dannazione, hai deciso di sporcare così la mia gara, di renderla imperfetta. Perdo 4 secondi da Hamilton ma sono ancora davanti. Resto ancora davanti.
Mancano due giri alla fine quando vedo sventolare una bandiera rossa. Cos’è successo ancora?
Magnussen ha perso una ruota. Si torna ai box e si riparte. Si torna ai box e si ripete quello che doveva accadere. Mancano solo due giri.
Proverà a buttarmi fuori come in passato. Non ci riuscirà.
Tenterà di superarmi come in passato. Non ce la farà.
Cercheranno di vincere come in passato. Non glielo permetterò.
Io sono il campione.

Luci accese. Un secondo. Spente.
Non ho il tempo di realizzare. Sento il caos alle spalle. Rossa. Di nuovo. La terza. Il tre. Un disastro inevitabile controllato dall’adrenalina di cui io sono il leader. Il tre. Uno spettacolo allestito da coloro che qui sulla pista non hanno mai messo piede, non sanno, non conoscono, non capiscono.
Si chiude in safety car. Il rimedio di un errore del passato per nascondere la vergogna del presente.
Non a caso il risultato resta lo stesso.
Avevo vinto io. Ed ho vinto io.
