Retroscena Haas: Ricciardo, Giovinazzi e Shwartzman per il post Schumacher
17 Novembre 2022Con l’ufficialità dell’approdo di Hülkenberg in Haas, emergono importanti retroscena sul toto-nomi che ha coinvolto per mesi la scuderia statunitense.
Con la conferma di Hülkenberg al posto di Schumacher, arrivata in giornata, finisce il toto-nomi che per mesi ha riguardato il team Haas. E, con certezza quasi matematica, si chiudono le porte della Formula 1 per Ricciardo in veste di pilota titolare – quantomeno per il prossimo anno.
Un lungo valzer che ha coinvolto metà Circus a partire dall’annuncio del ritiro di Sebastian Vettel e al conseguente approdo di Alonso in Aston Martin. Con la posizione di Schumacher sempre in bilico durante la stagione, e con i rumors di Piastri in McLaren emersi durante la pausa estiva, Haas ha rappresentato per lungo tempo l’unica possibilità di vedere Ricciardo in griglia di partenza nel 2023. L’approdo in Haas sarebbe stata un’opzione decisamente allettante, dal momento che l’australiano avrebbe portato con se un bagaglio decennale di esperienza (sublimata da 8 vittorie e 32 podi), mentre la scuderia statunitense avrebbe riportato il giusto alone di serenità attorno ad un pilota che esce distrutto dagli ultimi anni in McLaren.
Ma questa situazione di una possibile “rivalsa” non ha mai stimolato l’appetito agonistico di Daniel Ricciardo. In una recente intervista, infatti, Ricciardo aveva reso noto che, in vista della prossima stagione, avrebbe di gran lunga preferito trascorrere un anno sabbatico anziché correre per una squadra di centrogruppo, in maniera tale da prepararsi al meglio per un rientro in Formula 1 nel 2024 presso una scuderia più competitiva.
“So che ci sono due posti in Haas ed in Williams potenzialmente disponibili. Ma con il mio team di manager stiamo cercando di mettere insieme un piano che credo mi porterà al successo. So di avere 33 anni, ma guarda Alonso e Lewis. Se voglio essere qui in Formula 1 perché ce l’ho ancora nel cuore, allora so che posso farlo. Ora non si tratta solo di guardare al prossimo anno e di saltare sul primo posto disponibile. Sto cercando di guardare un po’ oltre per tornare a vincere di nuovo le gare” aveva ammesso l’australiano.
Ciò significa che l’interesse della Haas per Ricciardo, testimoniato da contatti precedenti alla pausa estiva, non era ricambiato dal pilota. Ma come ha recentemente ammesso Günther Steiner, anche la fiducia della scuderia statunitense verso il pilota McLaren non era solida, dato che l’ultimo biennio di Ricciardo ha lasciato troppi punti interrogativi. Alla fine, quindi, Ricciardo ha pagato cara la sua ultima stagione presso il team di Woking, tanto (troppo) sottotono in proporzione alla sua decantata esperienza.
Le parole di Steiner
“All’inizio ho allungato la mano verso Ricciardo. L’ho contattato prima che accadesse la faccenda in McLaren per vedere cosa avrebbe fatto l’anno prossimo, ma poi non siamo andati da nessuna parte” ha ammesso Steiner. Sul perché i colloqui non sono proseguiti oltre, il manager italiano ha mantenuto un tono criptico: “Non so dirvelo, dovreste chiederlo a lui“.
“Danny quest’anno, ovviamente, non ha fatto bene, altrimenti sarebbe ancora in McLaren. Quindi penso che avremmo dovuto considerare anche questo fattore. [Firmando Ricciardo, ndr] avremmo assoldato un pilota che in questo momento non è all’apice della sua carriera. E continuo a non capirne il motivo, perché penso che sia un ottimo pilota, ha vinto delle gare con Red Bull ed è stato molto bravo. Quindi, se prendi qualcuno in questo modo, corri un rischio: puoi riportarlo indietro oppure no?“.
Comprensibile l’apprensione di Steiner che, in qualità di Team Principal, ha a cuore la competitività dell’intera scuderia. C’è però da sottolineare che il rischio di cui parla l’ingegnere trentino è lo stesso che Haas sta correndo nel confermare Hülkenberg. Il pilota tedesco, 35enne, è ormai fermo da tre stagioni – eccezion fatta per le brevi parentesi in Racing Point e Aston Martin – e quindi non rappresenta un’assoluta garanzia di competitività. D’altro canto c’è da sottolineare che nei vari ritorni alle corse il pilota tedesco non ha sfiguarto, soprattutto considerando il carattere repentino delle varie chiamate. È forse questa la caratteristica che ha spinto i verici Haas a blindare il pilota tedesco.
Anche Giovinazzi per il post Schumacher
Antonio Giovinazzi era un altro pilota che Haas aveva preso in considerazione per sostituire Schumacher, sebbene questo fosse in gran parte dovuto alle pressioni Ferrari. Giovinazzi, infatti, è ancora collaudatore e pilota di riserva per la scuderia di Maranello: un suo ritorno in Formula 1 in qualità di pilota titolare avrebbe significato molto per la Rossa, soprattutto in termini di esperienza.
Sebbene Giovinazzi fosse molto vicino ad affiancare Magnussen in Haas, il suo incidente durante le Prove Libere del GP degli Stati Uniti ha messo prematuramente fine ad un suo possobile ritorno nella massima serie automobilistica. “Giovinazzi era in cima alla lista dei possibili piloti Haas, ma penso che fine abbiamo preso la decisione migliore per il team – ovviamente a mio parere, perché ognuno ha la propria opinione sui piloti. Ma se penso al bene della squadra, allora Nico Hülkenberg era l’opzione migliore per noi. E quindi lo abbiamo ingaggiato” ha affermato Steiner.

L’ombra della FDA sulla scelta del sedile Haas
Il primo contratto di Schumacher con Haas è stato in parte foraggiato dalla sua partecipazione al programma FDA e, quindi, dalle rispettive pressioni Ferrari. Questo profondo legame tra Haas e la scuderia di Maranello ha consentito ai nuovi piloti della Driver Academy – Robert Shwartzman e Callum Ilott – di sostenere svariati test o Prove Libere con le monoposto statunitensi. La stessa Ferrari ha anche sostenuto la candidatura di Shwartzman in qualità di sostituto di Schumacher, senza tuttavia riscuotere successo dalla Haas.

(Photo by Zak Mauger / LAT Images)
Alla domanda sui collegamenti tra Haas e Ferrari, Steiner ha affermato che la scuderia con sede a Banbury ha sempre mantenuto un certo grado di libertà nella scelta dei propri piloti. “Parliamo sempre con loro perché abbiamo i loro giovani nelle FP1 e cose del genere, quindi cerchiamo di aiutarli. Ma anche loro sono molto professionali con noi, insieme discutiamo di cosa vogliamo fare e del perché lo vogliamo fare. E ovviamente, lavorando a stretto contatto, abbiamo un ottimo rapporto. In questa era della Formula 1 tutti e 10 i team sono buone squadre, nessuno è più qui solo per inserire un pilota per un anno come ai vecchi tempi. Qui tutti vogliono andare avanti e fare meglio. E con il budget cap, c’è davvero possibilità per tutti. Quindi dobbiamo sempre dare il meglio, per dimostrare perché sei in Formula 1”.