Daniel Ricciardo e la sua seconda vita in Red Bull

Daniel Ricciardo e la sua seconda vita in Red Bull

12 Aprile 2023 0 Di Martina La Camera

La distanza dalle corse sembra stia aiutando Daniel Ricciardo. Dopo i difficili anni in McLaren, l’australiano potrebbe ritrovare la fiducia in se stesso in Red Bull?

Daniel Ricciardo: sorriso grande, staccate incredibili e un’immensa fiducia in se stesso. Queste sono forse le caratteristiche che meglio descrivono il personaggio australiano, che nel 2014 ha visto la svolta della sua carriera. Dopo due anni in Toro Rosso, passato alla Red Bull, ha mostrato tutto il suo valore e come una ventata d’aria fresca si è fatto largo tra i campioni. Nonostante non fosse in possesso di una vettura da mondiale, mancata per solo un anno, era chiaro che se ne avesse avuta una tra le mani, avrebbe fatto faville.

L’arrivo del giovane talento olandese aveva iniziato, però, a fratturare la fiducia nel team che lo aveva cresciuto. Di conseguenza Ricciardo ha dovuto appellarsi ad un’altra fiducia, quella in sé stesso. E allora via, verso un altro porto a cercare un progetto vincente e una squadra che lo scegliesse come primo pilota. Dopo gli anni in Renault, in difficoltà ma comunque con qualche sprazzo del vecchio Ricciardo, sono arrivati quelli in McLaren e allora la storia è cambiata. Il primo anno in McLaren aveva già fatto intravedere qualcosa nonostante la vittoria a Monza, ma nel 2022 è stato chiaro a tutti che il Ricciardo di un tempo non esisteva più. Daniel in questo fallimento si prende le sue responsabilità ribadendo di non provare rimorso per il suo periodo in McLaren ma forse il suo rimpianto va oltre.

Il fallimento di Ricciardo in McLaren

Aver abbandonato una vettura che lo faceva sentire a suo agio, sicuro del fatto che avrebbe potuto trovare quella fiducia ovunque fosse andato, per infine scoprire che non era così. Ricciardo ha scelto di lasciare un porto sicuro, ma troppo piccolo, per buttarsi in un’avventura che ha riservato solo incomprensioni e fallimenti. Forse l’esperienza in McLaren, affrontata in maniera diversa, avrebbe potuto offrire qualcosa di più, ma di certo non quel feeling con la vettura che aveva il Red Bull. Il rimorso, forse, insieme a quell’incapacità di esprimersi e di esprimere in pista il proprio amore per questo sport hanno fatto il resto.

Ben presto, quelle staccate incredibili erano diventati lunghi in curva, quel sorriso, benché sempre presente, si era fatto enigmatico e, soprattutto, quella fiducia in sé stesso, come un castello di carte, era crollata.  All’improvviso essere coinvolti e poter correre su una delle macchine più veloci sulla terra non era più d’interesse per un pilota che sembrava, invece, averne sempre apprezzato la bellezza.

“Mi prenderò sempre qualche responsabilità.

“Per molti anni, ho veramente creduto di essere il migliore, e sono il migliore al mondo, quindi qualunque sia la situazione, sarò in grado di superarla.

“E ovviamente con la McLaren è stato difficile per me farlo.

“Quindi sì, ero consapevole di non essere il pilota perfetto, ho dei punti deboli, quindi mi terrò sempre qualcosa dentro.”

“Avendo avuto la possibilità di allontanarmi un po’ da tutto ciò e ora ripensando agli ultimi due anni, avrei fatto le cose in modo diverso se avessi avuto di nuovo quel tempo a disposizione, o forse avrei fatto più domande o sarei stato un po’ più esigente”, ha detto Ricciardo.

“Ma si vive e si impara, quindi non guardo indietro con rammarico.

“Era una situazione e l’ho superata.

Il ritorno a casa

In tutti gli sport, anche quelli motoristici al netto della qualità del mezzo che si guida, la forza mentale ha un valore assoluto. Dopo tutto quello che è stato in McLaren, quindi, mentre c’era chi ipotizzava un passaggio in una qualsiasi squadra, Ricciardo ha scelto di tornare in Red Bull. Una decisione che ha fatto discutere, che è stata vista da molti come la riprova che Daniel avesse sbagliato tutto e ora tornasse a casa ferito e abbacchiato.

Daniel Ricciardo e la sua seconda vita in Red Bull

Ma forse quello che ha spinto Ricciardo a tornare a casa è stata la reazione più forte che un pilota come lui potesse avere. Nonostante tutto quello che era stato in McLaren, in cuor suo Ricciardo sperava che un ritorno in Red Bull gli consentisse di ritrovare la fiducia che aveva quando era lì. Una fiducia che dalle sue parole sembra stia di nuovo acquisendo ora come pilota collaudatore. Un miglioramento che lo stesso Horner ha notato da quando è tornato.

“Tornando in Red Bull, ho sentito che la mia fiducia probabilmente non era più quella di una volta”, ha detto Ricciardo.

“Anche io ero un po’ timoroso ad entrare nel simulatore, cercando di minimizzare come sarebbe andata.

“Ma con il trascorrere della giornata, più mi sentivo a mio agio e più mi sembrava di essere tornato a casa in un’auto con cui onestamente mi sentivo a mio agio.

“Quindi sì, diciamo che mi sono sentito abbastanza ricaricato dopo quel primo giorno.”

Ricciardo come Hulkenberg?

Le buone sensazioni, per quanto al simulatore, su una vettura che conosce, anche se da anni che non guida, sembrano stare avendo un effetto rigenerante su Daniel. Il pilota potrebbe tornare nuovamente a quel livello di fiducia che lo aveva reso una star in passato, ma per sapere se ciò potrà accadere dovrebbe avere la possibilità di tornare in F1 da pilota ufficiale.

Non sappiamo se Daniel Ricciardo avrà nuovamente l’occasione di correre in Formula Uno ma quel che è certo è che questo sport riserva sempre delle sorprese. Il pensiero vola subito al suo ex-compagno in Renault, Nico Hulkenberg, che dopo essere rimasto senza sedile aveva dichiarato quanto questo mondo non gli mancasse, per poi rendersi conto, una volta lontano, di volerne tornare a far parte. Chissà se anche per il pilota australiano sarà lo stesso.

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