Foto di gruppo test pre stagionali Bahrain

Prime e seconde guide: chi ha avuto la coppia piloti più costante nel 2021?

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Dati alla mano, analizziamo le differenze tra prime e seconde guide e studiamone il rendimento. Quale coppia piloti è la più costante?
 

Il mondiale è ormai finito e i team si apprestano ad affrontare la lunga pausa invernale in attesa della stagione successiva. Stagione che darà il varo al nuovo regolamento, posticipato di un anno a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid, il quale promette di minimizzare le differenze prestazionali delle vetture, aumentando lo spettacolo in pista. Centrare il progetto giusto sarà di fondamentale importanza per le scuderie, perché garantirebbe una certa competitività fino al prossimo cambio regolamentare.

Ma allo stesso tempo anche avere una coppia piloti solida e costante sarà un obiettivo imperscindibile per i team. Con il livellamento prestazionale delle vetture, infatti, i piloti saranno chiamati a massimmizzare il potenziale tecnico della propria monoposto per poter raggiungere performance di grosso spessore. Tenendo conto di tre fattori (qualifica, gara e piazzamento a punti), analizziamo quale scuderia nel 2021 ha schierato la coppia di piloti più simile in termini di prestazioni e quindi la più costante; situazione che, al netto di qualche eccezione, come il trasferimento di Russell in Mercedes e di Bottas in Alfa Romeo, al fianco di Zhou, oppure il ritorno in categoria di Albon (accasato alla Williams), rimarrà invariata anche per il prossimo anno.

N.B.: per semplificare la rappresentazione dei grafici, la linea blu (qualifica) e la linea rossa (gara) considera le non partenze, le partenze dalla pit lane, le squalifiche e le non partecipazioni all’evento come ritiri.

 

Mercedes

Con i risultati raggiunti domenica nel GP di Abu Dhabi, il team di Brackley si è aggiudicato l’ottavo titolo costruttori consecutivo. Un dominio assoluto, quello delle Frecce Nere, che nessun’altra scuderia è mai riuscita a raggiungere in passato. Persino la miglior Ferrari di sempre, quella dell’epoca di Schumacher, è ferma a quota sei titoli costruttori consevutivi. Ma se il team tedesco è riuscito a raggiungere questo traguardo importante in parte è anche merito di Bottas, pilota spesso mistrattato da stampa e tifosi, talvolta sacrificato dalla squadra in favore di Hamilton, ma che con i suoi risultati ha consentito alla Mercedes di trionfare per così a lungo.

Salvo 4 ritiri stagionali, il pilota finlandese ha mostrato una certa stabilità in gara, soprattutto nella prima fase del campionato. Male, invece, la seconda fase: a partire dalla vittoria in Turchia, Bottas ha faticato a finalizzare, conquistando solo 2 podi su 6 gare.

 

Red Bull

Dopo una magra di otto anni, la scuderia austriaca è riuscita ad imporsi nel campionato piloti grazie alle prestazioni di Verstappen, spezzando l’impero di Hamilton. In tutta l’era turboibrida, Max è il primo pilota non Mercedes ad aggiudicarsi l’iride, nonché il primo campione del mondo di Formula 1 olandese.

Un risultato degno di nota, ottenuto al termine di una stagione fuori dal comune, ma è anche vero che bisogna rendere a Cesare quel che è di Cesare. Parte del titolo conquistato da Verstappen ha la firma di Sergio “Checo” Pérez. È proprio il messicano il valore aggiunto della Red Bull in questa stagione: un buon secondo pilota, leggermente incostante nei risultati ma utile nel gioco di squadra. E le statistiche parlano chiaro: Pérez ha eseguito egregiamente il suo ruolo di seconda giuda, togliendo più volte le castagne dal fuoco alla Red Bull. Se il messicano pecca di costanza, di certo non si può dire lo stesso nel lavoro di squadra.

 

Ferrari

Ad inizio stagione ben pochi avrebbero pensato che la Ferrari sarebbe arrivata così in alto dopo un 2020 a dir poco disastroso. Eppure, complice anche un’involuzione della Aston Martin (ex Racing Point) e della Alpine (ex Renault), la Rossa è tornata ai vertici della classifica, conquistando il terzo posto nel campionato costruttori a discapito della McLaren.

La stagione non è stata di certo una passeggiata sul velluto, ma alla fine la costanza ha ripagato gli sforzi. Anche in questo caso a fare la differenza è la new entry di casa, Carlos Sainz, chiamato a sostituire l’uscente Vettel. In poche gare lo spagnolo si è adattato alla nuova vettura e ha dato prova delle sue qualità, come l’incredibile tenacia in gara. Il grafico (e le statistiche) confermano la tesi: Sainz ha concluso a punti ben 20 gare su 22, ottenendo come peggiore risultato due 11° posti. Gran risultato per il madrileno “stacanovista“, che per giunta può vantare una stagione senza ritiri: nessuno come lui in questo campionato.

