Il caos della direzione gara a Londra spiegato da piloti e team

Il caos della direzione gara a Londra spiegato da piloti e team

4 Agosto 2023 0 Di Tommaso Pelizza

Londra: weekend conclusivo e caotico per questa season 9. Le controversie sono state tante, tra malesseri interni tra piloti ed anche decisioni ritenute discutibili da parte della direzione gara.

A Londra la direzione gara si è mostrata a due facce. Se da una parte brilla il lato di Scott Elkins, che ha ancora una volta svolto un lavoro magistrale nel dirigere i 2 caotici E-Prix londinesi, dall’altra gli steward ed i tecnici delegati dalla federazione non sono stati visti allo stesso modo.

Dopo gara 1 le penalità sono state molteplici e non è mancato il pugno di ferro, visti i 3 minuti dati a Da Costa e la squalifica dai risultati della gara di Sette Camara.

L’assenza di Achim Loth, che è stata la figura dirigente degli steward per anni, hanno ereditato lo “scettro” Xavier Bone, Eric Cowcill e Michael Schwägerl. Tuttavia, soprattutto nella gara di sabato, secondo molti addetti ai lavori ed anche piloti, sono sembrati sopraffatti dal corso degli eventi.

Le decisioni messe sotto la lente sono state tante, ma la prima di esse è il mancato provvedimento verso Vandoorne, che a curva 1 sbaglia la staccata su Nato centrando Mortara. Lo svizzero è andato così in testacoda, facendo un 360 e ritornando in carreggiata, ma è stato costretto al pit stop per riparare i danni.

Dopo aver investigato l’incidente, la direzione gara ha emesso la decisione: “No further action. Gli steward hanno rivisto il video dell’incidente e concluso che nessuno dei 2 piloti possiede una colpa predominante”. Una decisione presa con sorpresa da tutti, soprattutto dal team principal Maserati James Rossiter. James dopo la sentenza della direzione gara, ha chiesto spiegazioni e la risposta che gli è stata data fu: “Se Mortara non ci fosse stato, Vandoorne avrebbe fatto la curva”. Queste le parole degli stewards a Rossiter secondo le sue dichiarazioni alla testata The Race.

I piloti colpiti maggiormente: Da Costa e Sette Camara

Passiamo ora ai “crocifissi” del sabato controverso in Gran Bretagna: Antonio Felix Da Costa e Sergio Sette Camara. I casi da analizzare sono diversi tra di loro e le penalità sono differenti, ma hanno comunque fatto molto discutere. Partiamo dal portoghese, autore di una performance da annali, in cui è arrivato 2° partendo dalle retrovie ma che è scemata per una penalità da 3 minuti. Questa pesante penalizzazione è stata presa perché le pressioni dei suoi pneumatici erano più basse del consentito (1.2 bar). Il problema riscontrato da Da Costa è stato una slow puncture, un bastone tra le ruote notevole. Così come viene confermato da un post di Antonio sulla piattaforma “Threads”, la foratura ha progressivamente abbassato la pressione dello pneumatico, una causa quindi di forza maggiore. E sempre secondo le parole del portoghese, un precedente simile non venne penalizzato.

Nei prossimi giorni Porsche si rivolgerà alla Corte d’Appello Internazionale della FIA, nel tentativo di ribaltare la pesante penalità.

Ed eccoci quindi al caso di Sette Camara. Il brasiliano della NIO è stato squalificato dalla gara per non aver seguito le istruzioni di un ufficiale, che aveva intimato alla squadra di cambiare l’ala in regime di bandiera rossa. Sergio aveva concluso la gara in quinta posizione.

Anche questo provvedimento, come nel caso di Da Costa, è stato contestato dalla squadra, che ha ricevuto esito negativo dal ricorso. Proprio la NIO ha dichiarato che la macchina fosse in sicurezza e che potesse continuare senza problemi. I danni al muso sono derivati dall’incidente con Frijns al 6° giro, in cui l’olandese si è girato proprio davanti a Sergio.

Ciò che ha fatto discutere maggiormente è stato che Wehrlein e Rast, anch’essi con macchina danneggiata non sono stati intimati alla riparazione.

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