Sergio Sette Camara: “Il nuovo format di qualifica penalizza le squadre più piccole”.

Sergio Sette Camara: “Il nuovo format di qualifica penalizza le squadre più piccole”.

14 Marzo 2022 0 Di Tommaso Pelizza

Il pilota brasiliano della Dragon Racing Sergio Sette Camara pensa che il nuovo format di qualifica impedisca alle squadre più piccole di ottenere risultati sorprendenti.

La Formula E quest’anno ha introdotto un nuovo sistema di qualifiche, che è costituito da una fase a gruppi, ed una fase ad eliminazione. Questo nuovo format ha evidenziato diverse cose, tra cui “l’inferiorità” di alcune squadre rispetto alle altre. I team Dragon Penske e NIO333 per esempio non sono mai riusciti a raggiungere la fase ad eliminazione.


Sergio Sette Camara, pilota della sopracitata Dragon Penske ha esternato la sua opinione riguardo a questa nuova qualifica, facendo capire da subito che non ne fosse troppo entusiasta: “Quest’anno è molto difficile sorprendere ottenendo un risultato al di sopra delle aspettative in qualifica, perché nella fase a gruppi hai dai 3 ai 4 giri a disposizione e la potenza non è tantissima”. (In questa fase i piloti hanno solo 250kW a disposizione). “L’anno scorso con 250 kW avevi un solo tentativo e potevi tentare di tirar fuori un gran giro. Ora invece è molto più difficile e quindi le squadre più piccole vengono in qualche modo penalizzate”.

Sergio ha parlato del nuovo format di qualifica, che secondo lui impedisce ai team più piccoli di ottenere buoni risultati e sorprendere..

In Messico non sono riuscito ad accedere alla fase ad eliminazione per un solo decimo, e ciò ha fatto davvero male sia per me, che per tutta la squadra. Ho spinto moltissimo nel giro secco, ma non è bastato. Se non fosse stato per quel decimo, sarei partito a metà griglia”.

Per Sette Camara poi, la gara in Messico è stata “un buco nell’acqua”, a causa di una strategia che ha influenzato negativamente il risultato.

Sappiamo di non avere una grandissima macchina se si parla di passo gara, quindi cerchiamo di trarre vantaggio dalla strategia. In Messico però, è successo l’esatto opposto. La NIO è riuscita ad ottenere un risultato migliore del nostro con una strategia molto conservativa, che gli ha concesso un giro in più di batteria, che in molti non hanno avuto”.
“Noi invece abbiamo terminato la gara a passo d’uomo, perché abbiamo consumato troppa energia all’inizio. A Roma è imperativo essere in forma, e fare il salto di qualità, perché la gara del Messico è stata un buco nell’acqua”.

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