Remy Gardner può davvero vincere il mondiale?
27 Febbraio 2021L’australiano nel 2021 correrà la sua sesta stagione in Moto2, sarà abbastanza competitivo da lottare per il titolo e coronare il sogno di correre, un giorno, in MotoGp?
Il figlio d’arte Remy Gardner, dopo diverse annate difficili, ha ottenuto la sua prima vittoria in carriera nell’ultimo appuntamento del 2020, a Portimao. Quale migliore biglietto di presentazione per la stagione 2021?
Andiamo a ripercorrere le tappe che lo hanno portato a vincere un Gran Premio nella classe di mezzo.
Gli esordi difficili
Il piccolo Remy ha nel sangue la passione per le corse, ereditata dal padre Wayne, e esordisce giovanissimo in Moto3, infatti, il giorno della sua prima gara nella classe leggera ha 16 anni: corre 3 gare in sostituzione di colleghi infortunati e una wildcard nel GP d’Australia.
Sin da subito si mette in mostra, portando a casa un punto in Malesia, alla sua terza apparizione, a bordo della KTM del team Calvo. Questa ottima prestazione convince il team CIP ad ingaggiarlo come pilota titolare nel 2015.
Questa stagione è avara di soddisfazioni per Gardner, il quale, complice una Mahindra tutt’altro che competitiva, ottiene come miglior risultato un decimo posto, ottenuto nel suo GP di casa, che però sarà l’unico piazzamento a punti nell’arco del 2015.
L’annata è talmente deludente che Remy e CIP annunciano che il loro rapporto non proseguirà per il 2016.

La promozione in Moto2
L’occasione per rilanciarsi nel Motomondiale arriva a causa dei cattivi risultati di Tonucci nel team Tasca Racing in Moto2. Gardner subentra alla settima gara del campionato e stupisce tutti andando subito a punti a Barcellona.
Durante tutto l’arco del 2016 dimostra di saperci fare, tanto da convincere il team Tech 3 ad ingaggiarlo come pilota titolare, ma nel biennio 2017-2018 i risultati non sono quelli sperati, con soli 3 piazzamenti nei primi 10 in due anni.

Il rifiuto e la crescita
A questo punto arriva un momento chiave della carriera di Gardner: rifiuta, forse ingenuamente, ma dimostrando lungimiranza, l’offerta dello stesso team di correre nella classe regina, dichiarandosi non ancora pronto.
Sceglie invece di ripartire in Moto2 dal team SAG: sin dalle prime gare dimostra che queste annate difficili lo hanno fatto crescere e migliorare, talmente tanto che conquista, nel secondo appuntamento stagionale, il suo primo podio in carriera, giungendo secondo al traguardo. La stagione procede a buoni livelli, l’australiano conquista la pole position nel GP d’Olanda, ma c’è un grande difetto che ancora va migliorato: le cadute sono troppe, ben 6, e bisogna limitarle il più possibile se si vogliono ottenere risultati importanti.

Il successo
Ad ogni modo, prosegue nel 2020 con lo stesso team. La stagione comincia al meglio, con Gardner che si rende protagonista di una grande rimonta giungendo quinto al traguardo nonostante abbia una piccola frattura a una costola.
Le tre gare successive sono un po’ opache, ma Remy si riprende conquistando la pole position in Austria 1 e il terzo posto in Austria 2. A Misano è vittima di un infortunio che lo costringe a saltare entrambi gli appuntamenti sul circuito italiano.
Proprio al rientro da questo infortunio, Gardner tira fuori tutto il meglio di sé, conquistando 2 podi, un quarto e un quinto posto nel quartetto di gare che comprende Francia, Aragon 1 e 2 e Valencia 2.
Ma all’australiano manca ancora quella che forse è la cosa più importante, ossia la vittoria, che puntualmente arriva nell’ultima tappa della stagione, dopo aver realizzato la seconda pole positon stagionale, per un bottino finale di 135 punti e la sesta posizione nel campionato.
Conclusione
Remy Gardner ha mostrato una grande velocità pura e spesso un buon passo gara, ma non è mai risultato troppo costante. La seconda metà del 2020 sembra molto incoraggiante, e considerando che 3 dei piloti che gli sono arrivati davanti in questa stagione (Martin, Bastianini e Marini) non ci saranno più perché promossi in MotoGp, Gardner diventa un contendente al titolo.
Ma attenzione, l’australiano ha ancora molto da migliorare: come detto infatti, più di una volta è scivolato quando si trovava in buone posizioni (in Austria 1 ad esempio); complessivamente possiamo dire che il suo 2020 è stato positivo, ma non perfetto, e di certo nella prossima stagione ci si aspetta molto da lui.
Quella che si ritrova tra le mani è una grandissima occasione per fare il salto di categoria nel 2022 in una moto competitiva come la KTM, sia perché il giovane australiano è sempre stato un osservato speciale per la casa austriaca, sia perché il posto nel team Tech 3 che al momento è di Lecuona è tutt’altro che blindato.
Solo il tempo ci dirà se sfrutterà questa opportunità oppure no, ma una cosa è certa: il treno per la MotoGp non passa tutti i giorni…
Ci sono due cose che non tornano mai indietro: una freccia scagliata e un’occasione perduta.
Jim rohn