Il legame tra Verstappen e Red Bull è più forte che mai e spaventa la concorrenza.
7 Marzo 2022Perché l’olandese, fresco di titolo mondiale e rinnovo di contratto, potrebbe aprire un ciclo vincente in Formula 1.
I team radio, si sa, sono il riflesso della parte più istintiva e meno razionale dei piloti. Colti nel momento più concitato, spesso si lasciano andare a frasi che con il senno di poi eviterebbero. Tuttavia, non sembra essere il caso del messaggio che Max Verstappen ha lanciato a Red Bull pochi attimi dopo aver vinto il suo primo titolo mondiale lo scorso 12 dicembre ad Abu Dhabi.
“Questo è incredibile, ragazzi! Possiamo continuare così per i prossimi 10-15 anni insieme?“. Quella che sembrava una battuta dovuta all’euforia del momento è diventata un po’ meno un’utopia lo scorso giovedì, quando il pilota olandese e la casa austriaca si sono legati fino al 2028, con un contratto da 50 milioni di dollari all’anno che farà rimanere Verstappen a Milton Keynes almeno fino a 31 anni.

Sarà passata una vita da quando, poco più che maggiorenne, il nativo di Hasselt ha vinto al debutto con il team bibitaro al GP di Spagna del 2016. Di questo passo, infatti, Verstappen potrebbe infrangere il record per più gare disputate con la stessa scuderia, ora appartenente al leggendario binomio Schumacher-Ferrari davanti ad un’altra accoppiata estremamente vincente, quella Hamilton-Mercedes.
Anche il duo Verstappen-Red Bull ha le carte in regola per sedersi al tavolo delle grandi. La nuova RB18 è, a detta di molti, la vettura più estrema della griglia di questa stagione e può dimostrare che lo scorso anno non è stato solamente una meteora, ma il punto di inizio di un ciclo vincente.

Il 2022 segna l’addio formale di Honda e l’esordio del powertrain Red Bull, aiutato comunque dalla conoscenza dei tecnici nipponici, che potranno dare il loro contributo fino al 2026, quando si prospetta l’arrivo della motorizzazione Porsche in quello che sarà un anno di grandi cambiamenti a livello di motori. Gli ingenti costi dovuti ai nuovi powertrain sono stati ampiamente bilanciati da due nuovi accordi di sponsorizzazione (Oracle e Bybit) che porteranno nelle casse Red Bull circa 450 milioni di dollari.
Quanto a Verstappen, se da una parte lo stesso campione in carica ha dichiarato che ripetere una stagione come il 2021 accorcerebbe il suo soggiorno in F1, la buona notizia è che potrebbe avere già superato la sfida più tosta della sua carriera e da adesso la strada è tutta in discesa.

Sì, perché Lewis Hamilton dovrà dimostrare che Yas Marina non è stata l’inizio della fine e avrà davanti a sé anche il confronto con un nuovo compagno di squadra, l’astro nascente George Russell. E, anche se tornasse più forte che mai, 37 anni non sono pochi e la sua carriera non durerà per sempre.
Perciò, quando arriverà il momento del ritiro, Verstappen sarà in numero 1 indiscusso nel paddock. Certo, Leclerc, Norris e lo stesso Russell sono giovani estremamente promettenti, ma hanno vinto due gare messi assieme e non si sono mai scontrati con la pressione immane di lottare per un mondiale, a cui Verstappen è sembrato a tratti immune l’anno scorso.

Inoltre, Verstappen è partito in anticipo rispetto ai suoi coetanei: mentre lui vinceva gare nella massima serie, gli altri erano ancora a lottare nelle categorie minori. Questo gap non è da sottovalutare e la maggiore esperienza accumulata dall’olandese in questi anni potrebbe fare sì che questo vantaggio non venga mai annullato.
Ci vorrà un’accoppiata macchina-pilota perfetta per detronizzare Verstappen e il fatto che ci sono stati solo 34 campioni del mondo in 72 anni di Formula Uno indica che non tutti i giovani talenti si aggiungeranno alla lista. Red Bull e Verstappen hanno lavorato sodo per cinque anni prima di deporre Hamilton dal trono. E, se è vero che vincere aiuta a vincere, gli altri farebbero bene a preoccuparsi.