 

McLaren

Per la scuderia di Woking la stagione 2021 è stata l’ennesima conferma dell’evoluzione prestazionale della propria vettura. Con i motori Renault (prima) e con quelli Mercedes (dopo) la monoposto papaya è tornata a competere stabilmente per la zona punti ed eccezionalmente anche per il podio, dopo un trascorso povero in termini di risultati. A Monza, poi, durante il GP d’Italia, la McLaren è tornata nuovamente sul gradino più alto del podio, cogliendo una vittoria che mancava dal 2012.

Tutto lasciava presagire un bis della stagione precedente (terza posizione nel campionato costruttori dopo una strenua lotta con la Racing Point), ma a fine anno le prestazioni altalenanti di Ricciardo hanno penalizzato i costruttori inglesi in favore della Ferrari. Il pilota australiano, infatti, ha faticato non poco nel prendere le misure alla macchina e più volte ha subito ingenti distacchi dal compagno di squadra. Il grafico mostra le difficoltà incontrate da Ricciardo in gara: la linea rossa oscilla costantemente tra la top 10 e il margine della zona punti. Anche in qualifica, ad onor del vero, l’australiano non ha brillato come si auspicava e la linea blu sembra seguire fedelmente quella rossa.

 

Alpine

Dopo il restyling e il rebranding ad inizio stagione, la scuderia transalpina ha concluso il campionato costruttori in quinta posizione; la stessa occupata lo scorso anno, ma con 26 punti in meno. Un risultato degno di nota se si considera le prestazioni altalenanti dimostrate dai francesi ad inizio stagione. La line up schierata dall’Alpine, infatti, ha saputo sfruttare al meglio le occasioni che si sono presentate sul percorso. Il lavoro di squadra ha portato i suoi frutti: sia Ocon che Alonso hanno mostrato pieno supporto vicendevolmente, cogliendo rispettivamente una vittoria in Ungheria e un podio in Arabia Saudita.

In termini di risultati il pilota francese, chiamato a fare la seconda guida del più esperto Alonso, ha rispecchiato le aspettative. In tutta la stagione Ocon è riuscito a tenere testa ad un pilota del calibro dell’asturiano, risultando svariate volte più veloce di quest’ultimo. Le differenze tra i due piloti sono minime e le statistiche dei testa a testa lo confermano: il confronto in qualifica segna 11-11, mentre quello in gara 11-10 in favore di Alonso (in una gara entrambi i piloti si sono ritirati).

 

AlphaTauri

La scuderia di Faenza, erede della vecchia Toro Rosso, è sicuramente una delle piacevoli sorprese della passata stagione. L’AlphaTauri ha concluso la stagione al sesto posto nella classifica costruttori, con un bottino di 142 punti, e per buona parte di stagione ha tenuto testa a due team come Alpine e Aston Martin. A penalizzare la scuderia italiana sono state le prestazioni incostanti di Tsunoda: pochi acuti e molti tonfi per il nipponico, reduce da un salto di categoria forse troppo avventato.

Il confronto tra Gasly e Tsunoda, come prevedibile, pende a favore del francese. La prima guida del team di Faenza può fregiarsi di una stagione di alto livello in relazione alle potenzialità del mezzo guidato; non si può dire lo stesso del rookie giapponese, che invece ha mostrato evidenti limiti sia in qualifica che in gara. L’auspicio è che la scorsa stagione possa servire da “allenamento” in vista della prossima.

 

Aston Martin

Se l’AlphaTauri è una delle sorprese positive del 2021, l’Aston Martin è sicuramente la delusione più grande. La scuderia britannica ha condotto una stagione decisamente sottotono, non rispettando le alte aspettative che si erano create al termine del 2020. A sollevare il morale degli inglesi l’unico podio stagionale, quello conquistato da Vettel a Baku, che tra le varie cose descrive al meglio la situazione piloti in casa Aston Martin.

Come si evince anche dai grafici, uno dei pregi mostrati da Vettel in questa stagione è la sua capacità di sfruttare al meglio le occasioni. Il pilota tedesco, infatti, ha collezionato soli 7 risultati utili in 22 gare, 2 in meno rispetto al compagno di squadra, ma allo stesso tempo ha raccolto più punti; se Stroll può fregiarsi di un’incredibile solidità in gara, segno eloquente di un’evoluzione positiva, a Vettel va riconosciuta la capacità di massimizzare i risultati.

 

Williams

Nella stagione 2021 si è assistito ad un grosso passo in avanti da parte della Williams, che negli ultimi anni ha fatto registrare risultati non all’altezza della storica scuderia inglese. Grazie ai punti conquistati da Russell e Latifi, il team di Grove è riuscito ad issarsi in ottava posizione nel campionato costruttori, surclassando l’Alfa Romeo e la Haas. La Williams, di fatto, ha confermato in pieno le aspettative di inizio stagione, quando si parlava di una macchina capace di raccogliere risultati di rilievo solo in determinate occasioni.

