I top e flop del weekend di Formula 2 in Ungheria
25 Luglio 2023In quel di Budapest la qualifica e la gestione gomme sono state le chiavi per la vittoria. Andiamo a scoprire i top e flop di Formula 2 all’Hungaroring
Top numero 1: Jack Doohan

Jack torna finalmente a vincere in Feature Race, e lo fa in grande stile: pole il venerdì, e, dopo una Sprint difficile, vince di distacco la gara lunga. Nelle prime tornate impone un ritmo agibile a Vesti e Martins, ma appena monta le gomme dure fa il vuoto e vince portando a casa anche il giro veloce. In classifica ora si trova tra i top della griglia, ma si è svegliato troppo tardi per lottare per il titolo?
Top numero 2: Frederik Vesti

Ormai vederlo nelle prime posizioni è una costante: il danese è ogni weekend competitivo, e pure all’Hungaroring, dopo una Sprint deludente, riesce a salire sul podio in seconda posizione aumentando il suo vantaggio in classifica. Se ogni weekend sale sul podio, chi lo ferma più?
Top numero 3: Victor Martins

Continua il periodo di forma eccellente di Martins, che porta a casa un altro podio nella Feature Race, e conquista comunque punti nella Sprint, arrivando 7°. Unico punto debole: la partenza. Ancora una volta perde posizioni in partenza, questa volta da Vesti, che poi chiuderà la gara proprio davanti a lui.
Top numero 4: Ayumu Iwasa

Come già detto, la strategia è stata di grande importanza in Ungheria, e grazie ad essa Iwasa riesce a chiudere 4° in Feature Race, montando gomme fresche nel finale e superando così Pourchaire e Hadjar. Nella Sprint Race sfrutta un’ottima partenza per risalire in seconda posizione e salire sul podio dietro ad Hauger.
Top numero 5: Isack Hadjar

In Formula 3 aveva dimostrato grandi cose, ma fino ad ora aveva conquistato solo un podio in Sprint Race in Austria, ma, soprattutto, non si è mai dimostrato competitivo o in grado di lottare per le posizioni di testa.
Invece, in Ungheria si qualifica 5° e, dopo l’ottavo posto del sabato, conclude una bella gara in quinta posizione la domenica, stando davanti a piloti esperti come Pourchaire, Hauger e Fittipaldi. Ora si spera di vederlo sempre lì tra i primi.
Menzione onorevole: Dennis Hauger

Il pilota di MP arrivava da un periodo buio, ma è riuscito a riscattarsi conquistando la vittoria nella Sprint Race, nella quale è stato capace di sorpassare Maini al primo giro con una buona partenza, e di gestire al meglio le gomme, in modo da evitare il rientro di Iwasa. Nella Feature Race, recupera 2 posizioni al via, ma poi rimane per la maggior parte della gara nella terra di nessuno in settima posizione, per poi avvicinarsi a un Pourchaire in difficoltà nel finale di gara, ma senza superarlo.
Come al solito, arrivano i dolori, quindi via col Jingle.
“Non è tutto oro ciò che luccica, ecco i bocciati del weekend”.
Flop
Kush Maini

Dopo Montecarlo qualcosa sembra essersi spento, il motore non gira più come dovrebbe. Colui che aveva stupito tutti nelle prime gare ha subito una grande flessione, sprofondando piano piano nella parte destra della classifica. La qualifica è buona e con l’inversione di griglia parte primo in sprint, ma in partenza Hauger lo uccella e se ne va, dandogli 20 secondi a fine gara. In feature race Kush non ha ritmo e finisce addirittura dietro a Boschung, combinando la frittata finale in curva 1, girandosi nel tentativo di passare Crawford.
Dove sei?
Clément Novalak

Se Maini passo per passo sparisce dai radar, il caro Clem ha sempre un modo per farsi notare. Questa volta però si fa notare in negativo tamponando Boschung, che viene spedito direttamente a Spa.
Novalak ne combina una più di Carlo in Francia e riceve 5 posizioni di penalità per la feature race, che non porta nemmeno a termine a causa di un ritiro nei primi giri.
Discolo
Jak Crawford

Michael Schumacher, si sa, è l’idolo di tanti giovani piloti, e Jak decide di emularlo in tutto e per tutto, con una difesa ai danni di Maloney, che riporta alla mente quella di Schumi sull’ex compagno Barrichello, nel 2010 sempre nella pista Ungherese. Questo ciò che resta del fine settimana di Crawford, rimasto invisibile sino a quel momento, probabilmente uno degli unici in cui è stato inquadrato dalle telecamere. Hadjar lo distrugge e lo statunitense torna a casa a secco di punti, ma con le spalle di un armadio a 7 ante.
You shall not pass!
Arthur Leclerc

Arthur è un’altalena, che tocca alti ma soprattutto bassi. Dopo il buon risultato di Silverstone torna ad essere incolore, classificandosi tra gli invisibili del weekend. Certo, una buona dose di sfortuna non è mancata, perché in sprint viene coinvolto in parte nell’incidente di Novalak e Boschung, anche se probabilmente non sarebbe cambiato molto schivandolo.
La preghiamo di attendere.. Resti in linea.
Zane Maloney

Anche Zane, così come Arthur, subisce una flessione dopo l’ottimo risultato dell’Inghilterra, viene battuto da Fittipaldi ed ora si ritrova dietro al brasiliano in classifica piloti.
Forse la strategia Carlin non è delle migliori, con un pit stop molto anticipato, ma allo stesso tempo Zane annaspava comunque tra la 14esima e la 15esima piazza. I vari duelli ed il traffico di certo non aiutano, ed il risultato è un’amara 16esima posizione, addirittura dietro alla PHM di Nissany. Fine settimana da buttare.
Dove sei?
Menzione disonorevole: Theo Pourchaire

Poteva portare a casa molto di più, ma invece si deve accontentare del barlume di speranza dato da quel -1 da Vesti in classifica piloti, grazie al 4° posto della Sprint Race. Il giorno dopo però Theo non capitalizza, facendo l’opposto di ciò che fece l’anno scorso, ed arrivando (senza ritmo) anche dietro al molto meno quotato Hadjar. Nel finale rischia anche la beffa con Hauger che si avvicina inesorabile, ma che per sua fortuna rimane dietro. Il 6° posto è davvero troppo poco se si voleva trarre vantaggio dalla situazione post-sprint, e Theo adesso si ritrova a -11 dalla vetta.
Sarà per la prossima.