Quando Jean-Eric Vergne fece la storia

Quando Jean-Eric Vergne fece la storia

10 Ottobre 2023 0 Di Tommaso Pelizza

Oggi ripercorriamo il giorno in cui Jean-Eric Vergne entrò nella storia della Formula E, vincendo il suo secondo titolo piloti in carriera.

Pontoise è una città della Francia, che sorge nella regione dell’Ile de France, la regione in cui sorgono le radici della bella Parigi. Nel paese della Val D’Oise il 25 Aprile 1990, mentre l’Italia festeggia il 35° anniversario della liberazione di Milano dai tedeschi, nasce Jean-Eric, figlio di Jean-Marie e Sylviane.

Quel giorno nessuno sapeva che il loro “piccolo” Jean, sarebbe diventato un campione nel mondo dei motori.

A 4 anni compie i suoi primi passi su di un kart, su cui sale grazie ad un casuale incontro tra il padre ed un gioielliere, delle circostanze leggermente bizzarre visto il contesto di cui si parla. Durante il suo percorso tra gli “albori” delle corse incontra una figura importantissima per l’inizio della sua carriera: Jean Alesi, che diventerà il suo primo sponsor.

Ora che il prologo è stato fatto, è arrivato il momento di raccontare la nostra storia.

New York, New York…

Start spreading the news! Formula E is coming!

La stagione si conclude, per il secondo anno consecutivo, in quel di New York, più precisamente a Brooklyn nel quartiere Red Hook. Per Jev è un luogo molto caro, indimenticabile. A New York gli è riuscita l’impresa che tanto sognava sin dal lontano 2014, anno in cui trovò “casa” in Formula E dopo l’appiedamento subito da parte di Toro Rosso in Formula 1. JEV aveva finalmente vinto il campionato piloti, era diventato lui il Re della Formula E, era lui il pilota da battere. Il giorno dopo la sua Francia aveva eclissato la Croazia in quel di Mosca, diventando campione del mondo 20 anni dopo la finale del ’98 a Parigi.

Vergne con la bandiera francese sulle spalle dopo aver vinto il titolo piloti 2018
JEV con la bandiera francese sulle spalle dopo aver vinto il titolo piloti 2018

Quel successo, il più grande compimento della sua carriera, lo dedica a Jules Bianchi, la prima persona a cui pensa Vergne dopo la bandiera a scacchi di quel 14 Luglio del 2018.

Vergne, nel 2019, arriva nella grande mela con un solo compito: mettere la parola fine alla lotta al titolo. A Berna il suo è un weekend quasi perfetto: pole position e vittoria della gara, ma senza giro veloce, che il vecchio compagno di squadra, nonché colui con cui ha condiviso scaramucce e duelli infiniti negli anni in Virgin, Sam Bird gli “frega” dalle mani. Quella di Vergne è una vittoria che arriva dopo un’estenuante lotta con Evans, che gli da del filo da torcere fino all’ultimo giro dell’ultimo minuto, ma che poi si deve arrendere alla grande difesa del francese. Alla fine del fine settimana svizzero la classifica parla chiaro: Vergne 130, Di Grassi 98. Sono 32 i punti che separano lo svizzero dal francese, leader del campionato. Il distacco è tanto, ma non è ancora finita, perché a New York i punti disponibili sono ben 58.

Vergne che festeggia la vittoria a Berna
Vergne festeggia la vittoria a Berna

Un sabato dai duri colpi

La qualifica per gara 1 è un duro rospo da mandare giù: Jev non riesce ad accedere alla superpole, con la pole che viene ottenuta da Buemi, che prende quindi i 3 punti aggiuntivi. La Techeetah del francese, invece, è solo 10ima. Poco male però, perché Di Grassi fa peggio ed è solo 14°.

In gara non può andare peggio: Vergne viene prima coinvolto nella carambola causata da Bird e dalle 2 Dragon di Gunther e José Maria Lopez, in cui rimangono bloccate diverse macchine. Il francese rimedia anche una foratura, ed è costretto a rientrare ai box. Rientra in gara fuori dai punti, ed è costretto a rimontare, ma un contatto con Massa a curva 6 all’ultimo giro mette definitivamente fine ai giochi del Sabato. Vergne conclude 14° ed ultimo delle macchine arrivate al traguardo, mentre Di Grassi termina 5°. Il distacco è solo di 22 punti, ma a Lucas rimane comunque una sola alternativa per essere campione: vincere la gara, con JEV che non deve fare meglio del 9° posto.

14 luglio: il giorno del giudizio

14 luglio 2019. Precisamente un anno dopo, JEV ha la possibilità di diventare campione di Formula E per la seconda volta. Potrebbe compiere un’impresa mai riuscita a nessuno sino a quel momento, ma prima deve portare a termine gara 2, l’ultima gara della stagione.

In qualifica, il copione è lo stesso del giorno prima: niente superpole ed eliminazione nella fase a gruppi. Vergne, però, partirà accanto a Di Grassi. La sesta fila è monopolizzata da loro, i 2 contendenti al titolo. Di Grassi può solo vincere, deve solo vincere, JEV invece deve appunto arrivare al traguardo. È una sfida all’ultimo sorpasso: i 2 risalgono la china, e Vergne si ritrova ancora alle spalle di Di Grassi.

All’ultimo giro, però, accade l’impossibile: Evans e Lucas battagliano per la posizione, ma all’entrata della 2 vengono a contatto. Entrambi sono nel muro al penultimo giro e Vergne si trova proprio alle loro spalle. JEV è 5°, arriva la bandiera a scacchi. Frijns vince la gara, Sims e Buemi sono sul podio, ma la vera notizia è un’altra..

Start spreading the news, Vergne is champion again

JEV piange, ha le mani sul casco, non ci crede. Al box Techeetah è una festa, sono in brodo di giuggiole. Vergne è ancora una volta campione.

Ci è riuscito: un anno dopo ha fatto la storia. Per la seconda volta, è campione di Formula E. Un’impresa mai riuscita a nessuno, un’impresa riuscita solo a lui. Per la seconda volta ha tra le sue mani quel trofeo, quel caro e prezioso trofeo che precisamente un anno prima era suo, era solamente suo. Per la seconda volta ha la possibilità di baciare quel trofeo sull’Hudson, con i grattacieli della grande mela che gli fa da sfondo. JEV ha di nuovo la possibilità di andare “in luna di miele” con la sua amata: la coppa del campione. È di nuovo lui il pilota da battere, ancora una volta è lui a salire sul trono della Formula E e questa volta, lo fa da miglior pilota nella storia del campionato.

Start spreading the news.. he has done it again.

Vergne bacia il trofeo del campione accanto al fiume Hudson

Per la seconda volta, si fa un tuffo nel passato. Si rievoca di nuovo la vita del piccolo JEV a Pontoise, quando la volontà di possedere un orologio nuovo da parte del padre cambiò per sempre la vita di Jean-Eric Vergne.

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Amante dei motori e del ciclismo, soprattutto su sterrato e Pietre. La Parigi-Roubaix e la 500 miglia di Indianapolis un mantra