Come mostrano anche i grafici, questo periodo positivo si assesta proprio a metà campionato, con il podio di Russell in Belgio e i vari piazzamenti a punti di Latifi. Il pilota canadese, relegato al ruolo di seconda guida in favore del compagno di squadra Russell, ha comunque dimostrato di meritare pienamente la riconferma in Williams, coronamento di un percorso evolutivo che procede di pari passo all’evoluzione tecnica della monoposto.

 

Alfa Romeo

Quella appena conclusa è la peggior stagione della Sauber nel periodo di partnership con Alfa Romeo. Un team disorganizzato e caotico, privo di una visione di gara, che troppo spesso compie errori da dilettanti; e i risultati si vedono in pista, con i due piloti che per tutta la stagione sembravano quasi essere abbandonati a se stessi. Ciononostante, Giovinazzi e Räikkönen hanno saputo massimizzare il potenziale della vettura, portando a casa 13 preziosi punti che valgono il nono posto nel campionato costruttori.

I grafici di cui sotto sono uno spaccato concreto della stagione disputata dai due piloti. Mentre Giovinazzi si è dimostrato il più veloce in qualifica, strappando per 4 volte (2 consecutive) un biglietto per il Q3, Raikkonen ha dato il meglio di se in gara, conquistando 10 punti su 13. C’è da dire che più volte gli errori del team hanno penalizzato il pilota di Martina Franca, limitandone i risultati, ma è anche vero che la velocità in qualifica è stato il punto forte di Giovinazzi.

 

Haas

Anche per la Haas la scorsa stagione è stata la peggiore in 6 anni di attività. Per la prima volta nella sua storia, la scuderia statunitense ha terminato il campionato in ultima posizione senza conquistare alcun punto. Una stagione piena di difficoltà (preannunciate da Steiner ad inizio anno) dovute alla scelta di sacrificare il 2021 in favore di un 2022 più roseo. La line up completamente rifondata, con soli rookie alla guida, non ha poi aiutato il team a superare gli ostacoli incontrati sul percorso. Molti errori di gioventù per ambo i piloti, dovuti all’inesperienza e alle scarse prestazioni della monoposto, che hanno peggiorato una situazione già compromessa in partenza.

Anche in questo caso i grafici parlano da soli: la coppia piloti della Haas è la peggiore in termini di risultati, con zero punti conquistati. E se per Schumacher è possibile fare qualche nota di apprezzamento per le apparizioni in Q2, per il moscovita ci sono veramente pochi acuti. Mazepin ha pagato pesanti distacchi dal compagno di squadra, complici sia la mancanza di fondi che impediva l’evoluzione di entrambe le vetture, sia l’assenza di un simulatore a disposizione del team. Anche in questo caso, così come per Tsunoda, la speranza è che Mazepin possa migliorare dai propri errori, per poter mostrare le proprie capacità con una vettura all’altezza.

 

Piazzamento a punti

L’ultimo grafico rappresenta la media dei punti conquistati dai vari piloti per ogni piazzammento utile, ovvero in top 10. Ovviamente l’istogramma non costituisce una rappresentazione fedele della realtà in quanto non tiene conto di alcune variabili, come le prestazioni delle vetture (che aumentano le possibilità di raccogliere punti) e gli eventi imprevisti (che possono stravolgere le carte in gioco, come accaduto in Ungheria).

Il dato che sicuramente colpisce l’attenzione è la media di Verstappen, la più alta tra i 20 piloti in griglia di partenza – quasi il doppio del compagno di squadra Pérez; anche Hamilton ha una media realizzativa piuttosto alta, ma mai quanto quella dell’olandese.

Un’altra osservazione importante è quella relativa alle seconde guide dei due team di punta, Mercedes e Red Bull. Il confronto tra Bottas e Pérez pende a favore del finlandese, in vantaggio sul messicano di oltre 3 punti. Questo vuol dire che, per ogni riultato utile, Bottas è riuscito a finalizzare mediamente 3 punti in più rispetto a Pérez. Sono proprio questi 3 punti ad aver deciso le sorti del mondiale costruttori, conquistato dalla Mercedes grazie alla solidità di Bottas in gara.

La terza ed ultima osservazione riguarda le sottili differenze tra le coppie di piloti della Ferrari, della McLaren e dell’Alpine. Dati alla mano, sono proprio loro i duetti più costanti di questa stagione in quanto capaci di trarre il massimo dalla propria vettura. Non c’è da stupirsi se queste tre scuderie hanno terminato il campionato rispettivamente in terza, quarta e quinta posizione, subito dopo Mercedes e Red Bull, i due team che hanno letteralmente dominato la stagione vincendo 20 delle 22 gare in calendario. “Lento e costante vince la gara” affermava Esopo nella celebre favola della lepre e della tartaruga: una frase che calza a pennello gli esempi sopracitati

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